3. Giuseppe Gilberto Biondi • L’anti-sapientia nelle

BRANI CRITICI 15 20 25 massa (epp. 18, 56, 77). E allora non gli resta che, febbrilmente, ancora fuggire (ep. 104), anche quando sa che in campagna nessuno lo attende (ep. 123). Di qui la sfasatura e lo scarto, nel difficile grado che marca non solo il distacco dalla riva reale, dominata dal vitium, ma anche la distanza dalla riva ideale, dominata dalla sapientia. In questo spazio intermedio di penoso profectus2 si gioca in tutti i suoi tempi l incontro con il destinatario, lo sforzo di riconquistare se stesso attraverso la conquista dell altro. La lettera resta senza cornice finale, perché manca l edificante approdo all altra riva. Ma quegli apros doketa3 fulminei lanciati al di là dell ultimo vale sono altrettante corde tese verso la meta. Rafforzato e avallato dalla cultura di sé , Seneca può tornare dalla cella sul pulpito e fornire il viatico di una nuova cultura, aprendo gli occhi non del solo Lucilio ma dell intera umanità, contemporanei e posteri, sulle aporie4 e sui paradossi della condizione esistenziale. Il messaggio finale dell epistola è, in larga misura, ironico. La sua coerenza e credibilità sono, se vogliamo, l ultimo e più importante effetto delle autoironiche cornici iniziali. (G. Mazzoli, Effetti di cornice nell epistolario di Seneca a Lucilio, in A. Setaioli, a c. di, Seneca e la cultura, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1991) 2. profectus: avanzamento. 3. aprosdoketa: aprosdòketon o fulmen in clausula è la conclusione brusca, inaspettata e spesso ironica di un periodo. 4. aporie: contraddizioni. Comprendere il PENSIERO CRITICO 1. Elenca le funzioni che, secondo Mazzoli, le cornici svolgono nell epistolario senecano. 2. Quali caratteristiche comuni hanno tutte le cornici? 3. Giuseppe Gilberto Biondi L anti-sapientia nelle tragedie I personaggi delle tragedie di Seneca incarnano il vizio (in genere l ira) al suo massimo grado; anche la loro ragione è asservita ai fini di esso, in altre parole ad architettare la vendetta. Essi utilizzano le medesime strategie del saggio, ma finalizzate in direzione opposta: anziché alla perfezione della serenità, alla soddisfazione massima del loro impulso ferino. Si trasformano dunque nell opposto esatto del saggio: l anti-sapiens. 5 Quello che interessa maggiormente a Seneca e su cui il poeta si sofferma è il momento drammatico dello scontro logos/alogon1 [ ] che precede il momento tragico (come negli exempla negativi: Medea, Atreo nel Tieste, Clitemestra nell Agamennone) oppure lo segue (come negli eroi positivi : Ercole in Hercules Furens, Edipo nelle Phoenissae e fors anche nell Oedipus...). Ebbene quando nel conflitto pathos/logos2 (che spesso Seneca drammatizza attraverso il dialogo del protagonista con un satelles: così Medea e Fedra con le nutrici, Atreo con il cortigiano, etc.) è il pathos, il furor, ad avere la meglio. Seneca mette bene in rilievo come questo avvenga con uno svuotamento, anzi un capovolgimento del logos: sentenze che racchiudono contenuti e metodi della morale stoica, e che il filosofo spesso utilizza in chiave etico-pe1. logos/alogon: ragione/irrazionalità. 2. pathos/logos: passione/ragione. 162

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale