Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE greco, osservando che lo aveva già fatto Cicerone (e in un passo per noi perduto), fanno riferimento a un immagine ancora più dura di quella del soldato: in questo caso l immagine è quella del carceriere (dio) che conduce il prigioniero alla catena. Non ci sono elementi espliciti a questo proposito, ma il contesto è reso evidente dalla scelta dei verbi: duco vuol dire condurre guidando , cioè stando davanti; traho trascino a forza . Questo è precisamente quello che avviene quando si è condotti con una catena: se il prigioniero asseconda il movimento del carceriere, viene condotto; se invece oppone resistenza, viene trascinato dolorosamente. Anche se le parole finali di Seneca tendono a descrivere chi accetta il proprio destino in termini eroici, come dotato di un animo magnus, l immagine della legge universale che emerge da questa lettera è gravata da un idea di oppressione da cui è difficile liberarsi. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Quali sono i diversi insegnamenti che Seneca affida alla prima parte dell epistola 107? 2. Come spesso fa, Seneca sintetizza il concetto centrale del suo discorso in una breve frase a effetto: qual è il significato di offendi rebus istis tam ridiculum est quam queri quod spargaris in publico aut inquineris in luto (rr. 4-6)? Attraverso quale figura retorica è espresso il contenuto? ! repetita iuvant IL DATIVO D AGENTE Ricorda che con la costruzione perifrastica passiva il complemento d agente è espresso in dativo (cfr. quae ideo nulli querenda, par. 6), a meno che non sia utilizzato nel costrutto un verbo che regge tale caso: allora, per non generare confusione, il complemento d agente è espresso regolarmente con a/ab e ablativo. L agente può essere espresso anche in ablativo semplice, quando si tratta di un nome di cosa. Il dativo d agente si trova anche con i tempi composti del passivo di verbi quali audio, intelligo, cognosco, habeo, sumo, quaero, probo e altri. Svolgi&Verifica Esercizi interattivi 1. Inquadra il QRcode: evidenzia, nei periodi proposti (tutti tratti dalle opere di Cicerone), i dativi d agente o le costruzioni a esso alternative. ANALISI 3. Le discussioni filosofiche senecane sono certamente accostabili a dei testi argomentativi in cui il filosofo cerca di sostenere una tesi attraverso una serie di argomenti. Quali tecniche del testo argomentativo riconosci nell esposizione dell epistola 107? 4. Quale metafora usa Seneca per sottolineare il fatto che l uomo deve ubbidire ciecamente alle leggi della natura senza recalcitrare? Rispondi con un riferimento preciso al testo. 5. Quale costrutto sintattico riconosci nell espressione Servi occupationes tuas occasionem fugae putaverunt (par. 1)? 6. Quale funzione svolgono i congiuntivi praeparetur e sciat (par. 3)? Puoi rintracciare nel testo altri congiuntivi sintatticamente simili? 7. Con quali artifici retorici Seneca rende ancora più efficace l effetto della conclusione della prima parte: Hanc rerum condicionem mutare non possumus: illud possumus, magnum sumere animum et viro bono dignum, quo fortiter fortu ta patiamur et naturae consentiamus (par. 7)? 8. Il continuo mutamento dei fenomeni atmosferici è reso da Seneca attraverso una certa variazione: quali mezzi retorici, sintattici, lessicali utilizza il filosofo (par. 8)? 9. Rintraccia le forme impersonali utilizzate. 146

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Età imperiale