Tua vivit imago - volume 2

L autore Ovidio Quando erit, ut condas instar Carthaginis urbem 20 et videas populos altus ab arce tuos? Omnia ut eveniant, nec te tua vota morentur, unde tibi, quae te sic amet, uxor erit? Uror, ut inducto ceratae sulpure taedae, ut pia fumosis add ta tura rogis. 25 Aeneas oculis vigilantis semper inhaeret; Aenean animo noxque diesque refert. Ille quidem male gratus et ad mea munera surdus, et quo, si non sim stulta, carere velim; non tamen Aenean, quamvis male cogitat, odi, 30 sed queror infidum questaque peius amo. [ ] Nota mihi freta sunt Afrum frangentia litus: 170 temporibus certis dantque negantque viam. Cum dabit aura viam, praebebis carba sa ventis; nunc levis eiectam continet alga ratem. Tempus ut observem, manda mihi: certius ibis, nec te, si cupies, ipsa manere sinam. 1 75 Et socii requiem poscunt, laniataque classis postulat exiguas semirefecta moras. Quando erit, ut: il sarcasmo dei versi precedenti è solo una parentesi, perché qui l eroina torna subito seria e rivolge a Enea un accorato appello: quando avverrà che . Da ut dipendono i congiuntivi condas e videas. Omnia ut eveniant: ammesso che tutto si realizzi ; è coordinato con nec te tua vota morentur ( e che i tuoi voti [cioè le promesse fatte in passato a Didone] non ti trattengano [qui] ). te tua: allitterazione. morentur: congiuntivo presente del verbo deponente moror. unde erit?: tibi è dativo di possesso (lett. da dove sarà a te ; puoi tradurre: dove troverai ); amet è congiuntivo caratterizzante. 23-26. Uror diesque refert Uror, ut rogis: troviamo di nuovo una sovrapposizione del piano concreto e di quello figurato, ma questa volta nella forma di un duplice paragone (introdotto da ut): ardo (Uror) come le torce spalmate di cera (ceratae taedae) [alle quali] viene applicato lo zolfo (inducto sulpure), come gli incensi devoti (pia tura) dati (add ta) ai roghi fumanti . Aeneas Aenean: anafora del nome di Enea (in poliptoto) che esprime l ossessivo riproporsi del suo volto agli occhi e alla mente di Didone (vigilantis: di me che veglio, che sono sveglia ). 27-30. Ille quidem peius amo Ille quidem tamen: egli, certo, [è] e tuttavia . quo velim: tale che, se non fossi sciocca, dovrei voler (velim) fare a meno di lui (l ablativo quo dipende da carere). non tamen peius amo: questi due versi sono di ispirazione scopertamente catulliana: la collocazione in clausola di odi e di amo richiama, naturalmente, il carme 85 (Odi et amo); anche l idea per la quale l infedeltà costringe ad amare di più è ripresa dal carme 72 (cfr. in particolare v. 5, impensius uror, e v. 8, cogit amare magis). sed queror amo: ma mi lamento del fatto che è infedele e, lamentandomi (questa), lo amo ancora di più (ma a peius si potrebbe dare anche valore pregnante: a maggior mio danno ); nota ancora un altro poliptoto (queror questa). 169-172. Nota alga ratem freta Afrum frangentia litus: i flutti che spezzano la costa africana , con riferimento all impressione suscitata dai bassifondi nel golfo della Sirte (in Libia), che sembrano alterare, per effetto delle onde, la con- formazione della costa, risultando di conseguenza un tratto molto insidioso per la navigazione; da notare l effetto fonosimbolico del ricorrere del suono fr (freta Afrum frangentia), che evoca il rumore dei flutti che si infrangono a riva. carba sa: neutro plurale derivato dal femminile singolare carba sus, che indica un fine tessuto di cotone o di lino; è metonimia* per indicare le vele della nave. nunc ratem: ora l alga leggera (levis alga) trattiene la nave arenata (eiectam ratem) . 173-176. Tempus ut moras Didone chiede a Enea di delegare a lei (manda mihi) la scelta del momento migliore per partire, affinché possa viaggiare con maggior sicurezza (certius): sarà lei stessa, paradossalmente, a costringerlo a salpare, quando sarà il momento, anche se lui, per assurdo, desiderasse restare. Subito dopo l eroina cerca idealmente alleati nei compagni di Enea (socii), i quali, stanchi per le lunghe peregrinazioni seguite alla caduta di Troia, chiedono un po di riposo (requiem poscunt), e nella flotta, che era andata quasi distrutta (laniata) e che ora è stata riparata soltanto a metà (semirefecta). certius: comparativo dell avverbio certe. nec te sinam: costruisci: nec ipsa sinam te manere, si cupies. classis postulat: la flotta viene quasi personificata: anch essa, come i compagni di Enea, sembra richiedere un piccolo rinvio (exiguas moras) della partenza. 489

Tua vivit imago - volume 2
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Età augustea