T3 ITA - Una meditazione lirica in punto di morte

L autore Tibullo 5. Gli ultimi due distici dell elegia ribadiscono la contrapposizione tra la scelta del poeta e quella del soldato. Quali figure retoriche accentuano tale tema? COMPETENZE ATTIVE Per discutere in classe Secondo alcuni studiosi, il tema bucolico che caratterizza questa elegia è in sintonia con il programma politico augusteo, che valorizza la vita agreste ed esorta i cittadini alla parsimonia dei prisci mores: ritieni che sia valida questa ipotesi interpretativa oppure pensi che la poesia di queste pagine sia espressione autentica del sentire di Tibullo e dettata unicamente dal suo bisogno di pace e di tranquillità? Discutine in classe, motivando ogni osservazione con opportuni riferimenti testuali. Per confrontare Nell amorosa quiete delle tue braccia: così il linguista, semiologo e critico francese Roland Barthes (1915-1980) intitola il paragrafo dedicato all abbraccio in uno dei suoi libri più famosi, Frammenti di un discorso amoroso. Egli scrive: «siamo ammaliati, stregati; siamo nel sonno, senza dormire; siamo nella voluttà infantile dell addormentato: è il momento delle storie raccontate, della voce che giunge a ipnotizzarmi, a straniarmi, è il ritorno della madre [ ]. Tutto tutto rimane sospeso: il tempo, la legge, la proibizione: niente si esaurisce, niente si desidera: tutti i desideri sono aboliti perché sembrano essere definitivamente appagati (R. Barthes, Frammenti di un discorso amoroso, Einaudi, Torino 2001). Confronta queste parole con quelle di Tibullo che nell elegia I, 1 ci parla della dolcezza dell abbraccio di Delia nella quiete della campagna. T3 Una meditazione lirica in punto di morte tratto da Corpus Tibullianum I, 3 italiano L elegia, da molti considerata il capolavoro di Tibullo, prende spunto da una circostanza autobiografica: mentre accompagna Messalla in una spedizione in Oriente, di poco successiva alla battaglia di Azio (31 a.C.), Tibullo si ammala ed è costretto a fermarsi sull isola di Corcira (l odierna Corfù). Temendo di morire, l io del poeta si abbandona a una serie di ricordi, fantasticherie e vagheggiamenti che, nel loro sviluppo apparentemente casuale, ma in realtà perfettamente coerente, costituiscono l esempio più esteso e compiuto della meditazione lirica tibulliana. Senza di me, o Messalla, andrete per le onde dell Egeo, ma, voglia il cielo, memori di me tu stesso e la coorte. 1 La Feacia mi trattiene infermo in terre sconosciute ma ora tenebrosa Morte tieni lontane da me le tue avide mani, 5 ti prego, tenebrosa Morte, tienile lontane: qui non v è mia madre a raccogliere nel mesto grembo le mie arse spoglie, non v è la sorella che sparga sulle mie ceneri profumi assiri, e pianga con le chiome sciolte davanti al sepolcro; e neanche Delia che alla mia partenza dalla città, 10 si dice che abbia prima consultato tutti gli dèi. 1. La Feacia: l isola di Corcira (l odierna Corfù) nel mar Ionio, con la quale era identificato il paese dei Feaci (l isola di Scheria), dove Odìsseo era approdato dopo aver fatto naufragio. 387

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea