Tua vivit imago - volume 3

Non aetas haec carpsit edax monimentaque rerum putria destituit; crimen civile videmus tot vacuas urbes. Generis quo turba redacta est 400 humani? Toto populi qui nascimur orbe, nec muros implere viris nec possumus agros; urbs nos una capit. Vincto fossore coluntur Hesperiae sege tes, stat tectis putris avitis in nullos ruitura domus, nulloque frequentem 405 cive suo Romam, sed mundi faece repletam cladis eo dedimus ne tanto in corpore bellum iam possit civile geri. Pharsalia tanti causa mali. MITO DI ROMA Lucano sovverte la prospettiva della poesia epica latina, scrivendo una sorta di anti- Eneide . Le divinità, che avevano contribuito a trasfigurare letterariamente la storia del popolo romano, scompaiono dalla narrazione: rimangono solo l oggettività della storia e la responsabilità degli uomini. Non fu il tempo, che divora tutto, ad annientare queste città e a far piombare nell oblio le testimonianze, ormai sfatte, dell antica potenza: vediamo che tante città sono vuote a causa di un crimine civile. A che piccolo avanzo si è ridotta la folla del genere umano! Tutte le popolazioni della terra non sono in grado di riempire di abitanti le mura e le campagne: una sola città riesce a contenerci. I campi dell Italia vengono coltivati da uno zappatore in catene, la casa, con gli aviti tetti in disfacimento, è ancora in piedi, ma crollerà senza che ci sia più nessuno ad abitarla; nessun cittadino affollerà più la sua Roma, che è invece piena della feccia del mondo: abbiamo provocato un tale disastro, che in un dominio così grande non è più possibile una guerra civile. Farsàlo è la causa di sì immane sciagura. (trad. R. Badalì) queror, da cui dipende l infinitiva Numam iussisse. Numam: al re Numa Pompilio si faceva risalire anche l istituzione di una forma di regolamentazione per le cerimonie e le occorrenze religiose e cultuali. 397-407. Non aetas causa mali edax: l attributo ( divoratore ) connota il tempo che distrugge con l oblio la memoria del passato. rerum: genitivo oggettivo. crimen civile urbes: enjambement con il sintagma da intendere: tante città vuote che vediamo sono (il frutto di) un crimine civile (lett. un crimine civile vediamo tante città vuote ). Generis humani?: domanda retorica con la quale si passa a una riflessione di carattere universale; nota l iperbato* (in enjambement) Generis humani. quo redacta est: lett. dove si è ridotta . populi qui nascimur: lett. (noi) popoli che nasciamo . urbs una: una significa una sola , con riferimento all urbs, cioè Roma, in contrapposizione a Toto orbe. Vincto fossore: ablativo d agente. Hesperiae: il poeta intende l Esperia, cioè il paese occidentale, che sta qui a indicare l Italia (rispetto alla Grecia), mentre altrove designa la Spagna (rispetto all Italia). putris: si riferisce a domus, della quale si dice che è in nullos ruitura, cioè destinata a rovinare sopra nessuno , perché disabitata. nulloque dedimus ne: costruisci: dedimus Romam, frequentem ( popolata ) nullo cive suo sed repletam faece mundi, eo cladis (lett. a tale (punto) di rovina ) ne ecc.; ne introduce qui una consecutiva, che di regola viene espressa da ut non. mundi faece: con questo sintagma Lucano indica con una punta di fiero disprezzo la presenza di stranieri perlopiù di origine orientale dilagante nella città di Roma, svuotata dai veri cives Romani e ancor più adesso in balìa di nessuno, perché i suoi stessi figli sono in lotta tra loro. 191

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Età imperiale