Tua vivit imago - volume 3

L INCONTRO CON L AUTORE LO STILE DI LUCANO patetismo moduli epici enfasi drammatica Il passo costituisce un buon esempio della capacità del poeta di rendere la violenza, la drammaticità e la profondità degli eventi e di interpretarli attraverso uno stile denso. La costruzione dei versi riflette infatti una tendenza all accumulo* di immagini fortemente evocative (come si vede ai vv. 395-396), l intrusione di esclamazioni e di interventi della voce narrante, tesi ad accentuare il tono patetico d insieme e finalizzati a introdurre un commento morale , orientando così il lettore (vv. 391-395; 399-400). Inoltre non manca l utilizzo di nessi efficaci come aetas edax al v. 397 (per descrivere l azione distruttiva del tempo), allitterazioni* (lares Laurentinosque, v. 394; nisi nocte, v. 395), numerosi enjambement (per esempio ai vv. 391-392, 399-400) e il ricorso all elencazione, altro modulo tipico del genere epico, qui presente in misura ridotta ai vv. 392-394, dove si ha la menzione delle città un tempo conquistate da Roma. Rilevante e caratteristica dello stile epico è poi la costruzione di metafore* e similitudini* o l accostamento a immagini che enfatizzano il messaggio sotteso all impalcatura della sezione narrativa: per esempio, ai vv. 397407, quelle delle città svuotate, degli agricoltori incatenati e delle case in rovina. I TEMI DI LUCANO presente e futuro mito di Roma condanna morale fato e fortuna Il passo è significativo perché in esso si incontrano e sovrappongono i nuclei tematici presenti e sviluppati in tutto il poema: metus, spes e furor. Colti nel loro insieme nel riferimento ai due schieramenti contrapposti e volti al regnum ( potere, dominio ), tali sentimenti si combinano in tutta l opera anche nella condanna morale della guerra civile, che annienta Roma alle sue radici, e nella presenza continua delle due forze, fato e fortuna (à p. 184), che sembrano impazzare nel mondo. Così come la rovina e le ceneri del presente e del futuro, il senso di morte e di buio pervadono tutta la narrazione. In particolare, in questo brano Lucano insiste su un motivo topico: quello della grandezza di Roma, che può crollare da un momento all altro in quanto soggetta ai rovesci della sorte. Un motivo, questo, al quale egli ne combina un altro: quello dell eccessiva grandezza di Roma, che da sola crea le premesse per la propria rovina forzando le maglie del possibile e dei limiti imposti dalla natura e dal fato. Il risultato, nell insieme, è la presenza, all interno della condanna della guerra civile, di una decostruzione del mito di Roma eterna e l elaborazione di una lettura ideologicamente orientata di cause e concause della guerra civile, dei suoi protagonisti e dei suoi effetti. In definitiva, una lettura negativa, antiepica, dell eccessiva esposizione di Roma alla conquista e al controllo del mondo e delle sue sorti. Una lettura che, nell operazione poetica di Lucano, a tratti sembra assumere i contorni di un monito per il presente e il futuro. à Statua di Cartilio Poplicola, II-I secolo a.C. Roma, Museo archeologico ostiense. 192

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale