Tua vivit imago - volume 3

L autore Seneca 15 ! repetita iuvant 20 p. 146 à 25 Luctus et ultrices posuere cubilia Curae / pallentesque habitant Morbi tristisque Senectus. In hoc contubernio vita degenda est. Effugere ista non potes, comtemnere potes; contemnes autem si saepe cogitaveris et futura praesumpseris. 4. Nemo non fortius ad id cui se diu composuerat accessit et duris quoque, si praemeditata erant, obst tit: at contra inparatus etiam levissima expavit. Id agendum est ne quid nobis inopinatum sit; et quia omnia novitate graviora sunt, hoc cogitatio adsidua praestabit, ut nulli sis malo tiro. 5. [...] Quaedam in nos fixa sunt, quaedam vibrant et cum maxime veniunt, quaedam in alios perventura nos stringunt. 6. Nihil miremur eorum ad quae nati sumus, quae ideo nulli querenda quia paria sunt omnibus. Ita dico, paria sunt; nam etiam quod effu git aliquis pati potuit. Aequum autem ius est non quo omnes usi sunt sed quod omnibus latum est. Imperetur aequitas animo et sine querella mortalitatis tributa pendamus. 7. Hiems frigora adducit: algendum est. Aestas calores refert: aestuandum est. Intemperies caeli valetudinem temptat: aegrotandum est. Et fera nobis aliquo loco occurret et homo perniciosior feris omnibus. Aliud aqua, aliud ignis eripiet. Hanc rerum Luctus... Senectus: la citazione viene dal sesto libro dell Eneide (vv. 274-275), in cui Enea scende agli Inferi e incontra, fra l altro, le personificazioni dei mali: [qui] il Pianto e gli Affanni Vendicatori hanno posto il loro giaciglio / e abitano le pallide Malattie e la cupa Vecchiaia . Qui Seneca intende dire che i mali si trovano in vita ben più spesso che dopo di essa (à pp. 74-76). degenda est: perifrastica passiva: la vita va trascorsa con questa compagnia ; in questa sezione sono numerose le espressioni di necessità e di dovere, legate appunto alle inevitabili difficoltà della vita. potes... potes: soluzione: non possiamo fuggirle (effugere), possiamo disprezzarle (contemnere), cioè non dar loro troppo peso; il parallelismo tra le due frasi è evidenziato dalla ripetizione di potes. contemnes... praesumpseris: la condizione per non dar peso a esse è averle da tempo messe in conto: e le disprezzerai se ci penserai spesso, e ti preparerai a quelle che accadranno . Si tratta dell esercizio spirituale che gli stoici chiamano praemeditatio futurorum malorum, previsione dei mali futuri. 4. Nemo non... tiro Nemo non: è litote* del pronome negativo che amplifica l affermazione, non c è nessuno che non . fortius: comparativo dell avverbio forte. cui... composuerat: relativa. duris: dativo plurale retto da obst tit, si oppone anche alle cose dure . si praemeditata erant: se erano state previste ; insiste sulla necessità di prevedere le avversità con il verbo praemeditari, composto con il prefisso prae- ( prima ) come il precedente praesumo. at contra: l avverbio contra rafforza at, ma, al contrario . inparatus: l impreparato, a cui gli imprevisti giungono inaspettati, riceve i colpi più violentemente. agendum est: perifrastica passiva. ne... sit: finale; il soggetto è il pronome indefinito quid. quia... sunt: causale; novitate è ablativo di causa, poiché ogni cosa risulta più difficile per la sua novità . cogitatio ad sidua: la meditazione continua impedisce che gli eventi negativi risultino eccezionali. ut... tiro: completiva retta da praestabit e anticipata da hoc; nulli è dativo concordato con malo; tiro è il novellino: la meditazione assidua ti garantirà che per nessun male tu sia un novellino . 5. Quaedam in... stringunt Il pronome Quaedam, ripetuto in anafora, sottintende tela, colpi della sorte, raffigurati come armi. Questi colpi sono destinati a noi fin dall inizio (fixa sunt), oppure stanno per raggiungerci (cum maxime, or ora ), oppure ci sfiorano, destinati a un altro. La descrizione si adatta perfettamente a un campo di battaglia, in cui i dardi arrivano da tutte le parti, e anche quelli destinati agli altri sono pericolosi: la vita è esattamente questo. 6. Nihil miremur... pendamus Secondo argomento, dopo l ineluttabilità delle disgrazie: le disgrazie capitano a tutti. miremur: congiuntivo esortativo, non meravigliamoci di ciò per cui siamo nati . quae... querenda: perifrastica passiva con nulli dativo d agente, di cui nessuno deve lamentarsi . quia... omnibus: cau- sale che spiega il motivo per cui non bisogna lamentarsi: questo è ciò che capita a tutti. nam... potuit: costruzione: aliquis potuit pati etiam (id) quod effu git, uno avrebbe potuto subire anche ciò che ha evitato . non quo... sed quod: i due pronomi, riferiti entrambi a ius, che in questo caso va tradotto legge , sono l uno (quo) ablativo retto da usi sunt, l altro (quod) soggetto di latum est: una legge è equa non perché tutti se ne sono serviti, ma perché è valida per tutti . Imperetur: congiuntivo esortativo; il verbo regge il dativo animo, si imponga all animo l equilibrio . 7. Hiems frigora... consentiamus Ecco cos è in nostro potere: sopportare con coraggio le avversità e obbedire alla natura (naturae consentiamur). Si tratta di uno dei principi cardine dello stoicismo. Hiems... aegrotandum est: esempi di ineluttabilità universale tratti dalla natura (inverno, estate, intemperie), di fronte ai quali il comportamento da tenere è espresso con la perifrastica passiva (algendum est, aestuandum est, aegrotandum est): l inverno porta il ghiaccio: bisogna sentire freddo. L estate porta l afa: bisogna sentire caldo. Il tempo variabile mette a rischio la salute: bisogna ammalarsi . fera... omni bus: dagli eventi naturali ad animali e uomini, questi ultimi più pericolosi degli animali: da qualche parte incontreremo una bestia selvatica, o un uomo, più pericoloso di ogni bestia . Aliud... eripiet: dopo le stagioni e gli animali, gli elementi naturali: l acqua porterà via qualcosa, qualcos altro il fuoco ; nota l anafora aliud... aliud. 143

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale