T1 LAT ITA - Illusioni e delusioni del poeta elegiaco

L INCONTRO CON L AUTORE TIBULLO T1 Illusioni e delusioni del poeta elegiaco tratto da Corpus Tibullianum II, 4, 35-54 latino italiano In questo brano tratto dalla parte conclusiva di una delle elegie per Nèmesi, il poeta lamenAudio ta il comportamento della ragazza, che alla poesia preferisce più concreti doni in denaro. LETTURA La situazione ispira una serie di invettive contro la dea Venere (vv. 25-26), che ha assegnato a Tibullo una domina avida; poi contro chi diffonde i beni di lusso, causa di quella avidità (vv. 27-30); infine, in questo passo, contro la figura di una donna che esclude gli amanti poveri. A lei, alla quale il poeta augura ogni male possibile, è contrapposto l esempio di una bona puella, che, dopo la morte, viene compianta da tutti. Le parole del poeta, tuttavia, non sortiscono l effetto sperato, ed egli è infine costretto ad arrendersi completamente al volere di Nèmesi. le st s a va rae , qu cu Heu mque de d t | fo rma m cae qua le bo nu m mu lt s |a ttu l t lle ma l s! Metro: distici elegiaci 35 Heu quicumque dedit formam caelestis avarae, quale bonum multis adtulit ille malis! Hinc fletus rixaeque sonant, haec denique causa fecit ut infamis hic deus esset Amor. At tibi, quae pretio victos excludis amantes, 40 eripiant partas ventus et ignis opes; quin tua tum iuvenes spectent incendia laeti, nec quisquam flammae sedulus addat aquam. Seu veniet tibi mors, nec erit qui lugeat ullus, nec qui det maestas munus in exequias. Ahi, qual bene aggiunse a molti mali quel dio, qualunque sia stato, che diede la bellezza a una donna avida! Da qui il risonare di pianti e di risse, questa fu infine la causa che fece di Amore un nume infamato. Ma a te, che escludi gli amanti superati da altri nel compenso, il vento e il fuoco rapiscano le procacciate ricchezze, e anzi allora i giovani guardino beffardi l incendio delle tue cose, e nessuno si adopri zelante a gettare acqua sulle fiamme; se per te giungerà la morte, non vi sarà nessuno a piangerti, né chi porga la sua offerta votiva alle tristi esequie. 35-38. Heu quicumque esset Amor Heu: interiezione che introduce una frase esclamativa. quicumque caelestis: qualunque dio, chiunque degli dèi . quale bonum malis: la frase è ironica: ai molti mali propri causati dall avidità delle donne si aggiunge qui un bene , la bellezza, che in realtà non fa che acuirli. Hinc: da qui , con valore causale (hinc può essere 376 TRANSIZIONI L elegia tibulliana è spesso costituita da una successione di idee, apostrofi, allocuzioni, accostati per similarità o contrasto (at). Anche quando il cambiamento di argomento è brusco o improvviso, la cura di Tibullo nel segnalare questo passaggio per mezzo, come in questo caso, di specifiche congiunzioni, fa sì che non siano intaccate l unitarietà e la coerenza dell elegia, che si configura, anzi, quasi come un monologo. SEMPLICIT E RAFFINATEZZA Lo stile di Tibullo è apparentemente semplice e piano, privo di particolari ricercatezze lessicali, stilistiche e metriche; il poeta rifugge tutto ciò che possa costituire uno scarto dalla norma, in nome della chiarezza dei suoi testi. Dietro a questa semplicità vi è però un accurata e raffinata ricerca espressiva, che gli permette di ottenere testi caratterizzati da estrema eleganza. E così, se il lessico non è particolarmente raro o ricercato, si trovano raffinate soluzioni metriche e retoriche: i versi 41-50, per esempio, sono un susseguirsi di clausole allitteranti (addat aquam) e allitterazioni vere e proprie (veteres veneratus, discedens dicet, securae sit super). Nota anche la raffinata costruzione del v. 48: la iunctura annua serta è in parallelismo* con l altra, constructo tumulo, con intreccio di iperbati*. infatti avverbio di luogo, di tempo oppure, come in questo caso, di origine o causa). Hinc haec: nota come la ripetizione a inizio di frase del dimostrativo (prima avverbio, poi aggettivo) conferisca enfasi al concetto. fecit ut: fece sì che ; introduce una completiva con il congiuntivo imperfetto (esset). infamis: malfamato (dal prefisso negativo/privativo in- e fama). Nota l allungamento in arsi davanti a cesura dell ultima sillaba (rispetto al regolare infam s). hic deus Amor: questo dio, Amore ; hic, questo , in contrapposizione a ille del v. 36, quel chiunque fosse, menzionato al v. 35. 39-44. At tibi in exequias At: congiunzione avversativa, qui in funzione di transizione. tibi: apostrofe*. pretio

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea