LA PROSA

Il contesto letterario La letteratura del principato in breve Notevole è anche il componimento Ciris, altro epillio incentrato sulla storia di Scilla che, innamorata di Minosse, tradisce la famiglia e viene poi trasformata in airone (ciris, appunto). Di incerta datazione, il poemetto appare influenzato, più che da Virgilio, dall Ovidio delle Metamorfosi. LA PROSA Accanto ai tre grandi poeti augustei si colloca uno dei maggiori prosatori latini, Livio (à p. 580), i cui libri Ab Urbe condita ( Dalla fondazione dell Urbe ) si collocano nel contesto di una generale fioritura del genere storiografico, sebbene soltanto della sua opera possiamo leggere per intero ampie parti. In un epoca caratterizzata dal venir meno della libertà politica, l oratoria, slegata dall urgenza del dibattito sull attualità, acquisisce un carattere astratto, configurandosi soprattutto come forma di esibizione oppure di esercitazione: grande successo avranno in età imperiale in particolare le declamazioni, finte orazioni nate in origine nelle scuole di retorica come esercizi e divenute poi una sorta di spettacolo virtuosistico, di richiamo per un pubblico anche assai ampio. Grande sviluppo ha, infine, la prosa tecnica, in particolare con Vitruvio, autore del più importante trattato antico sull architettura. La storiografia Accanto a Livio, l età augustea vede attivi diversi autori di opere storiche, alcuni dei quali secondo la tradizione della storiografia senatoria rappresentata in precedenza da Sallustio sono uomini politici di primo piano, come Asinio Pollione o come lo stesso Augusto, mentre un impostazione diversa caratterizza la storia universale (e non, dunque, romanocentrica) di Pompeo Trogo. Asinio Pollione Dopo una lunga carriera politica di vertice, dalla parte prima di Cesare e poi di Antonio, Gaio Asinio Pollione (76 a.C.-5 d.C.) si ritira a vita privata in seguito alla vittoria di Ottaviano, dedicandosi all attività e alla critica letteraria, nonché a un opera di mecenatismo culturale che coinvolge, tra gli altri, il giovane Virgilio (à p. 48). Le sue perdute Historiae raccontavano le vicende delle guerre civili, probabilmente a partire dal primo triumvirato (60 a.C.) e fino alla battaglia di Filippi (42 a.C.), e sembra fossero caratterizzate, sul piano ideologico, da un ostentata indipendenza nei confronti di Augusto, e, sul piano stilistico, da uno stile scarno fino all oscurità, ispirato a quello dello storico greco Tucidide (V secolo a.C.). Asinio Pollione, uomo Pompeo Trogo Originario della Gallia Narbonese, Pompeo Trogo è autore delle Historiae Philippicae, in quarantaquattro libri, perdute, ma delle quali possediamo il riassunto compilato da Giustino nel II o III secolo d.C. Nonostante il titolo, derivato da quello dell opera del greco Teopompo (IV secolo a.C.), che aveva narrato le vicende di Filippo di Macedonia, quella di Trogo è una storia universale , dall antica Babilonia fino all epoca dell autore; all impero macedone e ai regni ellenistici che ne erano sorti era comunque riservata la parte principale dell opera (i libri dal VII al XL), mentre a Roma (XLIII) e all Occidente (XLIV) erano dedicati soltanto gli ultimi due libri. Questo significa che nella sua visione l impero romano non aveva quell importanza centrale nella storia del mondo che a esso attribuivano Livio e tanti altri storici, letterati e intellettuali. Non solo: sembra che una delle fonti più usate da Trogo sia lo storico greco, a lui contemporaneo, Timàgene, ostile a Roma e ad Augusto. Sebbene non ne siamo sicuri, è dunque possibile che la storia di Trogo, oltre a non essere romanocentrica, fosse anche, in qualche misura, antiromana. L opera di Pompeo Trogo, politico di spicco durante l età di Cesare, è autore di un opera storiografica sulle guerre civili. le Historiae Philippicae, narra una storia universale in cui Roma ha perso il suo ruolo centrale: a essa sono dedicati, infatti, due soli libri. 41

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea