2. Giancarlo Mazzoli • L’importanza degli aneddoti nelle

BRANI CRITICI 30 35 sapienti. Sconfitto dalla realtà, tagliato fuori dalla politica, si sceglie un altro allievo, Lucilio, e lo rivendica a sé. Ma, dietro Lucilio, Seneca parla al genere umano, alle moltitudini che verranno [...]. In questa vertiginosa prospettiva egli può prendersi la rivincita sulla più bruciante delusione della sua vita: all imperiale ex allievo egli getta in faccia la sua ultima definizione del sapiens: generis humani paedagogus9 (ep. 89, 13). Una parola così tesa corre il rischio di cadere nel teatrale ma la retorica di Seneca è il suo modo sincero di parlare agli uomini per giovare agli uomini. (A. Traina, Lo stile drammatico del filosofo Seneca, Pàtron, Bologna 2000) 9. sapiens paedagogus: il saggio è il maestro del genere umano . Comprendere il PENSIERO CRITICO 1. Perché, secondo Traina, la sententia rappresenta la cellula stilistica dell epoca imperiale? Perché in età repubblicana tale cellula era rappresentata dal periodo? 2. Che cosa significa che «ogni sintagma è teso al limite della sua forza espressiva (rr. 23-24)? 2. Giancarlo Mazzoli L importanza degli aneddoti nelle lettere di Seneca Nella sezione antologica si trovano molte lettere in cui Seneca prende le mosse da un aneddoto autobiografico, per poi trarre da queste considerazioni filosofiche. In questo brano, Giancarlo Mazzoli (n. 1940) spiega la funzione narrativa e filosofica delle cosiddette cornici , i passi di esordio o conclusione delle lettere in cui Seneca racconta episodi apparentemente banali o ironici: il filosofo ci mostra quanto egli per primo sia lontano dalla meta della saggezza perfetta, e d altra parte le lettere nel loro insieme, e in particolar modo il tono esortativo e netto delle conclusioni di esse, sono impulsi rinnovati a migliorare sé stessi. 5 10 Le cornici non solo ci restituiscono l uomo nella sua quotidiana concretezza, non solo offrono allo stile occasioni non sciupate di viva espressività, ma soprattutto mostrano la complessità e ambiguità dell hic et nunc da cui prende le mosse la scrittura epistolare di Seneca. Il denominatore comune di tutte è il carattere precario, e, per svariate ragioni, squilibrato del rapporto che lega il Seneca delle Epistole al mondo esterno. Le cornici non si aprono mai su una esperienza positiva o comunque univoca della realtà, su una situazione di agio e di stabilità psicofisica. Ci mostrano sempre un Seneca in fase di spostamento oppure in difetto di sintonia con l ambiente, pronto all autoironica denuncia dei suoi quotidiani incidenti. Va in campagna e si imbatte nei fenomeni della senectus1 (ep. 12), che, d altra parte, nemmeno la vita in città gli risparmia (ep. 83); viaggia per mare e naufraga (ep. 53), se non naufraga ancora prima di viaggiare (ep. 87); viaggia per terra e trova fango, buio e polvere (ep. 57) o le scosse dei lettighieri (ep. 55); e quando non si muove subisce le aggressioni del malessere (ep. 54) o dei frastuoni urbani e dei comportamenti di 1. senectus: la vecchiaia. 161

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale