T10 ITA - La fine del mondo

L autore Seneca T10 La fine del mondo tratto da Naturales quaestiones 3, 27, 1-3; 29, 4-7; 30, 5 italiano Le Naturales quaestiones sono un testo tecnico-scientifico, con molte argomentazioni non particolarmente avvincenti dal punto di vista letterario (per esempio un elenco di teorie sulla formazione della grandine). D altra parte, non mancano passi stilisticamente curati e tematicamente affascinanti, come il finale del libro terzo, in cui a partire dalle conseguenze delle burrasche, quando il mare si ripulisce abbandonando sulla riva detriti di ogni genere, Seneca passa a parlare della purificazione finale, ossia il Diluvio universale. Si tratta di un mito diffuso in moltissime culture del Mediterraneo, probabilmente in modo indipendente (si ricordi l analogo episodio narrato nella Bibbia; Ovidio racconta una leggenda simile nel primo libro delle sue Metamorfosi). 5 10 15 20 L occasione mi invita ad indagare in che modo, quando verrà il giorno predestinato1 del diluvio, gran parte della terra sarà sommersa dall acqua: se accadrà per opera dell oceano, e il mare che circonda la terra si leverà su di noi, o se copiose, incessanti piogge e un inverno ostinato, cacciata l estate, rovescerà dalle nuvole squarciate un immensa quantità d acqua, o se la terra emettera in più larga misura fiumi e dischiuderà nuove sorgenti, o se2 non ci sarà una sola causa per una tale calamità, ma tutte quante cospireranno insieme e nello stesso tempo le piogge cadranno, i fiumi si gonfieranno, i mari sbalzati dai loro alvei avanzeranno e tutti questi elementi riuniti in un unico fronte si scaglieranno contro il genere umano per annientarlo. Così è. Nulla riesce difficile alla natura, specie quando si affretta verso la propria estinzione.3 Per dar vita alle cose fa parco uso della sua potenza, e interviene con impercettibili accrescimenti; ma per distruggere giunge all improvviso con tutta la sua veemenza. Quanto tempo è necessario perché il bambino, una volta concepito, si conservi fino alla nascita, con quante fatiche viene allevato, delicato com è, con quale accurata alimentazione il fragile corpo finalmente si sviluppa! Ma quanto poco ci vuole perché scompaia! Molti anni occorrono per edificare una città; basta un ora per distruggerla; in un attimo diventa cenere quello che a lungo fu un bosco; tutto ciò che esiste e prospera richiede grandi attenzioni, rapidamente e all improvviso si dissolve.4 Una minima deviazione dalla condizione presente5 basta alla natura per annientare l umanità. Dunque, quando arriverà quel momento ineluttabile, il fato ricorrerà a più cause insieme. Un così grande cataclisma non può verificarsi senza un grande scuotimento del mondo. [...] 1. il giorno predestinato: si tratta di un giorno prefissato dal fato, dunque non dipendente da eventuali colpe dell uomo (come avviene nella Bibbia e anche in Ovidio). 2. se se: l anafora di se (in latino utrum... an... an...) rispecchia la struttura dossografica: Seneca presenta diverse teorie alternative di spiegazione di un fenomeno, le illustra e prende posizione per quella che gli sembra più ragionevole. In questo caso il filosofo sostiene la concorrenza di molteplici cause. 3. Nulla estinzione: sentenza pessimistica e immediatamente illustrata con esempi tratti da vari ambiti: per lo stoicismo, il mondo è un sistema in cui tutto si corrisponde, dunque l organismo umano funziona non diversamente da un ecosistema o anche da una città, e l intero universo è una sorta di macro-organismo in cui tutto deve funzionare in equilibrio, altrimenti si rischia il collasso. 4. Quanto tempo si dissolve: tre esempi: l uomo (il bambino), l ambiente naturale (il bosco), l ambiente antropizzato (la città), accomunati da una grande fatica per essere costruiti e una facilità incredibile a essere distrutti. 5. Una minima presente: cioè dall equilibrio fra i quattro elementi, aria, acqua, terra e fuoco: in questo caso, un sovrappiù di acqua. 117

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale