Tua vivit imago - volume 2

L autore Ovidio in breve La maturità Il periodo seguente, coronato da un successo ormai diffuso e da una vita privata anch essa assai felice (con la terza moglie, Fabia), vede la composizione, tra il 2 e l 8 d.C., dei due poemi di maggiore impegno: i Fasti, che in dodici libri dovevano illustrare le feste e i riti del calendario romano (ma ne sono stati scritti soltanto i primi sei), e soprattutto le Me tamorfosi, poema in quindici libri che racconta la storia del mondo sotto forma di una lunga serie di miti di trasformazione. A questo periodo risale probabilmente anche la stesura delle Heroides doppie (epistole 16-21), tre coppie di lettere che si scambiano altrettante coppie di innamorati. Dal 2 all 8 d.C. L esilio Nell 8 d.C. Ovidio viene colpito da un decreto di relegatio ( confino ) che lo costringe ad abbandonare Roma e a recarsi a vivere, per il resto della sua esistenza, a Tomi (l odierna Costanza), sul mar Nero, anticamente denominato Ponto Eusino ( mare ospitale , chiamato così, secondo la leggenda, dopo il passaggio degli Argonauti; dal latino pontus, mare , e dal greco eu, bene e xènos, straniero ). Non si tratta di un vero e proprio exilium ( esilio ), che prevedeva la perdita della cittadinanza e dei beni, ma è comunque una pena estremamente pesante. Secondo quanto scrive lo stesso poeta, le cause di questa terribile Ovidio trascorre 35 40 45 50 55 quando morì, e io cominciai a essere privo di una parte di me. Ricoprii le prime cariche dell età giovanile e una volta fui uno dei triunviri.6 Restava la curia: ma io restrinsi la striscia di porpora.7 Quello era un fardello troppo grande per le mie forze; né il corpo sopportava né la mente era adatta alla fatica, e io rifuggivo dagli affanni dei pubblici onori; e le sorelle Aonie8 mi allettavano a cercare i tranquilli ozi letterari, quelli che il mio intimo ha sempre amati. Coltivai e adorai i poeti di quel tempo, e quanti vati erano con me, tanti dèi ritenevo che mi fossero accanto. Spesso mi lesse i suoi uccelli, più anziano di me, Macro,9 e i serpenti che nuocciono e le erbe che giovano; spesso era solito recitarmi i suoi amori Properzio in virtù dell amicizia che a me lo legava; Pontico celebre per i versi eroici e Basso10 per i giambi furono parte diletta della mia cerchia di amici, e affascinò le mie orecchie Orazio ricco di ritmi, mentre toccava sulla lira ausonia carmi di dotta fattura. Virgilio lo vidi soltanto, né l avaro destino concesse tempo a Tibullo per la mia amicizia. Egli successe a te, o Gallo,11 Properzio a lui, quarto dopo questi fui io stesso in ordine di tempo. E come io venerai i più anziani di me, così venerarono me i più giovani, e non tardò a divenir nota la mia Talìa.12 (trad. R. Mazzanti) 6. triunviri: Ovidio fu membro del collegio dei tresviri capitales, incaricati di vigilare sui prigionieri e di controllare l esecuzione delle sentenze. 7. restrinsi la striscia di porpora: rimanendo, cioè, cavaliere: sulla tunica dei cavalieri era presente una striscia di porpora più stretta (angusticlavio, da angustus, stretto ) rispetto a quella di senatori (la curia è il Senato) e tribuni (laticlavio). 8. sorelle Aonie: le Muse, che avevano sede sul monte Elicona nella Beozia, chiamata anche Aonia. 9. Macro: Emilio Macro, poeta elegiaco d amore, ma soprattutto autore di tre perduti poemi didascalici, l Ornithogon a Ovidio si dedica a due poemi più ampi, i Fasti e le Metamorfosi. gli ultimi anni della sua vita in esilio forzato a Tomi. Luca Signorelli, Ovidio, 1499-1502. Orvieto, Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta, Cappella Nova o di San Brizio. (sugli uccelli), i Theria ca (sui serpenti velenosi) e gli Alexipharma ca (sulle erbe medicinali, ma il titolo è incerto). 10. Pontico Basso: rispettivamente poeta epico, autore di una perduta Tebai de, e poeta satirico. 11. Gallo: Cornelio Gallo (à p. 39). 12. Talìa: una delle Muse. 439

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Età augustea