PLUS - Un doppione poetico

L ET DI AUGUSTO Un doppione poetico In una variante testimoniata da alcuni manoscritti Dafne non rivolge la preghiera al padre Penèo, bensì alla Terra: victa labore fugae «Tellus , ait, «hisce vel istam / quae facit ut laedar, mutando perde figuram , «sopraffatta dalla fatica della fuga disse: Apriti, terra, o distruggi, / trasformandola, questa figura che mi è causa di danno . L apostrofe a Penèo è più coerente nel contesto, ma quella alla Terra è propria delle altre versioni antiche del mito di Apollo e Dafne. , dunque, possibile ipotizzare sia che una delle due versioni (verosimilmente questa seconda) sia un interpolazione, sia che siano state entrambe scritte da Ovidio, che ne avrebbe poi scelta una (verosimilmente la prima): se fosse così, si tratterebbe di un caso, estremamente raro nei testi antichi, di variante d autore , conservata dalla tradizione manoscritta. Analisi dei testi Gli dèi innamorati Il racconto è teso, innanzitutto, a fornire l eziologia (cioè la spiegazione dell origine) dell alloro (in greco dàphne) e del suo statuto di pianta simbolo della poesia e del trionfo (ai vv. 560-563, riportati nella nota ai vv. 553-556, compare anche un riferimento più specifico ai trionfi romani, che si concludevano sul Campidoglio, e alle due piante di alloro collocate di fronte alla casa di Augusto). Nel contesto del poema, però, la vicenda è importante soprattutto perché introduce il tema dell amore degli dèi per i mortali o, come in questo caso, per divinità minori quali appunto le Ninfe: un tema predominante nei primi due libri (dopo l ampia sezione cosmogonica), ma presente anche, in misura minore, in quelli successivi. Centro dell episodio è, infatti, l inseguimento di Dafne da parte di Apollo, emblematico dell eterna vicenda del desiderio e del corteggiamento maschile e della ritrosia femminile, fonte di infelicità per entrambi. I due diversi sentimenti nascono dalla volontà, da parte di Cupido, di punire la superbia di Apollo: la passione amorosa non corrisposta è, dunque, una punizione per chi la prova, ma anche, inevitabilmente, per chi ne è oggetto; e la trasformazione finale è l unico modo per Dafne per sfuggire a una situazione per lei insopportabile e per conciliare i desideri e le volontà dei due protagonisti: Dafne conserva la verginità, Apollo riesce infine a fare sua la ninfa. Amore o violenza? Il racconto di Apollo e Dafne ha da sempre suscitato l ammirazione dei lettori e dei critici per l efficacia rappresentativa, per l eleganza stilistica e narrativa, per il vivace contrasto «fra serietà e frivolezza, fra partecipazione e ironia, 512 [ ] fra senso morale e crudeltà, fra natura e arte (A. Barchiesi). Negli ultimi anni la sensibilità contemporanea ha richiamato, tuttavia, l attenzione sulla natura del comportamento di Apollo, che appare, ai nostri occhi, oggettivamente violenta: il dio, infatti, tenta di convincere Dafne a concedersi a lui nel contesto di un inseguimento che, se avesse avuto successo, si sarebbe certamente concluso con uno stupro, come moltissime altre vicende mitiche dello stesso tenore. Su questo aspetto si sono interrogati gli interpreti ovidiani più attenti alle ricadute morali della narrazione letteraria, ma anche poeti, scrittori e artisti che, nel corso dei secoli, hanno raccontato o illustrato, immaginandola talora in forma diversa, la stessa vicenda. Grande rilievo mediatico ha avuto anche, pochi anni fa, la protesta di un gruppo di studenti di un università americana contro una lettura esclusivamente estetica dell episodio di Apollo e Dafne (e di quello di Proserpina rapita da Ade/Plutone), ritenuta offensiva nei confronti delle persone che sono state davvero vittime, nella vita reale, di violenza sessuale. Come giudicare questo tipo di atteggiamento di fronte a un testo classico? Certo sarebbe assurdo pretendere da Ovidio una sensibilità moderna e un attenzione verso tematiche estranee alla cultura nella quale egli viveva e scriveva; al tempo stesso, però, è giusto confrontarsi con i contenuti di un testo antico anche sulla scorta della nostra moderna consapevolezza e sensibilità etica: è, anzi, un modo di prenderlo sul serio , di considerarlo importante non soltanto come testimonianza di un lontano passato, ma anche per il modo in cui esso ancora oggi ci parla di noi.

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea