Classe di letteratura - Giacomo Leopardi

190 195 200 ravvalora87 e rimette in opera l immaginazione, e rinnuova nell uomo esperimentato88 i beneficii di quella prima inesperienza che tu sospiri.89 Io ti lascio; che veggo che il sonno ti viene entrando; e me ne vo ad apparecchiare il bel sogno che ti ho promesso. Così, tra sognare e fantasticare, andrai consumando la vita; non con altra utilità che di consumarla; che questo è l unico frutto che al mondo se ne può avere, e l unico intento che voi vi dovete proporre ogni mattina in sullo svegliarvi. Spessissimo ve la conviene strascinare co denti: beato quel dì che potete o trarvela dietro colle mani, o portarla in sul dosso.90 Ma, in fine, il tuo tempo non è più lento a correre in questa carcere, che sia nelle sale e negli orti91 quello di chi ti opprime. Addio. Tasso Addio. Ma senti. La tua conversazione mi riconforta pure assai. Non che ella interrompa la mia tristezza: ma questa per la più parte del tempo è come una notte oscurissima, senza luna né stelle; mentre son teco, somiglia al bruno92 dei crepuscoli, piuttosto grato93 che molesto. Acciò94 da ora innanzi io ti possa chiamare o trovare quando mi bisogni, dimmi dove sei solito di abitare. Genio Ancora non l hai conosciuto?95 In qualche liquore generoso. 88 esperimentato: navigato, che ha fat to esperienza. 89 sospiri: rimpiangi. 90 beato quel dì... in sul dosso: «in op posizione alla vita trascinata con i denti, appare beato il giorno in cui essa è tira ta dietro con le mani o portata sulle spal le, ovvero è vissuta in un suo peso da cui abbiamo lo sguardo voltato (Damiani). Il Genio intende dire, cioè, che possono es sere considerati felici i giorni in cui viviamo quasi senza accorgercene, tutti presi dal le nostre mille occupazioni. Altri interpreti intendono però le due espressioni come metafore del morire (portarsi via la vita, nel senso di liberarsi da essa); in tal caso il Genio direbbe che l unico giorno vera mente felice è quello della morte. 91 orti: giardini (latinismo). 92 bruno: oscurità tenue. 93 grato: gradito. 94 Acciò: affinché. 95 conosciuto: capito. ANALISI ATTIVA Una summa di motivi leopardiani I contenuti tematici Il dialogo si sofferma su molti dei temi che ricorrono nell opera leopardiana: il motivo del sogno contrapposto alla realtà, e come il primo apporti una felicità che la seconda finisce per distruggere; il tema del piacere, che appartiene sempre al passato o al futuro e mai al tempo presente; quello della noia, condizione che occupa tutti gli intervalli temporali tra il piacere e il dolore; l opportunità di non pensare allo scopo dell esistenza, perché forse uno scopo non c è e, se c è, è semplicemente quello di far passare la vita stessa ammaz zando il tempo (e comunque, in ogni caso, l approdo finale è al nulla). Alcuni di questi ar gomenti erano già stati sviluppati in modi diversi nei Canti (per esempio nella Canzone ad Angelo Mai) e in altre operette morali (come Storia del genere umano); saranno poi ripre si in operette successive (come il Dialogo tra Plotino e Porfirio) e nelle poesie più tarde. 1. Suddividi il testo in sequenze tematiche sulla base dei diversi motivi sopra elencati. L amore come exemplum della teoria del piacere Sollecitato dal Genio, Torquato afferma qui, a proposito della donna amata: Quando mi era presente, ella mi pareva una donna; lontana, mi pareva e mi pare una dea (rr. 2627). La lontananza della figura femminile, insomma, ne accresce il fascino, poiché, in sua as senza, la mente dell uomo lavora attribuendole tutte le perfezioni possibili. Concetti simili si troveranno in Aspasia, una sorta di poesiatrattato della maturità (composta forse nel 1834), in cui viene formulata una precisa teoria dell amore (di come l uomo si innamori e provi amore per la donna; ma il discorso, ovviamente, può essere ribaltato quanto al ge nere dei soggetti coinvolti): L AUTORE / 137

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