Palestra per l’Esame di Stato

Sezione I Appoggiarsi agli elementi linguistici Alla scoperta della prova Se è vero che l impresa della comprensione del testo oltrepassa ciò che è esplicitato dalle parole, il punto di partenza sono proprio le parole. Si potrebbe paragonare il traduttore a un alpinista che scala una parete rocciosa: i dati linguistici (le forme della parola, la grammatica, il lessico) sono gli appigli a cui si aggrappa e che non deve mollare per evitare di cadere (gli obiettivi 2 e 3 mirano proprio a una salda presa sugli elementi linguistici). Ma si guadagna la vetta solo quando ci si serve del punto di appoggio per andare oltre, per trovare un appiglio più alto e continuare a salire. Verifica della conoscenza delle principali strutture morfosintattiche Individuare le strutture linguistiche e riconoscerne la funzione Per esempio Il punto di partenza deve essere saldo: occorre perciò un attento esame di ogni parola e dei nessi tra le parole per individuare le strutture morfosintattiche e quindi la loro funzione. Si tratta di un operazione di disambiguazione perché tali strutture in sé sono polivalenti: per esempio in latino la desinenza -is del nome può indicare casi diversi e anche l appartenenza a declinazioni diverse; oppure, a livello sintattico, ut e il congiuntivo indica diversi tipi di subordinate. Il traduttore, dunque, esplora il testo per individuarne i costituenti e riconoscere le strutture linguistiche; quindi formula ipotesi per disambiguarne la funzione, mettendo alla prova le valenze alternative ed eliminando quelle che non sono compatibili con il contesto (cioè non danno senso). Nella lettera Ad familiares XIV, 14, composta subito dopo che Cesare ha passato il Rubicone, Cicerone da Formia scrive alla moglie e alla figlia rimaste a Roma per consigliarle sul da farsi. In un passaggio si legge: Si ille Romam modeste venturus est, recte in praesentia domi esse potestis; sin homo amens diripiendam urbem daturus est, vereor ut Dolabella ipse satis nobis prodesse possit. Il nodo da risolvere è l ambiguita sintattica del nominativo latino: homo amens è soggetto o predicativo del soggetto? E anche l indeterminatezza della referenza: a chi si riferisce l espressione homo amens? A Cesare o a qualcun altro? Per formulare un ipotesi di soluzione occorre esaminare il testo con attenzione: la ripetizione si... sin consente di cogliere la correlazione tra ille... modeste venturus est e homo amens ... daturus est. Si possono formulare due diverse ipotesi: 1) ille e homo amens sono soggetti diversi dei predicati verbali: «se quello intende giungere a Roma prudentemente... ma se un pazzo si dara a saccheggiare la citta ... ; 2) homo amens è correlato all avverbio modeste: modeste determina il predicato verbale venturus est mentre homo amens il predicato daturus est, «se quello intende entrare in Roma prudentemente... se invece, come un pazzo, si dara a saccheggiare la citta ... . la seconda ipotesi a rendere chiaro il senso dell espressione: si tratta di due alternative che Cicerone prospetta per il comportamento al momento imprevedibile di Cesare (referente dunque di ille e di homo amens). Mettere alla prova l ipotesi facendola reagire (quasi un esperimento chimico!) nel testo consente di individuare lo specifico apporto semantico della sequenza; al tempo stesso l interpretazione della sequenza approfondisce la comprensione dell intenzione comunicativa. Comprensione del lessico specifico Comprendere il lessico Lo stesso lavoro di disambiguazione è necessario per il lessico. L obiettivo cita solo il lessico specifico , cioè proprio di un determinato ambito o genere letterario. In realta , 13

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Preparazione alla prova di indirizzo del liceo classico