INTRECCI FILOSOFIA - Leopardi e Schopenhauer

intrecci FILOSOFIA

Leopardi e Schopenhauer

L’analisi del dolore umano

Un famoso studio di Francesco De Sanctis (Schopenhauer e Leopardi, 1858) suggerì un parallelo tra il poeta italiano e il filosofo tedesco (1788-1860). Arthur Schopenhauer fu, in effetti, tra i primi a comprendere la novità del pensiero leopardiano: riferendosi all’analisi del dolore umano condotta nelle Operette morali, egli scrisse che nessuno aveva «trattato così bene e così esaurientemente questo soggetto» quanto il poeta recanatese.

Molti sono i motivi che paiono accomunare i due pensatori: la visione pessimistica dell’uomo e di tutta la natura, intesa come teatro di un perenne conflitto fra gli individui per la soddisfazione dei propri bisogni; l’impossibilità di conseguire il piacere senza far nascere un dolore e una mancanza ancora più forte; i paragoni fra la sofferenza umana e quella animale.

Tuttavia, se la diagnosi della condizione dell’essere vivente può considerarsi analoga, del tutto differente è la soluzione che i due autori suggeriscono ai propri simili. Per Leopardi l’individuo non può che far perno sulla ragione, l’unico strumento di conoscenza vera di cui si dispone, capace di fornire del dolore un’analisi lucida e intellettualmente onesta, di contro alle illusioni romantiche o cristiane; per Schopenhauer, al contrario, la ragione non è altro che rappresentazione e dunque coglie sempre e soltanto i fenomeni, ciò che si mostra a chi guarda, e mai l’essenza delle cose. Ne consegue che se per Leopardi la ragione conduce l’uomo a sopportare la sofferenza con dignitosa accettazione e a desiderare una civiltà umana fondata sulla compassione e sul conforto reciproco, per Schopenhauer l’unica via praticabile è la non-azione, il non-volere (ciò che egli chiama noluntas), l’estinzione del sé, il nulla ancora in vita.

Si tratta di una concezione che indica la possibilità di un riscatto dalla miseria dell’esistenza solo grazie alla forza degli istinti e alla cieca volontà di vivere.

È una prospettiva del tutto irrazionalistica, lontana dall’impronta illuministica che permea il pensiero filosofico di Leopardi.

Classe di letteratura - Giacomo Leopardi
Classe di letteratura - Giacomo Leopardi