Tua vivit imago - volume 3

BRANI CRITICI 10 15 20 25 30 dagogica, vengono ri-usate dai protagonisti capti dal furor a difesa dei propri crimini. Così espressioni tipo fortuna opes auferre, non animum potest3 di Med. 176 oppure discutiam tibi / tenebras, miseriae sub quibus latitant tuae4 pronunciate da Atreo (Thy. 896s.), che appartengono al formulario del sapiens, vengono usate, rispettivamente da Medea e da Atreo, a copertura dei propri delitti. L anti-humanitas5 ha inizio con l anti-sapientia. E come i precetti della logica non bastano a trasformare l uomo in sapiens, così l anti-logica (o la logica dell alogon) non basta a fare dell irato o del furiosus un mostro: è necessaria anche l anti- virtus. E come la virtus fa resistere il sapiens o il vir bonus dagli assalti del male, così l anti-virtus deve abbattere, nell irato, gli ultimi positivi istinti della natura. In tal senso si spiega l appello concitato che il protagonista in preda al furor rivolge al proprio animo per spronarlo al misfatto ... Come si vede l uomo senecano giunge anche all abisso percorrendo un cammino: il cammino opposto a quello del sapiens verso la saggezza. In tal modo l inferno tragico si configura non come assenza, ma come speculare capovolgimento dei valori umani. Di qui al grottesco, al truculento, all orrido e a tutti i tetri colori che caratterizzano il teatro senecano il passo è breve. L anti-humanitas è anche anti-natura... Stoicismo e anticlassicismo6 vengono a configurarsi come il contenuto e la forma della cultura neroniana non senza, credo, una ragione profonda: lo stoicismo fornisce per così dire l elemento, il polo ideale e in un certo senso mitico (il logos viene a rappresentare, paradossalmente, il mythos della cultura stoica) mentre l anticlassicismo il polo reale, descrittivo di una storia, di una società, di una umanità degradata e degradante. (G.G. Biondi, La tragedia congestionata, introduzione a Seneca, Medea e Fedra, introduzione e note di G.G. Biondi, trad. di A. Traina, Rizzoli, Milano 1989) 3. fortuna potest: la sorte può portarti via le ricchezze, non il coraggio . 4. discutiam latitant tuae: scuoterò via le tenebre, sotto le quali si nascondono le tue miserie . 5. anti-humanitas: l umanità rovesciata, perché il protagonista della tragedia è una sorta di mo- stro senza nulla più di umano. 6. anticlassicismo: cioè la scelta stilistica di andare contro i canoni classici (di Virgilio e Orazio). Comprendere il PENSIERO CRITICO 1. Su quale momento della scena drammatica si concentra maggiormente Seneca nelle sue tragedie? 2. Spiega con parole tue la seguente affermazione: «l inferno tragico si configura non come assenza, ma come speculare capovolgimento dei valori umani (rr. 22-23). Proposte di lettura... Interpretazioni critiche Due saggi celebri, anche se ormai un po datati, su Seneca sono: P. Veyne, Seneca, il Mulino, Bologna 1999, una lettura in chiave filosofica delle Epistole vòlta a lumeggiare le contraddizioni e la modernità del suo pensiero; e P. Grimal, Seneca, Garzanti, Milano 2000, un saggio dall impianto storiografico che si sofferma su questioni complesse come la problematica datazione delle opere. Imprescindibile per illuminare il nesso fra stile e contenuto da un lato, e la dialettica fra approfondimento interiore e intento predicativo dall altro, A. Traina, Lo stile drammatico del filosofo Seneca, Pàtron, Bologna 2000 (19741). Prospettive diverse La critica, specie anglosassone, ha aperto nuove strade nell interpretazione di Seneca. Una prospettiva interessante è offerta per esempio da J. Ker, The Deaths of Seneca, Oxford University Press, Oxford 2012, che a partire dal forzato suicidio rilegge la concezione senecana della vita come preparazione alla morte. 163

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Età imperiale