Tua vivit imago - volume 2

45 At bona quae nec avara fuit, centum licet annos vixerit, ardentem flebitur ante rogum, atque aliquis senior veteres veneratus amores annua constructo serta dabit tumulo et «bene disce dens dicet «placideque quiescas, 50 terraque securae sit super ossa levis . Vera quidem moneo, sed prosunt quid mihi vera? Ill us est nobis lege colendus Amor. Quin etiam sedes iubeat si vendere avitas, ite sub imperium sub titulumque, Lares. I T POI ELEGIACI Seppur con tratti originali e personali, ritornano in Tibullo tutte le caratteristiche fondamentali proprie del genere elegiaco, prime tra tutte la centralità del tema amoroso e la condizione del poeta-amante come exclusus e servus della donna amata. Invece colei che sia stata mansueta e non avida, anche se vivrà cent anni, avrà chi la piange davanti al rogo ardente, e qualche vecchio, ricordando con venerazione gli antichi amori, ogni anno appenderà una ghirlanda al tumulo da lui eretto, e dirà allontanandosi: «Riposa serena e in pace; la terra ti sia leggera sulle ossa di tranquilla defunta . Predico il vero; ma il vero a cosa mi giova? M è forza servire Amore com ella impone. Anche se mi ordinasse di vendere la dimora avita, obbedite al suo cenno, o Lari, e vi si metta all incanto. (trad. L. Canali) victos: lett. sconfitti dal denaro , cioè dall impossibilità di pagare le somme richieste dalla ragazza. excludis: ha significato anche concreto, in riferimento all innamorato exclusus ( tenuto fuori ) dalla porta chiusa della ragazza amata. eripiant: congiuntivo ottativo/desiderativo. partas opes: le ricchezze che ti sei procurata . I due termini sono separati dai sostantivi ventus e ignis, che indicano ciò che deve portare via le ricchezze: questo lieve iperbato suggerisce anche graficamente la loro dispersione a opera, appunto, del vento e del fuoco. quin: anzi , avverbio. tua tum: allitterazione*. tua incendia: lett. i tuoi incendi . spectent addat: congiuntivi ottativi/ desiderativi, il secondo con una sfumatura anche esortativa. Seu: congiunzione ( o se ). nec erit ullus: non ci sarà nessuno ; ullus è lett. alcuno : in italiano si rende di solito con la doppia negazione. nec nec: né né . lugeat det: congiuntivi caratterizzanti (esprimono, cioè, una caratteristica propria di una categoria di persone o di cose, e non di una singola persona o cosa). maestas munus: allitterazione; munus è l offerta funebre. 45-50. At bona ossa levis bona fuit: colei che fu buona e non avida ; nota la ripresa dell aggettivo avara (presente già, sostantivato, al v. 35), parola chiave del brano. licet: congiunzione che introduce una proposizione concessiva ( quand anche, anche se ). centum annos: iperbole*. annos vixerit: enjambement*; vixerit è congiuntivo perfetto in dipendenza da licet. aliquis senior: qualcuno un po più anziano . veteres veneratus: veneratus è participio perfetto di veneror, verbo deponente, e ha valore attivo. annua serta: corone [di fiori] annuali , portate cioè ogni anno, nell anniversario della morte. bene quiescas, terra levis: formule tradizionali di omaggio ai defunti, frequenti anche nelle epigrafi. I due verbi, quiescas e sit, sono congiuntivi ottativi/desiderativi. Securae sottintende tibi, a te, e significa lett. sicura , cioè ormai priva di preoccupazioni (dal prefisso se-, senza , e cura, preoccupazione ); la formula più frequente era, infatti, sit tibi terra levis (nella traduzione qui fornita si interpreta invece securae come genitivo: sopra le ossa di [te] sicura ). 51-54. Vera quidem Lares Vera vera: epanadiplosi*. quidem sed: sì ma . prosunt quid mihi: anastrofe* per quid mihi prosunt ( a che mi giovano ). Ill us: forma alternativa al consueto ill us, caratteristica della poesia dattilica; qui si riferisce a Nèmesi. est nobis Amor: perifrastica passiva, con nobis plurale poetico (lett. Amore deve essere venerato da me , quindi devo venerare Amore ). Quin etiam si: che se anche ; quin è avverbio ancora nel senso di anzi . ite Lares: l apodosi del periodo ipotetico prende la forma di una frase imperativa nel contesto di un apostrofe ai Lares familiares (le divinità che vegliavano sull ambiente domestico), qui esortati ad andare sub imperium, cioè sotto il comando della domina, e sub titulum, sotto il titolo , cioè l avviso di vendita all asta. L avidità di Nèmesi e la sottomissione di Tibullo sono portati qui alle estreme conseguenze, sebbene in forma soltanto ipotetica: se la puella pretendesse che il poeta, per comprarle sempre nuovi doni, vendesse addirittura la propria casa, egli non esiterebbe aobbedire; nota come il concetto sia espresso enfaticamente attraverso un apostrofe agli stessi Lari, a evidenziare così la natura in qualche misura persino sacrilega della pretesa della donna. 377

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Età augustea