Tua vivit imago - volume 2

L autore Livio 10 15 ! repetita iuvant à p. 621 20 3. Ex quibus locis, etsi eiusdem aetatis fuisset, quae fama in Sabinos? Aut quo linguae commercio quemquam ad cupiditatem discendi excivisset? Quove praesidio unus per tot gentes disso nas sermone moribusque pervenisset? 4. Suopte igitur ingenio temperatum animum virtutibus fuisse op nor magis instructumque non tam peregrinis artibus quam disciplina tetr ca ac tristi veterum Sabinorum, quo genere nullum quondam incorruptius fuit. 5. Audito nomine Numae patres Romani, quamquam inclinari opes ad Sabinos rege inde sumpto videbantur, tamen neque se quisquam nec factionis suae alium nec den que patrum aut civium quemquam praeferre illi viro ausi, ad unum omnes Numae Pompilio regnum deferendum decernunt. 6. Acc tus, sicut Romulus augurato urbe condenda regnum adeptus est, de se quoque deos consu li iussit. Inde ab augure, cui deinde honoris ergo publicum id perpetuumque sacerdotium fuit, deductus in arcem, in lapide ad meridiem versus conse dit. 7. Augur ad laevam eius capite velato sedem cepit, dextra manu bacu lum sine nodo aduncum tenens quem lituum appellarunt. Inde ubi prospectu in urbem agrumque capto deos precatus regiones ab oriente ad occasum determinavit, dextras ad meridiem partes, laevas ad septentrionem esse dixit; 3. Ex quibus locis pervenisset? qui bus: nesso relativo. etsi fuisset: se anche fosse stato della stessa epoca ; protasi di un periodo ipotetico dell irrealtà, di cui le successive interrogative costituiscono le apodosi. quae fama in Sabinos: quale fama sarebbe giunta presso i Sabini? ; il verbo è sottinteso e si ricava dall ultima interrogativa. quo linguae commercio: con quale scambio linguistico ; si tratta di un ablativo strumentale. excivisset: soggetto sottinteso è Pitagora; è la seconda apodosi del periodo ipotetico dell irrealtà, con verbo al congiuntivo piuccheperfetto ( avrebbe indotto ). Quove praesidio: o con quale protezione ; praesidio è anch esso ablativo strumentale. disso nas sermone mo ribusque: diverse per lingua e costumi . pervenisset: soggetto sottinteso è sempre Pitagora, cui si riferisce unus ( [lui] solo ). 4. Suopte incorruptius fuit Suopte op nor: quindi (igitur) ritengo (op nor) piuttosto (magis) che per sua naturale disposizione (suopte ingenio) la sua indole fosse stata temperata (temperatum animum) dalle virtù (virtutibus) . Suopte è ablativo neutro dell aggettivo possessivo suus, unito alla particella enclitica rafforzativa -pte; si riferisce a ingenio, ablativo con valore causale. instructum: formato , participio perfetto di instruo, riferito sempre ad animum. non tam Sabinorum: non tanto dalle dottrine straniere (peregrinis artibus) quanto dalla disciplina rigorosa e severa (disciplina tetr ca ac tristi) degli antichi Sabini . quo genere: è il secondo termine di paragone, con attrazione di genus all ablativo ( popolo del quale nessuno fu mai più austero ). 5. Audito nomine decernunt Au dito nomine Numae: ablativo assoluto con valore temporale. patres Romani: i senatori romani ; il Senato comprendeva anche alcuni Sabini e non dovevano essere rari gli scontri fra le due componenti. quamquam: introduce una concessiva («benché apparisse chiaro [quamquam videbantur] che la preponderanza sarebbe passata ai Sabini [inclinari opes ad Sabinos] se il re fosse stato scelto tra loro [rege inde sumpto] , trad. M. Scàndola); come da norma, è costruito con l indicativo, a differenza di quamvis. rege inde sumpto: ablativo assoluto con valore ipotetico; con inde si intende dalla popolazione sabina . tamen ausi: tuttavia, poiché nessuno osava anteporre a quell uomo né sé stesso né uno della propria fazione né alcuno dei senatori o dei cittadini ; nota l anafora* di nec. ad unum omnes: tutti all unanimità (lett. fino all ultimo ). deferendum: è sottinteso l infinito esse (costruzione perifrastica passiva). 6. Acc tus versus conse dit Acc tus: participio perfetto di accio ( fatto venire ); è participio congiunto con il soggetto sottinteso Numa. sicut: introduce una proposizione comparativa. augurato: forma cristallizzata di ablativo assoluto neutro ( dopo aver preso gli auguri ). urbe con denda: nel fondare la città . de se iussit: ordinò (iussit) che gli dèi fossero consultati (deos consu li) anche riguardo a sé (de se quoque) . L inauguratio veniva praticata anche per i magistrati in procinto di assumere l incarico e gli àuguri erano i sacerdoti preposti a questo rito. In età repubblicana, la prerogativa di trarre gli auspici passò, non senza travagli, ai consoli. cui fuit: che da allora ebbe quel sacerdozio pubblico e perenne in segno di onore (honoris ergo) ; cui è dativo di possesso. deductus: participio congiunto da deduco, riferito a Numa. in arcem: sulla rocca ; l augurio si prendeva sulla parte più alta della città. 7. Augur esse dixit ad laevam eius: alla sua sinistra . capite velato: ablativo di modo. bacu lum sine nodo aduncum: un bastone ricurvo senza nodi . lituum: il lituo divenne ben presto il simbolo degli àuguri stessi. appellarunt: perfetto sincopato per appellave runt. ubi: introduce una proposizione temporale. pro spectu capto: ablativo assoluto con valore temporale (lett. presa una visuale ). precatus: participio perfetto di precor. regiones determinavit: si tratta della delimitazione del luogo dove prendere gli auspici. ab oriente ad occasum: dall oriente all occidente . dextras dixit: disse che le parti a mezzogiorno erano favorevoli, quelle a settentrione sfavorevoli ; quindi se il volo degli uccelli veniva dalle regioni meridionali a destra dell àugure era di buon auspicio, altrimenti era considerato sfavorevole. Nota come Livio adotti il linguaggio tecnico dei riti religiosi (à p. 620). 619

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Tua vivit imago - volume 2
Età augustea