Educazione CIVICA - L’isolamento sociale volontario

PERCORSI TEMATICI L isolamento sociale volontario La fuga verso l altrove ha sempre rappresentato l evasione da un presente difficile : rifugio, protezione, immersione in un immaginario mondo migliore. Oggi quella che nasce come una costruzione letteraria si realizza talvolta, e soprattutto tra i giovani, attraverso un concreto auto-esilio dalla realtà, da un presente soffocante e spersonalizzante, da una società le cui regole e i cui comportamenti mettono in luce le fragilità di chi non riesce ad adattarsi, a stare al passo con i tempi. L isolamento sociale volontario potrebbe apparire come uno spontaneo atto di negligenza o pigrizia, se analizzato con superficialità, mentre a una sensibilità più attenta appare subito come un disagio psicologico e quindi non tanto dettato da un desiderio razionale, quanto spinto da un istintivo bisogno di autodifesa. I nostri ragazzi in fuga dalla parola Hikikomori, bambini momentaneamente silenziosi , giovani invisibili. In un mondo sopraffatto dal rumore, un nuovo, inquietante, silenzio si fa strada. 5 10 15 20 25 364 Piegano la testa, curvano le spalle. Abbassano lo sguardo o lo spostano altrove, su un punto lontano. E, immobili, braccia rigide, scelgono ostinatamente, volontariamente, di non parlare. Mutismo selettivo : lo chiama così la medicina più attenta a indagare uno dei paradossi della nostra epoca: l afasia. Il silenzio, in un mondo sopraffatto dal rumore. «Alle volte mi sembra che un epidemia pestilenziale abbia colpito l umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze . Così scriveva Italo Calvino nelle Lezioni americane, nel capitolo sull Esattezza . E di epidemia oggi torna a parlare lo psichiatra Manfred Spitzer, nel suo ultimo saggio Connessi e isolati (Corbaccio): una pandemia di solitudine, capace di condurci a molte malattie. E con una manifestazione evidente: la tendenza all isolamento, l esclusione degli altri. Soppressa, aggirata, imbavagliata: mai come oggi la parola è sotto assedio. Sovrascritta da un costante chiasso di fondo. Svuotata di senso da una comunicazione continua, e a tutti i costi: il traffico delle città, il chiacchiericcio ovunque, il frastuono delle case, le voci alzate per farsi più sentire, l illusione di un interazione ininterrotta sui social network. Intanto, un silenzio inquietante si fa strada. Soprattutto tra i più giovani. [...] «I genitori sono disorientati. Gli insegnanti non sanno come comportarsi. Ci si sente impotenti , conferma Marco Giordano, padre di un ragazzo che a 16 anni è precipitato nell isolamento, e impegnato nell associazione Hikikomori Italia, che stima in 100 mila i giovani tra i 13 e i 30 anni, per lo più maschi, arroccati nel loro silenzio. Un ritiro simbolico dal mondo. Di una reclusione volontaria in una dimensione di silenzio. Effetto collaterale, va detto, di una società ipermedializzata. [...]

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea