Tua vivit imago - volume 3

L autore Lucano 60 65 70 75 dedecus Aegypti, Latii feralis Erinys, Romano non casta malo. Quantum impulit Argos Iliacasque domos facie Spartana nocenti, Hesperios auxit tantum Cleopatra furores. Terruit illa suo, si fas, Capitolia sistro et Romana petit imbelli signa Canopo Caesare captivo Pharios ductura triumphos; Leucadioque fuit dubius sub gurgite casus, an mundum ne nostra quidem matrona teneret. Hoc animi nox illa dedit quae prima cubili miscuit incestam ducibus Ptolomaida nostris. Quis tibi vesa ni veniam non donet amoris, Antoni, durum cum Caesaris hauserit ignis pectus? Et in media rabie medioque furore et Pompeianis habitata manibus aula sanguine Thessalicae cladis perfusus adulter admisit Venerem curis et miscuit armis illicitosque toros et non ex coniuge partus. stituiva un ostaggio di pace (obs de quo pacis) per Cesare, che si trovava così al sicuro (tutus Caesar erat) nella reggia pellea (Pellaea in aula, cioè nella reggia di Alessandria) (trad. R. Badalì); l uccisione di Pompeo (à T4) ha reso possibile un accordo tra Cesare e Tolomeo. cum se tectis: costruisci: cum Cleopatra, corrupto custode ( dopo aver corrotto il custode , ablativo assoluto con valore temporale) laxare catenas Phari ( perché allentasse le catene di Faro , cioè le barriere che permettevano di controllare il passaggio verso il porto di Alessandria), parva biremi se intulit Emathiis tectis ( nei tetti macedoni , sineddoche*), ignaro Caesare. La regina riesce a entrare ad Alessandria (definita emazia , cioè macedone , perché fondata da Alessandro Magno) e nella reggia senza essere riconosciuta. dedecus casta malo: in un climax* ascendente Lucano connota Cleopatra come l artefice definitiva di ogni sciagura, principio e fine della corruzione estrema dell Egitto, del Lazio e di Roma. Quantum impulit furores: «Quante sciagure arrecò ad Argo e nelle sedi iliache la Spartana con la sua fatale bellezza, altrettante follie provocò Cleopatra in Occidente (trad. R. Badalì). Cleopatra è vista come l equivalente di Elena, che fu la causa scatenante della guerra fra Troiani e Greci: l influsso e la pericolosità ! repetita iuvant à p. 207 della regina si allargano così idealmente a Occidente (Hesperios furores), a tutto lo sconvolgimento dell Italia, inquinando il dominio di Roma grazie alla seduzione dei suoi comandanti. 63-67. Terruit illa teneret Terruit illa sistro: prosegue l immagine della propa gazione dell influsso nefasto di Cleopatra (Terruit illa Capitolia, ella atterrì il Campidoglio). Qui si unisce al riferimento ai culti stranieri, come quello di Iside, rappresentato dal sistro (sistro, singolare poetico), strumento musicale in metallo utilizzato durante le cerimonie cultuali. imbelli Canopo: il nesso si riferisce alla corrotta città di Canòpo (alle foci del delta del Nilo), famosa per la sua dissolutezza e quindi definita imbellis per rievocarne le mollezze morali e dei costumi, che ora prevalgono sulla forza e sulle armi romane. Leucadioque teneret: fu in dubbio (fuit dubius casus) sui flutti di Leucade (Leucadio sub gurgite, singolare poetico) se una matrona (an matrona), neanche del nostro popolo (ne nostra quidem), avrebbe dominato il mondo (mundum teneret) . La conseguenza estrema dell unione di Cleopatra con i generali romani, primo fra tutti Antonio (v. 71), è espressa tramite l allusione alla battaglia navale di Azio del 31 a.C. 68-76. Hoc animi partus In questi versi Lucano si concentra maggiormente sull azione deplorevole di Cleopatra. Hoc animi: tanto ardire (animi è genitivo partitivo). miscuit: la corruzione della regina è accentuata dalla scelta del verbo misceo ( mischiare, unire ), con il quale Lucano indica l azione seduttiva di Cleopatra, che si unisce a Cesare e ad Antonio. Lo stesso verbo sarà poi utilizzato in riferimento all unione colpevole di Cesare (miscuit armis). incestam Ptolomaida: Cleopatra è definita incestuosa perché unita in nozze al fratello Tolomeo. Nell Egitto tolemaico (305-31 a.C.) era infatti tutt altro che raro il matrimonio endogamico (cioè interno alla stessa linea familiare, solitamente tra fratelli). Quis tibi pectus?: Chi non ti perdonerebbe (Quis tibi veniam non donet) per il tuo folle amore (vesa ni amoris), Antonio, dal momento che quel fuoco ha inghiottito (hauserit, congiuntivo perfetto del verbo haurio) persino il duro cuore di Cesare? . Et in media rabie: la congiunzione et ha qui il valore di anche , persino . Pompeianis manibus: i Mani (per indicare l anima) di Pompeo, assassinato. sanguine adulter: il riferimento è a Cesare, ancora cosparso del sangue della strage di Farsàlo. Venerem: complemento oggetto sia di admisit (curis) sia di miscuit (armis). non ex coniuge partus: la perifrasi* allude alla nascita di Cesarione, figlio illegittimo nato dalla relazione di Cesare con Cleopatra. 205

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale