Promessi sposi

I PROMESSI SPOSI 95 terribile, impassibile! Quante volte avrebbe voluto sentir davvero la voce di colei, qualunque cosa avesse potuto minacciare, piuttosto che aver sempre nell intimo dell orecchio mentale60 il susurro fantastico61 di quella stessa voce, e sentirne parole ripetute con una pertinacia,62 con un insistenza infaticabile, che nessuna persona vivente non ebbe mai! 60. dell orecchio mentale: del suo udito immaginario. 61. fantastico: spettrale. 62. pertinacia: ostinazione. a TU per TU con il testo Che cos è il rimorso? La consapevolezza di avere compiuto qualcosa di sbagliato, ingiusto, stupido, accompagnata dal desiderio di porvi rimedio. Non sempre è possibile: il passato è passato e bisogna fare i conti con le proprie responsabilità. Condividerle, parlarne, scusarsi, confessare può essere un balsamo. Soffrire per le proprie colpe del resto è già un primo sintomo di ravvedimento. Solo le persone anaffettive reggono senza problemi pesi insostenibili, come quello che opprime il cuore della monaca di Monza. Manzoni illumina finemente un percorso mentale che prima o poi in molti sperimentano, anche senza rendersi complici di un crimine, come accade a Gertrude. Quanto meno parliamo di quella tale questione, tanto più essa visita i nostri pensieri, arrivando a infestare anche i sogni. Cerchiamo di seppellirla sotto altre occupazioni, evitando di restare soli con noi stessi, ma lei resta lì, in attesa paziente, acquattata nell ombra. Cancelliamo i messaggi dal cellulare, evitiamo di incontrare le persone in grado di risvegliare i sensi di colpa, ma non c è scampo. Alla sera nel letto, spenta la luce, un riflettore accecante si accende nella mente, e illumina un volto, un luogo, un momento: la nostra ossessione, limpida, è tornata a tormentarci. Non resta che affrontarla. Mosè Bianchi, Una donna prega in chiesa, seconda metà del XIX secolo. Analisi Un ambigua «signora 92 La comparsa in scena di Gertrude, alias la monaca di Monza, è abilmente preparata da Manzoni, che crea tutte le premesse per suscitare la curiosità del lettore. Il carrettiere che porta Lucia e Agnese in convento, così come il padre guardiano dei cappuccini, nomina con riverenza e circospezione la misteriosa «signora . Lucia, disorientata (in quanto non aveva mai visto un monastero, rr. 3-4), entra nel parlatorio e finalmente intravede una monaca dietro le inferriate di una finestra. lei. La descrizione della giovane e inquieta «signora è un capolavoro della ritrattistica di epoca romantica, che dà immediato rilievo visivo a una personalità contrastata, e non a caso ha ispirato molti pittori.

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