Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE la renda cronica (par. 3). Sereno, a questo punto, chiede a Seneca di dare un nome alla sua malattia (par. 4). Con questo inizia l argomentazione vera e propria, che comprende una lunga esemplificazione del comportamento di Sereno, che ostenta la sua parsimonia con dovizia di particolari, dalle vesti al cibo, con dettagliata descrizione dell argenteria povera e degli schiavi non troppo curati (parr. 5-7). A ciò segue un quadro specularmente opposto: il lusso sfrenato esibito dagli amici di Sereno, dalle case rilucenti d oro ai banchetti meravigliosi (par. 8); e i buoni propositi di Sereno vacillano (par. 9). Nella parte omessa (parr. 10-16), Sereno afferma di impegnarsi nella vita politica purché non metta a rischio i suoi principi; eppure basta una lettura ispirata per precipitarlo di nuovo nell agone politico (parr. 10-12). Ancora, ricerca la semplicità nello scrivere, ma poi si lascia prendere dalla passione per lo stile sublime (parr. 13-14). Il suo timore è di rimanere in bilico fra vizio e virtù, chiudendo gli occhi di fronte ai pericoli (parr. 15-16). Infine Sereno torna a chiedere aiuto a Seneca per la sua condizione precaria, paragonata alla nausea durante un viaggio per mare (par. 17). La fine del discorso riprende l inizio: quella di Sereno non è una condizione di vizio senza rimedio, come sarebbe la tempesta per mare, ma piuttosto un fastidio derivante da certezze ancora non salde. I difetti positivi di Sereno I vizi di Sereno, dunque, non sono tra i peggiori, come l ira o l accidia: si tratta di luxuria, amore per il lusso, ambitio, ambizione politica, e vanità letteraria. Il primo è un vizio tipico della società neroniana, dunque particolarmente difficile da abbandonare; il secondo ha a che fare con la difficile scelta dell otium filosofico; il terzo è ancora più specifico, e relativo alla ricerca estetica e stilistica, che costituisce secondo Seneca una perdita di tempo rispetto alla ricerca della verità. Questi vizi sembrano essi stessi delineare un progresso nell animo del destinatario: la luxuria infatti è comune a tutti gli stolti; l ambitio è invece frutto di meditazione e conseguenza di una scelta filosofica già attuata; la vanità letteraria, infine, è propria di chi si sta già dedicando agli studi, solo si lascia prendere eccessivamente dalla forma anziché dal contenuto. Si può dunque dire che la stessa esposizione di Sereno dimostra quanto egli stia progredendo lungo la via verso la virtù. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Quali sono i vizi che Sereno teme maggiormente e perché? Attraverso quali metafore e antitesi vengono descritti? 2. Che cosa, secondo Sereno, può aiutare lo sviluppo della virtù e che cosa, invece, favorisce il persistere del vizio? 3. Che cosa significa l espressione «non è dalla tempesta che sono sbattuto, ma dal mal di mare (r. 58)? Come prosegue la metafora utilizzata da Sereno? COMPETENZE ATTIVE Per confrontare Non tempestate vexor sed nausea, non è dalla tempesta che sono sbattuto, ma dal mal di mare . Seneca nel testo proposto utilizza l immagine del mal di mare, ovvero della nausea, per esprimere lo stato di disagio di chi è ancora incapace di vivere la sua vita, ancorandola alla virtù stoica. La parola dà anche il titolo a uno dei più famosi romanzi del filosofo esistenzialista francese Jean-Paul Sartre (1905-1980), che riflette sul malessere dell uomo novecentesco: ma, se il mal di mare di Sereno è dovuto all incapacità di seguire con determinazione la virtù, altri sono invece i motivi della Nausea di Antonio Roquentin, il protagonista del romanzo sartriano. Dopo aver letto o esserti informato sul contenuto di questo libro, metti a confronto sul tema della nausea Sartre e Seneca, tenendo conto delle diverse vicende biografiche dei due autori e della diversa temperie storico-culturale che fa da sfondo alle loro opere. Per riflettere Se tu dovessi scrivere a Seneca una lettera sulla tua inquietudine di giovane del XXI secolo, che cosa gli racconteresti? Scrivi un breve testo e poi leggilo ai tuoi compagni di classe per confrontarlo con i loro elaborati e tracciare un profilo delle situazioni più comuni che sono alla base dell odierna inquietudine giovanile. 106

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Età imperiale