Tua vivit imago - volume 2

Il pensiero dell altrove 10 15 20 25 pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, d istanti separati da intervalli, di segnali che uno manda e non sa chi li raccoglie. Se ti dico che la città cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla. Forse mentre noi parliamo sta affiorando sparsa entro i confini del tuo impero; puoi rintracciarla, ma a quel modo che t ho detto. Già il Gran Kan stava sfogliando nel suo atlante le carte delle città che minacciano negli incubi e nelle maledizioni: Enoch, Babilonia, Yahoo, Butua, Brave New World.2 Dice: Tutto è inutile, se l ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed è là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente. E Polo: L inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n è uno, è quello che è già qui, l inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. 2. Enoch Brave New World: queste sono invece tutte distopie (o, in termini più generali, città infernali ): la città costruita da Caino e chiamata con il nome del figlio Enoch (Genesi, 4, 17); la città di Babilonia, contrapposta nella Bibbia alla città celeste di Gerusalemme; Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver (1726), in cui gli Yahoo sono creature selvagge; Marchese de Sade, Aline e Valcour (1793), dove il regno antropofago di Butua è contrapposto al paradiso utopico di Tamoé; Aldous Huxley, Brave New World (1932). DI TESTO IN TESTO «La mappa delle Città invisibili è la rete dei possibili e degli impossibili sogno, visione, utopia, immaginazione gioco combinatorio ma anche trama del mondo. La rete diviene, a partire dalle Città invisibili, la metafora visiva con cui Calvino cerca di catturare il mondo che, imprendibile, si agita sotto il suo sguardo . Queste parole del critico Marco Belpoliti (nel saggio L occhio di Calvino, Einaudi, Torino 2006) si possono collegare al recente libro di Benjam n Labatut, Quando abbiamo smesso di capire il mondo (Adelphi, Milano 2021), in cui lo scrittore cileno, raccontando l origine di alcune scoperte che hanno cambiato il corso della scienza moderna, mostra come crollando un sistema del sapere basato su categorie certe a favore di uno fondato sul concetto di probabilità, di molteplicità per l uomo contemporaneo sia di fatto impossibile comprendere la realtà che lo circonda facendo ricorso ai concetti e agli strumenti del passato. FINO A TE Insieme ad alcuni/e compagni/e, con l aiuto dell insegnante di fisica o matematica, svolgi una ricerca sulle scoperte scientifiche che, tra la fine dell Ottocento e la prima metà del Novecento, hanno rivoluzionato la concezione di spazio e di tempo. Alla luce delle informazioni che troverai, discuti in classe di quelle che possono essere, a tuo avviso, le ricadute della nuova visione dello spazio-tempo sulla percezione del mondo dei singoli individui. 363

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Età augustea