Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE ! repetita iuvant à p. 123 30 35 Crast num si adiecerit deus, laeti recipiamus. Ille beatissimus est et securus sui possessor qui crast num sine sollicitudine expectat; quisquis dixit vixi cotidie ad lucrum surgit. Sed iam debeo epistulam includere. 10. «Sic inquis, «sine ullo ad me peculio veniet? . Noli timere: aliquid secum fert. Quare aliquid dixi? Multum. Quid enim hac voce praeclarius quam illi trado ad te perferendam? «Malum est in necessitate vivere, sed in necessitate vivere necessitas nulla est . Quidni nulla sit? Patent und que ad libertatem viae multae, breves, faciles. Agamus deo gratias quod nemo in vita teneri potest: calcare ipsas necessitates licet. 11. «Epicurus inquis «dixit: quid tibi cum alieno? . Quod verum est meum est; perseverabo Epicurum tibi ingerere, ut isti qui in verba iurant nec quid dicatur aest mant, sed a quo, sciant quae optima sunt esse communia. Vale. si adiecerit... recipiamus: periodo ipotetico della possibilità, con il congiuntivo perfetto nella protasi (adiecerit da adicio) e il congiuntivo esortativo (recipiamus) nell apodosi: se il dio ci concederà un altro giorno (crast num), accogliamolo lieti . securus sui possessor: sicuro padrone di sé ; sui è genitivo del pronome personale riflessivo. qui... expectat: frase relativa. quisque: pronome relativo indefinito, chiunque . ad lucrum: complemento di fine, per un guadagno ; chi la sera andando a letto ha potuto dire ho vissuto (vixi), si alza per guadagnare un altra giornata. 9-10. Sed iam... licet Seneca si avvia alla conclusione della lettera immaginando di rispondere alle domande del suo destinatario, così da mettere a fuoco l insegnamento che potrà trarne. sine ullo... peculio: senza alcun profitto . veniet: indicativo futuro; il soggetto è la lettera (epistula). Noli timere: forma di imperati- vo negativo, Non temere . aliqui... Mul tum: qui in antitesi*: la lettera non porterà solo qualcosa , un qualche guadagno (aliquid), ma molto , un grande guadagno (Multum). Quid... praeclarius: interrogativa diretta; praeclarius è comparativo neutro e hac voce ablativo di paragone: Che cosa è più nobile di questa massima...? . quam: pronome relativo il cui antecedente è voce. illi: dativo femminile singolare, si riferisce a epistula. ad... per ferendam: ad con il gerundivo ha valore finale, per portarla a te ; l oggetto è vox, cioè la massima che subito dopo Seneca esplicita. Malum... nulla est: la massima è costruita attentamente con il chiasmo* est in necessitate vivere / in necessitate vivere... est. Quidni: avverbio interrogativo: Perché mai? . und que: avverbio, dovunque . quod... potest: subordinata introdotta da quod dichiarativo-causale ( per il fatto che ). 11. Epicurus... Vale Sono precetti epicurei quelli che Seneca sta insegnando a Lucilio? Tutto ciò che è vero, risponde il filosofo, è patrimonio personale, da chiunque lo si sia imparato. quid... alieno: espressione sintetica che si può rendere che cosa hai a che fare con un estraneo? ; l estraneo è Epicuro, nel senso che Seneca non è un suo seguace. Quod... est: Ciò che è vero è mio ; la sententia è sottolineata dalla ripetizione est... est. ut isti... sciant: proposizione finale. Qui... aest mant: relative cooordinate [questi] che giurano sulle parole e non giudicano che cosa sia detto ma da chi ; quid... dicatur e a quo (dicatur) sono interrogative indirette dipendenti da aest mant. esse communia: infinitiva dipendente da sciant, [sappiano] che le cose migliori sono bene comune ; quae... sunt è una relativa. Analisi del testo Una struttura tripartita L epistola 12 offre un esempio della struttura tripartita delle epistole di Seneca: esordio aneddotico (parr. 1-3), meditazioni suggerite dall aneddoto (parr. 4-7), esempio storico a conferma (par. 8), esortazione finale con citazioni di Virgilio ed Epicuro (parr. 9-11). L esordio presenta Seneca in visita a una sua proprietà in campagna; il filosofo si comporta come un proprietario astioso e incontentabile: ma i difetti che egli imputa al fattore sono in realtà dovuti alla 122 senescenza della tenuta. Non solo: Seneca incontra un uomo che da bambino gli era stato molto caro, e lo trova decrepito, a ulteriore conferma di quanto lui stesso sia molto anziano. Di qui il discorso passa a focalizzarsi sulla vecchiaia e sull accettazione di essa, in quanto ultima e perciò apprezzabile parte della vita, di cui ogni giorno va vissuto come fosse l ultimo. L esempio storico che Seneca cita per confermare la sua tesi è quello di Pacuvio, un ex governatore della Siria (dal che deduciamo che fosse ricchissimo, poi-

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Età imperiale