Classe di letteratura - Giacomo Leopardi

15 20 25 30 dal sole, che gli ha dato la vita; si corruga,4 langue, appassisce. Là quel giglio è succhiato crudelmente da un ape, nelle sue parti più sensibili, più vitali. Il dolce mele5 non si fabbrica dalle industriose, pazienti, buone, virtuose api senza indicibili tormenti di quelle fibre delicatissime, senza strage spietata di teneri fiorellini. Quell albero è infestato da un formicaio, quell altro da bruchi, da mosche, da lumache, da zanzare; questo è ferito nella scorza e cruciato6 dall aria o dal sole che penetra nella piaga; quello è offeso nel tronco, o nelle radici; quell altro ha più foglie secche; quest altro è roso, morsicato nei fiori; quello trafitto, punzecchiato nei frutti. Quella pianta ha troppo caldo, questa troppo fresco; troppa luce, troppa ombra; troppo umido, troppo secco. L una patisce incomodo e trova ostacolo e ingombro7 nel crescere, nello stendersi; l altra non trova dove appoggiarsi, o si affatica e stenta per arrivarvi. In tutto il giardino tu non trovi una pianticella sola in istato di sanità perfetta. Qua un ramicello è rotto o dal vento o dal suo proprio peso; là un zeffiretto8 va stracciando un fiore, vola con un brano,9 un filamento, una foglia, una parte viva di questa o quella pianta, staccata e strappata via. Intanto tu strazi le erbe co tuoi passi; le stritoli, le ammacchi, ne spremi il sangue, le rompi, le uccidi. Quella donzelletta10 sensibile e gentile, va dolcemente sterpando11 e infrangendo steli. Il giardiniere va saggiamente troncando, tagliando membra sensibili, colle unghie, col ferro.12 4 si corruga: si raggrinzisce. 5 mele: miele. 6 cruciato: tormentato. 7 ingombro: impedimento. 8 zeffiretto: vento leggero. 9 brano: piccola parte. 10 donzelletta: giovinetta. 11 sterpando: strappando. 12 col ferro: con le forbici. Le parole valgono languire Ci vengono in mente certi pomeriggi estivi quando, infiacchiti dalla canicola, l unica forza che ci rimane è quella di abbandonarci sul divano, boccheggiando. Languire è il verbo giusto per esprimere la condizione di chi si trova in uno stato di abbattimento, di vuoto (perfino lo stomaco langue quando la fame ci affligge), di estrema debolezza. Langue la fiamma quando perde intensità, si langue nella miseria se si vive stentatamente, anche gli affari languono se il lavoro non prospera. Languire di desiderio o d amore... Con quale altro verbo potresti sostituire, in questo caso, il verbo languire? DENTRO IL TESTO Il giardino come allegoria dell infelicità L enfasi drammatica I contenuti tematici Il brano è scritto nel 1826, in uno dei momenti più cupi della vita e della riflessione del poeta, quando il suo pessimismo ha assunto dimensioni cosmiche e la natura gli si è rivelata come un freddo sistema regolato da leggi meccaniche del tutto disinteressate al dolore degli esseri viventi. Per dimostrare la vera realtà dell esistenza umana (tutto ciò che esiste è male e l unico bene è il non essere, rr. 1-5) e condensarla in un immagine chiara ed esemplificativa, Leopardi ricorre alla descrizione di un giardino. Il tema sembra abusato: quello della natura come locus amoenus è infatti tra i più ricorrenti motivi letterari. Ma in questo caso l autore ne rovescia del tutto il significato. Se a prima vista si manifesta come un «soggiorno di gioia , pieno di piante rigogliose e fiori bellissimi, il giardino, visto da dentro, rivela la sofferenza di ogni essere che lo popola. Come ha scritto il critico Walter Binni, il male insito nella condizione umana viene colto e rappresentato proprio nell «immagine più tradizionalmente emblematica [ ] della vitalità lieta e rassicurante: quella di un giardino primaverile con tutte le sue presenze più idilliche e distensive, rievocate e capovolte in operazioni e condizioni di ferocia inconsapevole e di patimento totale . Le scelte stilistiche Una serie di frasi taglienti e lapidarie, brevi e categoriche inaugura il brano, riassumendo con efficace stringatezza i princìpi della visione del mondo leopardiana. Il ritmo è mar- L AUTORE / 43

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