VERBUM DE VERBO - Fortuna e fato

L ET IMPERIALE verbum de verbo / Fortuna e fato / La negazione della presenza attiva degli dèi nella storia è in qualche misura compensata dal riconoscimento di una forza al di sopra di tutto, normalmente definibile come Fatum o fatum. In ambito romano e nei versi di Lucano la nozione di fato è però più filosofica che religiosa; il fato non è una vera e propria divinità, ma un principio impersonale (anche quando assume poeticamente una forma di personificazione): una forza la cui accettazione stoica (amor fati) non è presente nel poema di Lucano (che pure allo stoicismo aderisce). Al contrario, nel Bellum civile, c è una forma di ribellione verso l azione illogica e capricciosa del fato: una ribellione contro quella che appare, appunto, l invida fatorum series. La fortuna, personificata (Fortuna) o meno (fortuna), è invece una sorta di destino individuale, come mostra il frequente sintagma fortuna Caesaris. Si tratta di una forza incontrollabile e sfuggente che porta a compimento il corso incomprensibile del fato: attraverso i colpi della fortuna, il fato si rivela concretamente, nei suoi effetti, all uomo nella sua esistenza personale. Il vocabolo fortuna è una vera e propria vox media, in quanto può assumere significato positivo o negativo a seconda del contesto nel quale è inserito, ed è sfruttato da Lucano con una complessa molteplicità di accezioni. in breve La prova di ciò è la battaglia di Farsàlo e la vittoria di Cesare: una battaglia il cui esito non porterà né pace, né prosperità, ma l inizio di un potere autoritario e quindi i prodromi della fine di Roma stessa. Proprio la negazione di una forma di provvidenza e un pessimismo estremizzato costituiscono la maggiore differenza rispetto all ideologia virgiliana e contribuiscono a fare di Lucano un anti-Virgilio: è un rapporto complesso, che si realizza nella rilettura, nella ripresa e nel capovolgimento, da parte di Lucano, di episodi, personaggi e dettagli virgiliani. L elogio di Nerone L elogio di Nerone Nel proemio (I, 13-66), Lucano inserisce un elogio di Nerone che appotrebbe rappresentare pare fortemente contraddittorio rispetto alla visione sottesa alla narrazione e che è stato una fase preliminare oggetto di molteplici interpretazioni da parte della critica. dello sviluppo del Nell elogio è stato visto un primo stadio della visione lucanea, in cui la figura del pensiero lucaneo, oppure potrebbe princeps poteva in qualche misura sembrare in grado di riequilibrare e ricomporre le fratture essere un brano provocate dal disastro della guerra civile e dalla prima esperienza di potere imperiale dispoironico o meramente tico. Da questa prima valutazione e adesione speranzosa, il poeta sarebbe poi passato alla convenzionale. completa disillusione e alla negazione pessimistica. In alternativa si è ipotizzata nell elogio di Nerone la presenza di una forma di ironia nascosta, comprensibile soltanto a chi, come Seneca e Lucano, era approdato a un aperto dissenso con l imperatore. Una terza ipotesi è, infine, quella di un allineamento di maniera , cioè convenzionale, da parte del poeta, nel rispetto della prassi retorica riscontrabile in tutta la letteratura del periodo e della propaganda attorno alla figura imperiale. Le peculiarità Atipicità del poema di Lucano Rispetto all èpos tradizionale, il poema di Lucano si distindell èpos lucaneo sono gue non soltanto per l argomento storico e non mitologico, ma anche per la modalità con la l andamento annalistico, quale è impostato il racconto. Lucano adotta infatti un taglio a tratti quasi cronachistico-anl affinità con la prosa nalistico. D altra parte, il suo èpos si caratterizza per un affinità con la prosa oratoria, che oratoria, la tensione tragica e l assenza si rileva nell utilizzo di sententiae e nella deformazione che coinvolge eventi e personaggi, dell azione degli dèi. conferendo alla narrazione profondità e pathos propri della tragedia. A tutto ciò si combinano sia l assenza dell azione degli dèi, sostituita sostanzialmente dall introduzione di eventi meravigliosi e dalla magia, sia la mancanza della celebrazione del mito e della storia di Roma. 184

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale