T15 LAT ITA - La commedia della vita

L autore Seneca T15 La commedia della vita tratto da Epistole a Lucilio 80, 6-10 latino italiano Che la vita sia una commedia è immagine frequentissima, dall antichità ai giorni nostri. L interpretazione che ne davano gli stoici (à p. 138) è legata al loro fatalismo: poiché non puoi cambiare il tuo destino, devi accettarlo (T17) e interpretarlo al meglio, come un attore recita la sua parte. Ma l analogia fra uomo e attore comprende anche altri aspetti: in particolare, fa capire come i beni e le caratteristiche esteriori (la ricchezza, la posizione sociale, l aspetto fisico) non ci rappresentino davvero: sono maschere imposte dall alto. Ma allora, per valutare davvero un uomo dobbiamo spogliarlo di tutto questo, come un attore dei suoi abiti di scena: del suo ruolo, del suo potere, dei suoi soldi, e anche della sua bellezza; solo allora lo conosceremo davvero. Perché l unica cosa che conta in un uomo è ciò che lo caratterizza come tale, e che dipende solo da lui: l animo. L immagine acquista ancora più forza se pensiamo che gli attori nell antichità, anche se celebri, erano schiavi socialmente poco considerati quando non apertamente disprezzati. 5 6. Si vis scire quam nihil in illa [paupertate] mali sit, compa ra inter se pauperum et divitum vultus: saepius pauper et fidelius ridet; nulla sollicitudo in alto est; etiam si qua inc dit cura, velut nubes levis transit: horum qui felices vocantur hilaritas ficta est aut gravis et suppurata tristitia, eo quidem gravior quia interdum non licet palam esse miseros, sed inter aerumnas cor ipsum exedentes necesse est agere felicem. 7. Saepius hoc exemplo mihi utendum est, nec enim ullo efficacius exprimitur hic humanae vitae mimus, qui nobis partes quas male agamus adsignat. Ille qui in scaena latus incedit et haec resupinus dicit, en impe ro Argis; regna mihi liquit Pelops, / qua ponto ab Helles atque ab Ionio mari / urguetur Isthmos, servus est, quinque modios accipit et quinque denarios. 6. Se vuoi comprendere come non ci sia nulla di male nel possedere poco, confronta fra di loro i volti dei poveri e dei ricchi: il povero ride più spesso e più spontaneamente; non c è angoscia nel profondo del suo animo; anche se gli capita qualche preoccupazione, passa come una nube leggera; ma la gioia di quelli che vengono chiamati fortunati è fittizia, o appesantita e rigonfia di tristezza, il che è tanto più penoso perché talvolta non è consentito loro mostrare apertamente la loro infelicità, ma sono obbligati a recitare la parte dei fortunati anche con il cuore dilaniato dagli affanni. 7. Devo ricorrere più spesso a questo esempio, infatti nessun altro esprime più efficacemente questo mimo della vita umana, che ci assegna parti che recitiamo male. Quello che incede tronfio sulla scena, e dice superbo Ecco, domino su Argo; mi ha lasciato il regno Pelope, là dove si infrangono sull Istmo l Ellesponto e il mare Ionio è uno schiavo, prende cinque moggi di farina e cinque denari. 6. Si vis... felicem compa ra... vultus: tradizionale critica della ricchezza, in base agli effetti psicologici. Il ricco ha molte preoccupazioni che il povero non ha, e la sua gioia è spesso artificiosa. Seneca parla di paupertas, che non indica l indigenza (egestas), ma il possedere poco: dunque le sue parole non sono iperboliche come si potrebbe pensare. velut... transit: similitudine; le preoccupazioni del pauper passano come una nuvoletta. qui... vo cantur: le persone ricche non sono davvero fortunate o felici, ma vengono ritenute tali. hilaritas... est: hilaritas esprime l allegria di un momento, mentre laetitia e gaudium esprimono la gioia serena e costante che caratterizza il saggio. eo... quia: la causale (quia) spiega il motivo per cui questa allegria artificiosa è ancor più penosa (gravior). non licet... miseros: la gente pretende che chi è ricco e famoso sia sempre allegro, dunque deve tenere per sé la sua angoscia. cor... exedentes: espressione di ispirazione omerica che sottolinea il logoramento interiore. agere: qui rappresentare una parte . 7. Saepius hoc... denarios hoc exem plo: l esempio, appunto, della recitazione. humanae vitae mimus: il mimo era una forma teatrale minore, spesso co- mica e burlesca: non era muto come il mimo moderno, ma costruito su battute improvvisate a partire da un canovaccio. Seneca parla della vita come mimo per sottolineare la miseria dell uomo, anche di chi si crede grande e importante. latus... resupinus: latus ( tronfio ) e resupinus ( a testa alta, impettito ) indicano atteggiamenti del superbo. dicit: segue la battuta dell attore, che è in versi come tutte le pièces teatrali antiche. servus est: gli attori erano schiavi; a maggior ragione stride il contrasto fra l apparenza da re e la misera realtà. Nota lo stacco netto con quanto precede. 135

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale