Tua vivit imago - volume 3

L autore Seneca 30 quia liberat servitio curarum animum et adse rit vegetatque et audaciorem in omnis conatus facit. 9. Sed ut libertatis ita vini salu bris moderatio est. [ ] Sed nec saepe faciendum est, ne animus malam consuetudinem ducat, et aliquando tamen in exultationem libertatemque extrahendus tristisque sobrie tas removenda paulisper. sua lingua, ma perché libera l animo dalla schiavitù degli affanni, e lo dichiara libero e lo vivifica e lo rende più audace di fronte a ogni tentativo. 9. Ma, come della libertà, così del vino è salutare una giusta misura. [ ] Ma se da un lato non è cosa da farsi frequentemente, perché l animo non prenda una cattiva abitudine, dall altro, però, lo si deve talvolta trascinare in una condizione di esultanza e di libertà, e la triste sobrietà va per un po di tempo allontanata. (trad. P. Ramondetti) 9. Sed ut... paulisper ut libertatis... est: similitudine: è necessaria la misura sia nella libertà che nel vino. ne... ducat: finale negativa che ammonisce a non prendere l abitudine a bere. extrahendus... removenda: ogni tanto bisogna anche lasciare libero l animo e rinunciare alla sobrietà. Il brano termina, come era cominciato, con due perifrastiche passive. Analisi del testo Un eccezione al rigorismo La conclusione del De tranquillitate è un caso pressoché unico in cui Seneca si discosta dal rigorismo stoico, che di norma non lascia alcuna concessione al riposo, e sostiene la necessità di svagarsi, e addirittura ricorrendo fra l altro, in un passo qui non riportato, all autorità di Platone di abbandonarsi a una pur moderata ubriachezza. Agli esempi storici di integerrimi romani come Scipione e Catone (par. 5) segue l argomentazione sulla necessità naturale del riposo, tale da essere stato sancito per legge (parr. 6-7). Il discorso si focalizza poi sul vino, e sull opportunità di abbandonarsi all ubriachezza senza farsene travolgere (parr. 8-9). Evidentemente si trattava di un attività prediletta da Sereno, di cui conosciamo da Tacito le frequentazioni della corte neroniana (fu proprio Sereno a coprire l imperatore quando questi si invaghì della liberta Atte, attribuendo a sé stesso questa relazione: Annales XIII, 13, 1-5). La giustificazione dunque viene modellata sul destinatario del dialogo, anche in virtù del suo rapporto di amicizia fraterna con Seneca, e potrebbe non essere estranea a una giustificazione del comportamento stesso del giovane imperatore; questo è indimostrabile data l assenza di elementi che consentano una datazione del dialogo. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Perché, afferma Seneca, è importante lo svago? Quali devono essere, tuttavia, le sue caratteristiche? 2. Con quale breve espressione Seneca riassume il contenuto del passo? 3. Con quali modalità è possibile per gli uomini di Stato, trovare dei momenti di svago e quali modalità suggerisce Seneca? ANALISI 4. Seneca utilizza una similitudine e una metafora, la prima per sottolineare l importanza dello svago, l altra per limitarne comunque il tempo: individuale e spiegale. 5. Per descrivere le virili danze che si concedeva Scipione, Seneca utilizza il verbo tripudiare. Qual è il suo significato e a quale usanza è legato? Quale la sua etimologia? COMPETENZE ATTIVE cazion CA e CIVI Per riflettere Pensi che dal passo del De tranquillitate animi si possano raccogliere utili spunti per favorire un sano divertimento che sappia conciliare il rispetto della mente con quello del corpo? Evidenzia i comportamenti che nel testo sono indicati come salutari, ma che oggi sono ritenuti poco indicati ad assicurare un buon equilibrio psicofisico. OBIETTIVO 3 SALUTE E BENESSERE 109 Edu

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale