2. Le opere: lirica, satira ed epistole in versi

L ET DI AUGUSTO LEZIONE TRECCANI Orazio: Epòdi, Satire, Epistole 2. Le opere: lirica, satira ed epistole in versi VIDEO Le opere di Orazio Orazio è autore di varie opere poetiche, composte e pubblicate in diversi periodi della sua vita, in un arco temporale che va dagli anni immediatamente successivi alla battaglia di Filippi (42 a.C.) al 13 a.C., anno in cui il poeta torna a dedicarsi alla lirica pubblicando il quarto libro delle Odi e compone un epistola indirizzata ad Augusto, inclusa poi nel secondo libro delle Epistole che sarà pubblicato dopo la sua morte. PLUS I contenuti degli Epòdi GLI EP DI Con gli Epòdi Orazio introduce a Roma la poesia giambica, cioè il genere che i Greci, già a partire da Aristotele, associavano all invettiva, al vituperio e alla maldicenza. Nella letteratura greca questo filone poetico aveva trovato in Archiloco (VII secolo a.C.) il suo fondatore e in Ipponatte di Efeso (VI secolo a.C.) un suo autorevole continuatore (à vedi sotto). Ad Archiloco Orazio dichiara di ispirarsi, quando nell epistola I, 19 rivendica orgogliosamente il merito di avere sperimentato per primo questo genere letterario a Roma (vv. 23-25); a Ipponatte rinvia quando nell epòdo 6 si definisce capace di emularne l odio implacabile contro Bùpalo, lo scultore reo di avere effigiato il poeta greco come deforme e brutto (vv. 1114). Prima di Orazio già Catullo si era cimentato nella scrittura di componimenti d invettiva particolarmente aggressivi (per esempio i carmi 29, 52, 93), ma si era trattato di esperimenti letterari fugaci. Orazio, invece, è il primo a scrivere un intera raccolta di carmi di ispirazione giambica e può considerarsi a tutti gli effetti il primo Archiloco romano . gr ce loqui La tradizione giambica greca Il termine giambo (dal greco ìambos) designa propriamente un unità metrica costituita da una sillaba breve e da una sillaba lunga. Attestato per la prima volta in Archiloco (fr. 215 West2), non sappiamo esattamente quale sia l origine del termine. Le etimologie già proposte dagli antichi sono senz altro fantasiose: alcune fonti lo fanno derivare dal verbo greco iàpto ( scagliare , riferendolo alle invettive e ai lazzi scagliati contro un avversario; altre fonti, invece, propongono ricostruzioni a posteriori e lo fanno risalire al nome della serva Iàmbe, che con le sue arguzie e i suoi lazzi avrebbe suscitato il riso di Demetra, addolorata dalla perdita della figlia Persefone, rapita dal dio degli Inferi Plutone (ma, viceversa, sarà stato il nome di questa fanciulla a essere coniato sulla base di quello del giambo). Altre fonti, infine, associano il termine a ambos, nome di un 218 guerriero mitico zoppo e dalla voce spaventosa; ma anche questa appare come una spiegazione a posteriori, costruita sulla base del ritmo zoppicante del giambo. A prescindere dalle dubbie ipotesi etimologiche qui sinteticamente esposte, occorre ricordare che il verso in cui tale unità metrica, denominata giambo , ha avuto più largo impiego nella letteratura greca è il trimetro giambico. La tradizione poetica in questi versi conosce probabilmente una fase preletteraria, nel contesto dei culti rurali in onore di Demetra celebrati a Eleusi caratterizzati dalla presenza di un corteo sacro in cui si scambiavano motti salaci e nell ambito del culto di Dionìso. Dall originario impiego del giambo in questi contesti discende il suo carattere di metro dello scherno e dell invettiva, di cui rimangono tracce sicure nei componimenti

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea