Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO Analisi del testo Introspezione psicologica e rigidità sintattiche Virgilio analizza con grande acutezza il dissidio interiore di Didone, che oscilla fra momenti di lucida razionalità e stati di sovraeccitazione. Egli tende così a sdoppiare la dimensione della coscienza e quella dei sentimenti. Da un lato la regina riconosce la potenza dell amore che in lei si va radicando (solus hic inflexit sensus animumque labantem / impulit, vv. 22-23) e l entità della fiamma che le brucia dentro (Adgnosco veteris vestigia flammae, v. 23); dall altro tenta di richiamarsi alla fides nei confronti del defunto marito (vv. 15-18), considerando la passione per Enea una culpa (v. 19). Questo tentativo di porre un freno razionale e religioso all amore sembra condizionare anche il ritmo e la sintassi del testo. Se, infatti, Virgilio tende generalmente alla dilatazione sintattica della narrazione, inarcando i versi con il frequente ricorso agli enjambement*, è interessante notare come il discorso di Didone assimilabile, per molti aspetti, a un allucinato soliloquio registri, invece, un ridottissimo uso di tale accorgimento retorico-stilistico, quasi come se il poeta avesse voluto mediante una rigorosa disciplina sintattica meglio riprodurre la razionalità a cui la regina tenta disperatamente di aggrapparsi. Ne discende che i pochi enjambement adoperati acquisiscono maggiore rilievo, poiché tutti funzionali all alterna valorizzazione delle due figure maschili che tormentano l animo di Didone: ai vv. 13-14 ille / iactatus fa risaltare la figura di Enea; ai vv. 20-21 Sychaei / coniugis pone l accento sul precedente marito; di nuovo ai vv. 22-23 l enjambement solus hic inflexit sensus animumque labantem / impulit rimette Enea al centro dei pensieri della regina; infine ai vv. 28-29 l enjambement Ille meos, primum qui me sibi iunxit, amores / abstulit riconduce Didone all irremovibile rispetto dell amore per Sicheo. Amor insanus e giochi anfibologici Virgilio descrive l amore di Didone per Enea ricorrendo a una serie di metafore* comuni nel sermo amatorius, tipico soprattutto della tradizione erotico-elegiaca d età ellenistica: la ferita, la fiamma, la malattia. Si tratta di immagini che rinviano a una concezione dell amore come condizione patologica, come amor insanus, fonte di sentimenti contrastanti, reazioni ambivalenti, scelte contraddittorie. Ne discende, sul piano stilistico, una marcata tendenza di Virgilio all uso di espressioni che ammettono talvolta più di un interpretazione, per una sorta di programmatica anfibologia: per esempio, al v. 2 caeco igni si può intendere sia come fiamma accecante , sia come fiamma nascosta, furtiva , secondo un valore di matrice lucreziana che troviamo nel quarto libro del De rerum natura, al v. 1120 (usque adeo incerti tabescunt vulnere caeco, «in tale incertezza si consumano per una piaga segreta , trad. L. Canali). Il verso è da contestualizzare in un passo molto celebre (vv. 1058-1120) in cui Lucrezio descrive gli effetti patologici dell amore, che con l atto sessuale dà tregua temporanea agli amanti, ma poi riaccende in loro un desiderio insaziabile, desiderio paragonato, per l appunto, a una ferita invisibile e sempre aperta. Armis, al v. 11, oltre al valore nelle armi (come ti è stato proposto nella nota al verso), si potrebbe intendere secondo Antonio La Penna anche come ablativo di armus ( spalla , braccio ): un valore non trascurabile, che renderebbe forse anche più coerente il nesso quam forti pectore et armis ( con quanta forza nel petto e nelle spalle ), mantenendo sul piano fisico l attrazione di Didone per Enea e lasciando fuori il riferimento alle imprese di guerra dell eroe, che sono poi meglio esplicitate al v. 14. Anche huic uni al v. 19 presenta ambiguità nell interpretazione: può essere concordato con culpae, come abbiamo proposto nella nota ( a questa sola colpa ), ma potrebbe anche essere isolato da culpae e riferito a un sottinteso illi ( a questo solo uomo ), oppure ammettere una duplice concordanza, sia con culpae, sia con illi. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Perché Didone resta così colpita dalla figura di Enea? Quali aspetti in particolare la toccano? 2. A che cosa allude il v. 21? Perché si può affermare che l espressione contiene un anacronismo? 3. Perché, alla fine delle parole rivolte alla sorella, Didone scoppia in un pianto a dirotto? 154

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Età augustea