Glossario

Glossario A Accumulazione L elencazione ordinata e coerente, o anche caotica e casuale, di più parole, immagini o aggettivi con lo scopo di trasmettere un idea o un immagine complessiva. Esempio: « poi diversi maschi, poi alcune signore povere e al dir d ognuno malandate in gamba [ ], poi alcuni signori un po rattoppati pure loro, poi Anacarsi Rotunno, il poeta italoamericano, poi la domestica del garibaldino agonizzante del quinto piano, poi l Achille con la bambina e il pappagallo, poi il Balossi [ ] (C.E. Gadda, Accoppiamenti giudiziosi, L incendio di via Keplero). Allegoria Figura retorica, per la quale si affida a una scrittura (o in genere a un contesto, anche orale) un senso riposto e allusivo, diverso da quello che è il contenuto logico delle parole. Diversamente dalla metafora , la quale consiste in una parola, o tutt al più in una frase, trasferita dal concetto a cui solitamente e propriamente si applica ad altro che abbia qualche somiglianza col primo, l a. è il racconto di un azione che dev essere interpretata diversamente dal suo significato apparente. Esempio: l a. delle tre fiere nella Divina Commedia. Allitterazione Ripetizione, esatta o approssimativa, spontanea o ricercata, di lettere o sillabe, di solito iniziali, di due o più vocaboli successivi. Esempi: «Ognuno sta solo sul cuor della terra (S. Quasimodo, Ed è subito sera, v. 1); «così prosciugata / così refrattaria / così totalmente / disanimata (G. Ungaretti, Sono una creatura, vv. 5-8). Anacoluto Costrutto sintattico consistente nel susseguirsi di due costruzioni diverse di uno stesso periodo, la prima delle quali resta incompiuta, mentre la seconda porta a compimento il pensiero. Più genericamente, qualsiasi costrutto in cui non viene osservata la sintassi normale. Frequente nel parlare familiare e nei proverbi, è spesso utilizzato dagli scrittori, o per maggiore efficacia o per riprodurre il linguaggio del popolo. Esempio: «essa, la maligna che ci governa, c è una forza irresistibile che 866 regge anche lei (T. Landolfi, Il mar delle blatte e altre storie). Anafora Figura retorica che consiste nel ripetere, in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente. Esempio: «Verrà quasi perdono / di quanto mi fa morire, / verrà a farmi certo / del suo e mio tesoro, / verrà come ristoro / delle mie e sue pene, / verrà, forse già viene / il suo bisbiglio (C. Rebora, Dall imagine tesa, vv. 19-26). Analessi In retorica, ripetizione della stessa parola all interno di una frase. Nelle opere narrative, procedimento per cui si introduce nel racconto la narrazione di fatti avvenuti in precedenza rispetto al tempo del racconto stesso. Analogia Procedimento di cui si valgono tendenze poetiche moderne, come l Ermetismo e la poesia pura che, per esigenza di una maggiore intensità lirica, cercano di rinnovare il linguaggio poetico fuori d ogni comune nesso logico e sintattico, sostituendo al rapporto tradizionale della comparazione il rapporto di identità. Effetto primo del procedimento analogico è la soppressione del come . Esempi: «tra il nero un casolare: / un ala di gabbiano (G. Pascoli, Temporale, vv. 6-7); «Le mani del pastore erano un vetro / levigato da fioca febbre (G. Ungaretti, L isola, vv. 23-24). Esempi affini si riscontrano in ogni epoca, soprattutto nella letteratura secentesca, in rapporto con l uso e il gusto barocco della metafora . Anastrofe Figura retorica che consiste nell inversione dell ordine delle parole all interno di un verso, allo scopo di ottenere particolari effetti di suono oppure dare rilevanza a un termine. Esempi: «e del prunalbo l odorino amaro / senti nel cuore (G. Pascoli, Novembre, vv. 3-4); «Cercavano il miglio gli uccelli / ed erano subito di neve (S. Quasimodo, Antico inverno, vv. 5-6). Anfibologia Ambiguità o erronea interpretazione di un contesto (scritto o, più spesso, parlato), procedente dall uso, talora intenzionale, di parole o di gruppi omofoni (combattimento di galli combattimento di Galli; ritmi di versi ritmi diversi), o dalla bivalenza di un costrutto sintattico (come per es. nella frase ho visto mangiare un gatto ). Esempi: «E vive. Un giorno è nato. Un giorno morirà (G. Gozzano, Totò Merùmeni, v. 60); «Salgono i venti autunni (E. Montale, Falsetto, v. 13). Anticlimax Figura retorica, detta anche gradazione discendente, che consiste nel disporre una serie di concetti o di vocaboli in ordine a mano a mano decrescente di forza e d intensità, per lo più in opposizione stilistica a una gradazione ascendente (o climax ). Esempio: «sono il poeta che grida e gioca con le sue grida, / sono il poeta che canta e non trova parole, / sono la paglia arida cui batte il suono (A. Merini, La mia poesia è alacre come il fuoco, vv. 5-7). Antifrasi Figura retorica che consiste nell esprimersi con termini di significato opposto a ciò che si pensa, o per ironia o per eufemismo. Esempio: «Noi potremmo [ ] persuadere gli increduli che nel gregge è la forza, il diritto, il pensiero, la saggezza, la luce (G. d Annunzio, Le vergini delle rocce). L espressione non può che essere letta in chiave ironica e antifrastica poiché a pronunciarla è il superuomo Claudio Cantelmo, fautore di un aristocrazia di poeti e di uomini superiori che aspira a sovvertire le regole e i princìpi del «gregge plebeo e piccolo-borghese. Antinomia Contraddizione reale o apparente, fra due leggi o disposizioni di legge, fra due concetti, fra due tesi, fra un principio e un altro di scienza. Esempio: «aveva un cuore quell ombra, e non poteva amare (L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal, cap. 15). Antitesi Figura retorica consistente in un accostamento di parole o concetti contrapposti che acquistano maggior rilievo dalla vicinanza e dalla disposizione per lo più simmetrica. Si può ottenere sia affermando una cosa e negando insieme la sua contraria, sia mettendo a contrasto due fatti opposti e ambedue reali. Esempi: «Avara pena, tarda il tuo dono (S. Quasimodo, Oboe sommerso, v. 1), dove sono concetti antitetici il dono e l aggettivo con cui si qualifica la pena, avara ; «La cosa e la sua anima? o la mia e la sua sofferenza? (M. Luzi, Vola alta parola, v. 11).

Classe di letteratura - volume 3B
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