Le Bucoliche

L ET DI AUGUSTO Le Bucoliche T2 Tìtiro e Melibèo tratto da Bucoliche, ecloga I latino Il pastore Melibèo, costretto a lasciare i pascoli che gli sono stati espropriati, incontra Tìtiro, il quale è riuscito, invece, a conservare le proprie terre grazie all intervento di un dio incontrato a Roma (identificabile forse con Ottaviano). L incontro fra due pastori è situazione comune nella poesia teocritea, dove funge generalmente da occasione per sviluppare un agone poetico; Virgilio, invece, rivoluziona questo motivo letterario, dando sviluppo a un confronto drammatico fra due diverse condizioni esistenziali: quella di Melibèo, pastore privato della propria terra, e quella del fortunato Tìtiro, pastore emancipato dalla schiavitù, che potrà continuare ad abitare la propria campagna. Audio LETTURA | re cu T ty re , tu pa tu lae ba ns su b te gm ne fa g Metro: esametri Meliboeus Tity re, tu patulae recubans sub tegmine fagi silvestrem tenui Musam meditaris avena; nos patriae finis et dulcia linquimus arva. Nos patriam fugimus: tu, Tity re, lentus in umbra 5 formosam resonare doces Amaryll da silvas. 1-2. Tity re avena Costruisci: Tity re, tu, recubans sub tegmine patulae fagi, meditaris Musam silvestrem avena tenui, Tìtiro, riposando al riparo di un ampio faggio, componi una canzone silvestre sulla canna esile . Il cadenzato ritmo dattilico del v. 1, unitamente all insistenza fonica sulla dentale t (Tity re, tu patulae tegmine) e su vocali timbricamente tra loro affini (y, i, u), tenta di riprodurre il suono dello zufolo pastorale. tu: è enfatico ed è contrapposto a nos del v. 3. patulae: l aggettivo, da patulus, è corradicale di pate o, essere aperto , e descrive l ampiezza del faggio. silvestrem Musam: designa la poesia pastorale; musam è infatti metonimia* per carmen. tenui avena: canna sottile ; avena indica, per sineddoche*, la materia di cui è fatto lo zufolo, cioè lo strumento a fiato usato da contadini o pastori, costituito di un cilindro cavo di canna o di bosso e munito di fori e di un taglio trasversale all imboccatura. L aggettivo tenuis si riferisce, nel concreto, alla sottigliezza dello strumento, ma anche, metaforicamente, 80 alla leggerezza del genere bucolico, che si oppone a una poesia epica più alta e solenne. meditaris: il verbo è qui costruito transitivamente con l accusativo musam e assume il significato di comporre un canto . dunque verbo tecnico utilizzato per indicare la composizione poetica e sottolinea l impegno mentale profuso dal pastore nell ideazione del suo canto. 3-5. nos patriae silvas Se Tìtiro simboleggia un mondo ideale, non intaccato dalle guerre civili, Melibèo rappresenta, invece, la condizione degli esuli. L antitesi* è stilisticamente sottolineata dalla disposizione chiastica dei pronomi (tu, v. 1, si contrappone a nos, v. 3; la contrapposizione ritorna poi all interno di v. 4, Nos tu), mentre lo stato di sofferenza di Melibèo è espresso dall anafora* enfatica di nos (vv. 3 e 4), dal poliptoto* di patria (patriae, v. 3; patriam, v. 4) e soprattutto dall iperbato* che separa dulcia da arva (v. 3), espressione del sofferto distacco del pastore dai suoi amati terreni. finis: forma di accusativo plurale in -is, equivale a fines, confini . Il termine indica per sineddoche il territorio intero. linquimus: simplex pro composito per relinquimus. fugimus: il verbo è costruito transitivamente con l accusativo patriam, anziché con ex o ab + l ablativo. tu in umbra: è qui evidente una variatio* del v. 1: tu, Tity re riprende chiasticamente Tity re, tu e lentus in umbra ( placido all ombra ) messo in rilievo dalla dieresi bucolica richiama recubans fagi. formosam silvas: costruisci: doces silvas resonare formosam Amaryll da ( insegni alle selve a risuonare del nome della bella Amarillide ). Doces richiede qui l accusativo della persona a cui è rivolto l insegnamento (silvas, personificate, in virtù di una figura retorica nota come prosopopea*) e l infinito della cosa insegnata (resonare), verbo costruito a sua volta con l accusativo interno anziché con l ablativo strumentale. Amaryll da è accusativo con desinenza greca: un nomen loquens ( la scintillante ), usato anche da Teocrito (che utilizza in realtà anche il nome di Tìtiro, insieme ad Amarillide, nel terzo idillio).

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea