Giuseppe Tomasi di Lampedusa

IN BREVE Giuseppe Tomasi di Lampedusa | LA VITA | Giuseppe Tomasi nasce a Palermo nel 1896, dall antica famiglia aristocratica dei principi di Lampedusa. Partecipa alla Grande guerra come ufficiale d artiglieria e rimane nell esercito fino al 1925, per poi ritirarsi a vita privata (anche perché avverso al fascismo), viaggiando e dimorando all estero per lunghi periodi. Uomo colto e cosmopolita, compone saggi sulla letteratura francese degli ultimi secoli e alcuni racconti e prose di memoria, che non dà però alle stampe. Rimane inedito anche un romanzo, Il Gattopardo, pubblicato postumo nel 1958. Muore a Roma nel 1957. | LE OPERE | Scritto poco prima della morte e pubblicato postumo, Il Gattopardo si rivela subito un capolavoro destinato a un successo duraturo. Il Gattopardo Il Gattopardo, scritto da Tomasi di Lampedusa poco prima di morire, è l esito di un lavoro di preparazione durato anni. Edito da Feltrinelli nel 1958, a cura di Giorgio Bassani (dopo che sia Mondadori sia Einaudi ne rifiutano la pubblicazione), ottiene in Italia e all estero un larghissimo successo, tanto da costituire uno dei più singolari casi letterari del secolo. Ambientato in Sicilia all epoca dello sbarco dei Mille e della transizione dal regime borbonico al nuovo Regno d Italia, il romanzo è costruito sulla figura di don Fabrizio Corbera, principe di Salina. Le vicende coprono soprattutto l arco cronologico che va dal 1860 al 1883, anno della morte del protagonista, ma si spingono, nelle ultime pagine, fino al 1910, quando si estingue la dinastia dei Salina (sul cui stemma di famiglia campeggia un gattopardo). Don Fabrizio assiste senza reagire alla decadenza della classe nobiliare cui appartiene e all avanzata del nuovo ceto borghese, sostenuto dalla forza del denaro. Rappresentante di questa classe sociale emergente è il personaggio del nuovo ricco Calogero Sedara, la cui figlia, la bellissima Angelica, sposa il nipote di don Fabrizio, Tancredi Falconeri. Quest ultimo, cinico e spregiudicato, può così salire sul carro dei vincitori della Storia: mentre lo zio attende con disincanto la fine del suo mondo, egli si illude di salvare i propri privilegi nobiliari, convinto che «bisogna che tutto cambi affinché «tutto rimanga come è . La storia si svolge nel periodo di transizione dal regime borbonico al Regno d Italia. Il protagonista, il principe di Salina, assiste inerte al declino della nobiltà e all avanzare della nuova classe borghese. Il fatalismo con cui il protagonista guarda alle novità, consapevole che non porteranno cambiamento, rivela la concezione pessimistica della vita e della Storia di Tomasi di Lampedusa. Una visione disincantata della realtà In don Fabrizio, aristocratico illuminato ma inerte di fronte al mutare dei tempi, l autore ha in parte rievocato la figura del bisnonno paterno e, forse, ha fornito anche un ritratto di sé stesso e della sua più segreta intimità. Più che un romanzo storico, Il Gattopardo assume perciò l aspetto di una confessione (parzialmente autobiografica) trasposta nel passato, un tempo perduto guardato con nostalgia elegiaca ma allo stesso tempo giudicato con ironia e caustico distacco. Le sue ascendenze vanno cercate non tanto in Verga o nel De Roberto dei Viceré ai quali pure è accostabile per la concezione pessimistica e fatalistica della Storia , quanto in Marcel Proust. Il profondo motivo ispiratore del libro, infatti, non è solo il declino di una famiglia e di una classe sociale in seguito all affermarsi di nuovi ceti e di nuovi miti, ma anche e soprattutto la fatale decadenza cui sono condannati gli esseri umani e le cose, nell indifferenza della natura: il sentimento dell ininterrotto precipitare della vita verso la morte. L amara visione della realtà politica e sociale della Sicilia si fa così metafora della condizione umana e della vita contemporanea. Da qui il denso contrappunto critico fornito alla narrazione dalle riflessioni psicologiche e morali, e il procedere del racconto nonostante il tono lirico che gli conferisce uniformità e unità per episodi staccati, in bilico tra invenzione ed evocazione, tra reale e favoloso, tra narrazione propriamente detta e saggio. IL GENERE / LA NARRATIVA ITALIANA DEL SECONDO NOVECENTO / 551

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi