IL SECONDO LIBRO DELLE ELEGIE

L autore Properzio in breve (VII-VI secolo a.C.) che fu il più celebre rappresentante del genere elegiaco nella letteratura greca arcaica; ma il riferimento implicito, veicolato dall aggettivo lenis, leggero, delicato , è alla raffinata poesia alessandrina e a Callimaco (320/310-240 a.C., teorico della poesia alessandrina), cui nei tre libri successivi Properzio si richiama esplicitamente. La funzione consolatoria compare, invece, nella chiusa dello stesso componimento, laddove il poeta scrive, sempre rivolgendosi a Pontico: «perciò, se hai pudore, confessa al più presto i tuoi errori. / Dire di cosa ti struggi, spesso in amore consola (vv. 33-34). IL SECONDO LIBRO DELLE ELEGIE La recusatio Composto di trentaquattro elegie, il secondo libro è assai più lungo del primo anche nel numero totale dei versi. Accanto al tema amoroso, ancora ampiamente dominante, accoglie in alcuni casi anche altri argomenti, certamente a seguito dell avvicinamento dell autore al circolo di Mecenate, che lo sollecita a trattare tematiche legate alla cultura ufficiale e istituzionale: la decima elegia, per esempio, è una celebrazione delle campagne militari di Augusto. Nel complesso, però, Properzio rimane anche nel secondo libro poeta quasi esclusivamente d amore, come dichiara, proprio a Mecenate, nella prima elegia, nella quale, richiamandosi al modello di Callimaco, si dice inadatto a comporre versi epici, secondo il modulo della recusatio ( rifiuto ): «Il marinaio narra dei venti, il contadino dei tori, / il soldato conta il numero delle ferite, il pastore delle pecore; / io invece canto le lotte combattute in un angusto letto: / ognuno consumi il giorno nell arte che conosce (II, 43-46, trad. L. Canali). Nel secondo libro il tema dominante resta quello amoroso ed erotico. Nella prima elegia Properzio si dichiara poeta d amore e rifiuta la poesia alta e sublime del genere epico. Cinzia, presenza costante Cinzia è, dunque, protagonista assoluta anche di questo secondo libro. Tra le elegie più significative, ricordiamo quella nella quale il poeta si rallegra per l abrogazione di una legge contro il celibato e a favore dell incremento demografico, che lo avrebbe costretto a sposarsi e quindi a rinunciare a Cinzia (II, 7; è forse l elegia properziana più lontana in assoluto dagli orientamenti della cultura augustea). In un altra elegia Properzio rivendica la superiorità degli amanti rispetto agli altri uomini perché «solo l amante sa quando perirà e di quale morte (cioè a causa delle pene d amore) e perché, al richiamo della donna amata, potrebbe persino tornare dagli Inferi «per un cammino da nessuna legge concesso (II, 27 à T5). IL TERZO LIBRO DELLE ELEGIE Il discidium da Cinzia e nuovi argomenti Anche nel terzo libro, composto di venticinque elegie, il rapporto con Cinzia rimane il tema principale, ma si fanno più numerosi i componimenti di diverso argomento e legati, nello specifico, ai principali nuclei tematici della cultura augustea: in un elegia (III, 4), per esempio, Properzio augura il successo alla campagna contro i Parti, che in quegli anni veniva progettata; in un altra (III, 22) pronuncia un elogio di Roma e dell Italia; un altra ancora (III, 18) è un epicedio (cioè un componimento in morte) di Marcello, nipote, genero e successore designato di Augusto, morto non ancora ventenne nel 23 a.C. Le elegie per Cinzia si fanno qui, soprattutto verso la fine del libro, più cupe e pessimiste: il servitium amoris si fa sempre più tirannico, con il poeta costretto persino a improvvisi viaggi notturni, e si prepara ormai il discidium, la separazione da Cinzia, che si compie infine, in modo apparentemente definitivo, nell elegia finale: «ho potuto servirti fedelmente Nel terzo libro il tema amoroso e la figura di Cinzia rimangono predominanti, ma il rapporto con la donna si avvia verso il discidium e i componimenti si aprono ad altre tematiche. Testo PLUS In viaggio di notte per raggiungere Cinzia 409

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea