Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO Analisi dei testi Un racconto dentro il racconto Virgilio suggella la trattazione dottrinaria delle Georgiche con la favola di Aristèo, un epillio* eziologico inserito allo scopo di illustrare l origine della bugonìa, cioè la generazione delle api dalla carcassa di un bue. Non si tratta di una digressione esornativa, ma di un racconto mitologi co che esemplifica il senso più profondo dell opera. Aristèo è il pio agricola per eccellenza, l eroe civiliz zatore, l inventore di tecniche agricole come l apicol tura e la pastorizia. Condannato da una pestilenza a veder morire le sue api, cerca di capire quale ne sia la causa e, guidato dalla madre, la ninfa Cirene, scopre da Pròteo dio marino multiforme, capace di trasformarsi in varie creature che egli ha invo lontariamente provocato la morte di Eurìdice, sposa di rfeo. Attraverso un rito di espiazione prescrittogli dalla madre Cirene, Aristèo riesce a riportare in vita le sue api dal cadavere di un bue in decomposizione. All interno di questa favola, con una tecnica nar rativa tipica della letteratura alessandrina, già speri mentata da Catullo nel carme 64 (ove l episodio di Arianna abbandonata è inserito nell epillio dedicato alle nozze di Pèleo e Teti), Virgilio incastra la vicenda di rfeo ed Eurìdice. Tra le due storie intercorrono importanti similarità: sia Aristèo che rfeo sono eroi civilizzatori (cioè figure mitiche che trasmettono agli uomini conoscenze, arti e tecniche); entrambi han no sofferto una grave perdita (Aristèo le api, rfeo la sposa) e cercano di rimediare ai propri errori; entram bi devono affrontare una catàbasi (ossia una disce sa ) per riportare in vita ciò che hanno perduto (Ari stèo alle origini delle acque dei fiumi, rfeo agli Inferi). Sono però le differenze a dare nuova luce all intero poema, la più importante delle quali riguarda le con clusioni delle rispettive vicende: quella di Aristèo ha un esito felice, perché l eroe riesce a far rinascere le api; quella di rfeo ha un epilogo tragico, perché si conclude con la morte di Eurìdice. Da questa diffe renza discende un messaggio ideologico fondamen tale: l esempio da non seguire è quello di rfeo, men tre l eroe esemplare è Aristèo, perché incarna le virtù del pio agricola, sottomesso alle leggi divine, docile e disposto a farsi istruire per avere successo. Un discorso sulla poesia Se il modello etico cui Virgilio aderisce è quello rappresentato da Aristèo, ciò non esclude che egli provi una forte ammirazione per rfeo. Anzi, lo stile con cui sono descritte le vi 138 cende dei due personaggi mostra bene come la sim patia di Virgilio sia principalmente orientata verso l in ventore della musica e della poesia: mentre la favola di Aristèo è descritta con toni oggettivi ed espressioni formulari, la storia di rfeo è sviluppata con una for ma che denuncia un aperto coinvolgimento emotivo e affettivo da parte del poeta (nota, per esempio, il pàthos evocato dall esclamazione e dalla ripetizione del nome di Eurìdice ai vv. 525-527). Virgilio è attratto dalla figura di questo poeta-cantore, che per amore viene meno al rispetto delle prescrizioni divine; egli vede in lui il prototipo dell amante elegiaco, un mo dello esistenziale alternativo a quello del pio agricola incarnato da Aristèo. I due modelli esistenziali rappresentati da Aristèo e rfeo simboleggiano così anche due diverse scel te poetiche: il primo, caratterizzato da tenacia e fer mezza, quella della poesia civile, incentrata sui valori comuni e posta al servizio della comunità; il secondo, connotato da furor e dementia, quella della poesia d amore elegiaca, forma d arte personale e privata. Ne deriva che il fallimento a cui va incontro rfeo di venta metafora* del fallimento della poesia elegiaca stessa: Virgilio subisce il fascino di questa poesia, da cui tuttavia decide di prendere le distanze in quanto vi riconosce una scarsa incidenza sulla realtà (com era già emerso dall ecloga X à T6). La funzione poetica dell elegia d amore si riduce, per Virgilio, alla flebile invocazione del nome della donna amata (vv. 525527): un vacuo lamento, isolato dal mondo, privo di fisicità ed estraneo alle sollecitazioni della vita. à HuguesJeanFran oisPaul Duqueylard, Orfeo, XIX secolo. Collezione privata.

Tua vivit imago - volume 2
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Età augustea