L’INCONTRO CON L’AUTORE

L INCONTRO CON L AUTORE T1 Un accesa discussione tratto da Satyricon 57, 1-6 latino italiano Questo brano, tratto dalla sezione del Satyricon nota come Cena Trimalchionis, ci moAudio stra gli elementi principali della scrittura petroniana: nel riprodurre lo scontro verbale (di LETTURA cui riportiamo un estratto) fra Ascilto e il liberto Ermerote, uno dei commensali presenti, Petronio ricorre a una serie di elementi che appartengono al linguaggio parlato: non solo proverbi ed espressioni colloquiali che sono la caratteristica principale del registro linguistico popolare, ma anche parole e temi tipici della lingua bassa. In particolare, l insistenza di Ermerote sulla propria rispettabilità e sul fatto che se l è duramente meritata è un tratto tipico dei liberti del Satyricon, ex schiavi che hanno fatto fortuna e si sono arricchiti, riuscendo a conquistarsi una posizione nella società. 5 1. Ceterum Ascyltos, intemperantis licentiae, cum omnia sublatis manibus elude ret et usque ad lacrimas ride ret, unus ex conlibertis Trimalchionis excanduit, is ipse qui supra me discumbebat, et: «Quid rides , inquit, «berbex? 2. An tibi non placent lautitiae domini mei? Tu enim beatior es et convivare melius soles. Ita Tutelam huius loci habeam propitiam, ut ego si secundum illum discumberem, iam illi balatum clusissem. 3. Bellum pomum, qui rideatur alios; larifuga nescio quis, nocturnus, qui non valet lotium suum. 1. Ma poiché Ascilto, di un intemperanza sfrenata, si sbracciava a burlarsi di tutto e piangeva a forza di ridere, uno dei liberti, amico di Trimalcione, si scaldò: «Che ci hai da ridere, babbeo! 2. Non ti piacciono i lussi del mio signore? Tu infatti te la passi meglio e sei avvezzo a offrire banchetti migliori. Che il nume tutelare di qui mi assista, se gli stavo vicino a quello, glielo avrei già tappato quel forno che bela. 3. Bel fico lui che ride degli altri. Un vagabondo che chi lo conosce? Un grassatore che non vale il suo piscio. [ ] Boiaccia miseria, non 1. Ceterum Ascyltos berbex? Ascyl tos: questo nome della seconda declinazione presenta al nominativo e accusativo singolari le forme in -os e -on (in luogo di -us e -um), modellate sulle corrispondenti forme della declinazione greca. Il nome sembra essere una creazione petroniana a partire dall aggettivo greco àskyltos, instancabile , da intendere quindi come un riferimento alla licentia intemperans ( sfrenata indisciplina ) del personaggio. cum: regge entrambi i congiuntivi, elude ret e ride ret. sublatis manibus: lett. con le mani sollevate verso l alto : è un espressione che indica un gesto tipico della preghiera, che Ascilto sbeffeggia. excanduit: si scaldò , perfetto indicativo del verbo excandesco, inizia a riscaldarsi (solitamente con riferimento all ira). is ipse qui supra me discumbebat: l espressione, LINGUAGGIO POPOLARE Petronio caratterizza realisticamente i suoi personaggi attraverso un linguaggio popolare sia dal punto di vista fonetico (come nel caso della lenizione consonantica in berbex) sia da quello del registro linguistico, che presenta frequenti espressioni colloquiali. ESPRESSIONI FORTI Il rifiuto dell artificialità letteraria si concretizza anche nella presenza, nell opera di Petronio, di espressioni forti e triviali. Questa scelta, che ha per molto tempo costituito un pericolo per la trasmissione dell opera, arricchisce il quadro di aderenza al vero che costituisce una delle sue caratteristiche fondamentali. che significa letteralmente proprio questo che era sdraiato al di sopra della mia posizione , non è tradotta nella versione italiana di Luca Canali, qui proposta. L accumulo* di pronomi determinativi è tipico del parlato (à p. 226); la locuzione supra me si riferisce alla posizione dei commensali sui triclini, sui quali erano sdraiate (discumbere) più persone, una vicina all altra. berbex: forma popolare di vervex, caprone , dovuta a lenizione della consonante v (confronta il francese brébis, l italiano berbìce e il romeno berbec). 2. An tibi balatum clusissem do mini mei: dominus diventa una formula di cortesia impiegata fra uomini liberi; l appellativo diventerà molto diffuso nella tarda latinità, fin poi nelle lingue romanze. Tutelam huius loci: la Tutela (o Genius) loci è la divinità che garantisce la protezio- ne di un luogo (in italiano nume tutelare ). si discumberem: protasi di un periodo ipotetico dell irrealtà; secundum illum è da intendere in relazione alla posizione sul triclinio, dopo di lui (supra me nel periodo precedente, rr. 3-4). balatum: il sostantivo della quarta declinazione bala tus indica il verso delle pecore o delle capre; questa frase letteralmente andrebbe tradotta interromperei a lui il belato , ma con una traduzione più libera si cerca di restituire più efficacemente il livello colloquiale dell espressione. 3. Bellum pomum Ridet! Bellum pomum: nota, qui, l aggettivo bellus nel senso corrispondente all italiano in luogo della forma pulcher. larifuga: composto da lar + fuge re, fuggire i Lari , le divinità protettrici della casa, da cui il significato di vagabondo . 231

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale