Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 20 che è utile a sé; ma chi si nasconde e langue, sta in casa sua come in un sepolcro.12 Puoi scrivere il loro nome sulla soglia di casa:13 hanno precorso la loro morte.14 (trad. F.R. Berno) 12. ma chi sepolcro: allusione alla vita ritirata e dedita ai piaceri di certi nobili romani che si definivano epicurei, perché tale filosofia giustificava il ritiro dalla vita politica. 13. Puoi scrivere casa: cioè puoi incidere la loro lapide mortuaria. 14. hanno morte: vivono inutilmente, quindi sono come morti: hanno anticipato la morte fisica con la morte psicologica. Analisi del testo I falsi beni danneggiano l anima Argomento della lettera sono i falsi beni, o beni apparenti: cose che appartengono alla categoria degli indifferenti (à p. 75), cioè non influiscono sulla nostra felicità. Seneca in questo caso va oltre, e sostiene che queste cose sono addirittura deleterie per il nostro progresso morale, perché ci riducono a una condizione bestiale: sono infatti soddisfazioni di desideri materiali, non diversamente dalla fame che spinge gli animali. Il testo, molto breve, è strutturato in una critica ai voti formulati per gli uomini dai loro cari (par.1), che si concretizza in una polemica contro l insaziabilità dell uomo (par. 2), il che lo rende peggiore delle bestie (parr. 3-4) e addirittura paragonabile a un morto vivente (par. 4). L uomo dominato dagli impulsi è come un animale, o come morto In apertura Seneca si rivolge a Lucilio; poi passa a una prima persona plurale; infine, per descrivere la condizione peggiore, alla terza plurale. Dunque, l iniziale identificazione del filosofo con l atteggiamento sbagliato viene poi sostituita da una progressiva distanza che fra sé e gli stolti. La lettera è strutturata in un crescendo iperbolico: gli uomini sono paragonati alle bestie più voraci (i tori), pur essendo molto più piccoli e deboli; poi, anche grazie a una citazione di Sallustio, vengono definiti schiavi del ventre , dunque asserviti ai peggiori istinti e desideri, ancora come le bestie; infine, addirittura sono equiparati a morti viventi. Essere schiavi del ventre vuol dire aver rinunciato alla guida della ragione; per questo l uomo, avendo perso ciò che lo caratterizza come tale, diviene una bestia. Inoltre, poiché si focalizza solo sulla soddisfazione dei suoi desideri, perde anche ogni connotazione di utilità sociale, e finisce rintanato nel suo egoismo. A questo punto diventa anche inutile a sé e agli altri, dunque come morto. Con queste immagini quasi violente, Seneca vuole sottolineare la vanità e soprattutto la pericolosità dei beni che la gente comune ritiene desiderabili: essi non riescono mai a saziare, e si trasformano in desideri inesauribili (ad avere, per esempio, sempre più denaro o potere) che annientano la capacità di ragionare. Un uomo vittima di questi impulsi non è più un uomo. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. L epistola inizia con l espressione «Mi lamento, litigo, mi arrabbio (in latino Queror, litigo, irascor). Che cosa testimonia? Da quale figura retorica è caratterizzata? 2. L epistola si concentra molto sul tema dell alimentazione, descritta non tanto come un bisogno naturale, quanto come un vizio in cui l uomo eccede. Che cosa rappresenta, più in generale, tale riferimento? 3. Che cosa significa l espressione «Vive colui che è utile a molti, vive colui che è utile a sé (rr. 19-20)? COMPETENZE ATTIVE Per discutere Le parole di Seneca appaiono molto attuali se si pensa che i numerosi beni di consumo di cui disponiamo non hanno per noi solo un valore strumentale, ma anche simbolico, in quanto definiscono la nostra identità nel rapporto con gli altri e nella società: questa tesi è stata argomentata da due studiosi americani, M. Douglas e B. Isherwood, nel libro Il mondo delle cose. Oggetti, valore, consumo (Il Mulino, Bologna 2013). Dopo aver letto il testo citato o aver cercato in rete del materiale su questo argomento, organizza un debate a partire dalle seguenti domande: Nella valutazione delle persone, quanto influiscono i beni di cui esse possono disporre? L uomo è veramente ciò che possiede? . 134

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Età imperiale