Tua vivit imago - volume 3

L autore Seneca 10 15 20 34. At si inutile ministeriis corpus est, quidni oporteat educere animum laborantem? et fortasse paulo ante quam debet faciendum est, ne cum fieri debebit facere non possis; et cum maius periculum sit male vivendi quam cito moriendi, stultus est qui non exigua temporis mercede magnae rei aleam red mit. Paucos longissima senectus ad mortem sine iniuria pertu lit, multis iners vita sine usu sui iacuit: quanto deinde crudelius iudicas aliquid ex vita perdidisse quam ius finiendae? 35. Noli me invitus audire, tamquam ad te iam pertineat ista sententia, et quid dicam aest ma: non relinquam senectutem, si me totum mihi reservabit, totum autem ab illa parte meliore; at si coeperit concutere mentem, si partes eius convellere, si mihi non vitam reliquerit sed animam, prosiliam ex aedificio putri ac ruenti. 36. Morbum morte non fugiam, dumtaxat sanabilem nec officientem animo. Non adferam mihi manus propter dolorem: sic mori vinci est. Hunc tamen si sciero perpetuo mihi esse patiendum, ex bo, non propter ipsum, sed quia inpedimento mihi futurus est ad 34. Ma se il corpo è inutile alle sue funzioni, perché non dovrebbe essere opportuno lasciare uscire l animo stremato? E forse bisogna farlo un po prima di quando dovrebbe, per evitare che, quando dovrà farlo, non ne sia in grado; e poiché vivere male è un pericolo più grave che morire presto, è stupido chi finisce col rischiare grosso per guadagnare un po di tempo. Pochi sono stati condotti alla morte senza offesa da una vecchiaia decrepita; per molti la vita è stata un giaciglio inerte, senza frutto per sé: ti sembra tanto più crudele aver perso un pezzettino della vita piuttosto che aver perso il diritto di terminarla? 35. Non mi ascoltare malvolentieri, come se questo parere ti riguardasse fin d ora, e valuta ciò che dico: non abbandonerò la vecchiaia, se mi lascerà integro per me stesso, integro nella parte migliore; ma se comincerà a far traballare la mente, a strappare alcune parti di essa, se non mi lascerà una vita ma un principio vitale, salterò giù da questa casa fatiscente e in rovina. 36. Non fuggirò la malattia con la morte, finché sarà guaribile e non toccherà l animo. Non volgerò le mani contro me stesso a causa del dolore: morire così equivale ad essere vinti. Ma se saprò che devo sopportarlo per sempre me ne andrò, non a causa di esso, ma poiché mi sarà di impedimento per ogni cosa per cui si vive; è debole e ignavo chi muore a causa 34. At si... finiendae Ulteriori obiezioni al tirare avanti la vita quando si è debilitati. ministeriis: dativo plurale, retto da inutile: il corpo, da vecchio, diventa incapace di compiere le azioni quotidiane. quidni: avverbio interrogativo, perché non? , con il congiuntivo dubitativo oporteat. animum laborantem: l animo affaticato (laboro, mi affatico ) va condotto fuori (e-duco) dal corpo inabile. facere non possis: Seneca esclude l aiuto esterno, anche se non era raro che i nobili si facessero aiutare dagli schiavi a suicidarsi, talvolta solo per mancanza di coraggio (anche Nerone lo avrebbe fatto). vivendi... moriendi: i due gerundi al genitivo, in antitesi, dipendono da maius periculum. iniuria: è termine giuridico per l offesa che va contro la legge (l etimologia è da in-ius); in questo caso, la legge di natura che dona all uomo determinate capacità fisiche e mentali. iners vita: un esistenza inerte è un esistenza inutile; iners, letteralmente inattivo (inars), riprende il precedente segnis. crude lius: la comparazione è tra aliquid ex vita perdidisse e ius finiendae. ius: è il diritto di interrompere l esistenza quando si vuole; si oppone alla precedente iniuria. 35. Noli me... ruenti Noli... audire: forma di imperativo negativo; Lucilio, non ancora decrepito, potrebbe non essere interessato ad ascoltare: tuttavia questo è il destino di quasi tutti, come si dice poco sopra. quid dicam: quello che segue è il parere personale di Seneca; quanto precedeva era l esposizione dei diversi argomenti in materia. non relinquam senectutem: non è la vecchiaia di per sé che Seneca teme, ma la perdita dell integrità (totum) fisica o intellettuale. me... mihi: nota l infittirsi di pronomi personali. parte meliore: cioè la ragione. animam: è lo spirito vitale, il respiro che mantiene in vita il corpo. Evidentemente anche nell an- tica Roma esistevano persone ridotte allo stato vegetativo . ex aedificio... ruenti: il corpo è una casa per l anima, ma, se la casa è in rovina, allora conviene precipitarsi fuori. L immagine è quella di un uomo che salta giù (prosilio) da un edificio. 36. Morbum morte... vivit Dopo aver asserito che non fuggirà la vecchiaia di per sé, ora Seneca dichiara che anche la malattia e il dolore in molti casi si possono affrontare. nec officientem animo: dunque la malattia, se intacca solo il corpo, va sopportata. mori vinci est: anche il dolore va tollerato, altrimenti darsi la morte è come dichiarare la propria sconfitta. perpetuo mihi esse patiendum: la malattia cronica, anche se solo fisica, può giustificare l eutanasia, perché è comunque una condizione che altera la mente; esse patiendum è una infinitiva costruita con la perifrastica passiva, retta da sciero. 131

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale