Classe di letteratura - Giacomo Leopardi

DENTRO IL TESTO Ricordo e disinganno La funzione allegorica di Silvia La struttura del componimento I contenuti tematici Il poeta rievoca la figura di Silvia, una giovane coetanea di Recanati: ripensa a quando lei lavorava al telaio e faceva risuonare del suo canto tutte le case intorno; contemporaneamente egli studiava e faticava sui libri, ed entrambi erano accomunati dal sogno di un dolce avvenire, quando ancora, nella primavera della vita (non a caso siamo nel maggio odoroso, v. 13) è possibile nutrire un aspettativa di felicità. Il sopraggiungere del vero (v. 60) ha spento però i comuni sogni della giovinezza: per la ragazza è giunta presto la morte, a troncare ogni illusione di felicità; al poeta la natura ha invece consentito di continuare a vivere, ma vedendo cadere a una a una le promesse da essa ricevute (O natura, o natura, / perché non rendi poi / quel che prometti allor? perché di tanto / inganni i figli tuoi?, vv. 36-39), senza conforto e senz altra certezza che quella della fine incombente. Nonostante la costruzione poetica del canto sia condotta intorno alla figura femminile, invocata nell incipit come se fosse presente, il suo ruolo, ben oltre ogni riferimento autobiografico, acquista progressivamente un significato universale. Anche gli accenni alla realtà della vita vissuta presenti nelle prime strofe (Sonavan le quiete / stanze, vv. 7-8; Io gli studi leggiadri / talor lasciando, vv. 15-16), che sembrano conferire al componimento l atmosfera dell idillio, trascendono in una dimensione allegorica. Non a caso, come ha osservato il critico Marco Antonio Bazzocchi, «le caratteristiche di Silvia, l atto di tessere e di cantare, vengono riprese dal famoso passo virgiliano, più volte ricordato da Leopardi, del canto di Circe al telaio : proprio come Circe, e anche come Persefone, la ragazza incarna la divinità che mette in contatto i vivi e i morti, rappresentando il ciclico ritorno della primavera e quindi, nel sistema filosofico del poeta, delle illusioni. Allo stesso tempo, però, la morte di Silvia le conferisce anche un altro valore simbolico: la vicenda della ragazza diventa l emblema della separazione dell uomo moderno dalla vita della natura, non più benigna ma «matrigna , secondo la visione cosmica del pessimismo elaborata da Leopardi. In tal modo, il destino della giovane prematuramente scomparsa riassume quello di tutte le umane genti (v. 59): Silvia diventa una sorta di allegoria della morte stessa, non solo di quella fisica, ma anche di quella delle speranze e delle illusioni. Le scelte stilistiche Le sei strofe, di diversa lunghezza, si focalizzano su particolari aspetti o motivi, essendo alternativamente dedicate ora a Silvia ora al poeta stesso, ma con sottili richiami dall una all altra, in modo che il discorso lirico fluisca con un efficace sviluppo parallelo. La prima strofa: l evocazione musicale di Silvia La prima strofa è interamente occupata da un apostrofe a Silvia, che il poeta invita a ricordare il tempo felice della giovinezza. Con pochi aggettivi, distribuiti in due coppie, la seconda delle quali costituisce un ossimoro (ridenti e fuggitivi, v. 4; lieta e pensosa, v. 5), Leopardi offre un ritratto psicologico concentrato di una fanciulla che si affaccia alla vita con gioia e insieme con trepidazione. L idealizzazione delle speranze giovanili avviene mediante l uso del lessico tipico della tradizione lirica, specialmente petrarchesca (rimembri, v. 1; beltà, v. 3; mentre gli occhi ridenti, v. 4, richiamano un immagine tipica dello Stilnovo) e una accentuata musicalità, ottenuta dalle allitterazioni in v e s (Silvia, vita, splendea, fuggitivi, pensosa, salivi), oltre che dal gioco anagrammatico tra Silvia e salivi (v. 1 e v. 6). La seconda e la terza strofa: la vaghezza che trasfigura la realtà Nella seconda e nella terza strofa il poeta rievoca il contesto quotidiano della vita di Silvia e della propria. Il filtro della memoria suggerisce la messa in pratica della poetica del vago e dell indefinito grazie ad aggettivi o espressioni quali perpetuo, vago, odoroso, da lungi ecc., tramite cui viene espressa la piacevole sensazione di una realtà trasfigurata. Le promesse della giovinezza affiorano grazie alle immagini di un repertorio solare, quasi idillico: oltre al maggio odoroso (v. 13), abbiamo il ciel sereno, / le vie dorate e gli orti (vv. 23-24). La quarta strofa: le macerie della realtà Nella quarta strofa le speranze coltivate dai due ragazzi si capovolgono in una realtà di sventura: si manifesta così l inganno perpetrato dalla natura, oggetto di una dura apostrofe (vv. 36-39), in cui il ritmo, in una poesia dalla sintassi piana e dal periodare ampio e musi- 84 / GIACOMO LEOPARDI

Classe di letteratura - Giacomo Leopardi
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