Tua vivit imago - volume 2

L autore Orazio letterari greci di età arcaica, destinati a una esecuzione recitativa, con l accompagnamento del flauto, all interno del simposio: un contesto in cui generalmente il poeta, rivolgendosi a un pubblico ristretto di sodali, rivolgeva i suoi attacchi a persone che si configuravano come nemici dell intera consorteria riunita per il banchetto. Busto di Archiloco, copia romana del II secolo d.C. di un originale del IV secolo a.C. Mosca, Museo Pu kin delle Belle Arti. Il primo autore di giambi della letteratura greca è Archiloco di Paro (VII secolo a.C.). Il suo atteggiamento poetico è chiaramente volto al biasimo (psògos) e all invettiva salace, ma è anche dominato da un pragmatico senso della realtà: nel fr. 5 West2 (che Orazio imiterà nell ode II, 7 à T17) egli ricorda di aver abbandonato lo scudo durante uno scontro con il popolo tracio dei Sai, dissacrando uno dei più importanti precetti dell etica militare antica, che considerava disonorevole darsi alla fuga per salvarsi la vita lasciando le armi sul campo di battaglia. Nei suoi componimenti egli canta anche di una travagliata storia d amore con una donna di nome Neobùle: sulla base di quanto possiamo ricavare dai versi superstiti (frr. 30-31 e 118 West2), egli ne era profondamente innamorato, ma il padre della ragazza, Licambe, che aveva inizialmente acconsentito alle nozze del poeta con la figlia, avrebbe poi cambiato idea. Archiloco gli rivolge così la dura accusa di spergiuro (172 West2). Continuatore del genere giambico è Ipponatte di Efeso (VI secolo a.C.), autore di versi particolarmente ingiuriosi nei confronti dello scultore Bùpalo (frr. 1, 19 e à Ipponatte di Efeso in una raffigurazione tratta dal Promptuarium Iconum Insigniorum pubblicato da Guillaume Rouille nel XVI secolo. 120-121 West2), reo di avere scolpito un ritratto caricaturale del poeta. All origine di questa inimicizia è forse una rivalità amorosa, legata a una donna di nome Arète (frr. 12 e 15 West2). Ritorna qui, come in Archiloco, il motivo dell eros connesso a quello dell invettiva, ma non si tratta certo del tema dominante; altri frammenti di Ipponatte, infatti, sono prevalentemente incentrati sul tema della povertà, della quale il poeta si lamenta con gli dèi (frr. 32 e 34 West2): un aspetto da cui la critica moderna ha ricavato l immagine forse distorta ed erronea di un poeta straccione , scostumato o pitocco , non tenendo conto, invece, dell abilità letteraria con cui Ipponatte potrebbe avere messo in atto, con gioco spregiudicato, una finzione poetica che irride atteggiamenti umani e motivi propri della tradizione precedente. Infine, dopo un periodo di silenzio in età classica (V secolo a.C.), il genere giambico torna a essere praticato da Callimaco di Cirene (320/310-240 a.C.), autore di un originale Presunto ritratto raccolta poetica dal di Callimaco. titolo itia ( Cause ), comprendente una quarantina di elegie dedicate alle origini di feste religiose, culti, miti, città, nomi, istituzioni. Nell edizione complessiva delle opere del poeta, gli itia dovevano essere seguiti da diciassette componimenti, generalmente indicati come Giambi, ma più genericamente definiti mèle ( Canti ) dal lessico Suda (un grande lessico enciclopedico di età bizantina, probabilmente del X secolo). Si tratta di testi ispirati alla vivace aggressività giambica di età arcaica, ma con una varietà di metri e di argomenti estranea ai primi giambografi (i componimenti 1-10, 12 e 13 sono in metri giambici e trocaici; i componimenti 14-17 e probabilmente 11 sono in metri lirici vari). Proprio a quest opera Orazio sembra essersi ispirato sia per la var etas tematica, sia per il numero dei componimenti e l ordinamento metrico della raccolta. 219

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Età augustea