Classe di letteratura - volume 3B

35 40 45 50 55 60 65 70 75 (cava) con poco quel ladro: nol sa cossa che vol dir sfadigar, spezialmente adesso che scominzia el caldo. Due fiorini per omo saria ancora poco. Se no la ghe fussi lei, che ghe parlo cussì volentieri, no vederio l ora che rivi el caro, per finir la giornada e distirarme12 in t un leto . Era una giornata della primavera inoltrata, e la via era piena di sole. Ma, dentro il magazzino, faceva fresco, un fresco umido, che odorava di farina. «Perché nol se senta? ,13 disse dopo un breve silenzio l uomo. «El se acomodi qua (ed accennò un posto molto vicino al suo). Se la gà paura de sporcarse, ghe distiro14 soto el mio sacheto (giacca) . E fece l atto di prenderlo, perché, nell attesa del carro, si era già messo in maniche di camicia. «No ghe sè bisogno , rispose Ernesto. «La farina no lassa sporco; basta una spolverada e no se vedi più gnente. E pò ghe tegno poco15 che se vedi o no . Impedì all uomo di distendere, come voleva, la giacca, e sedette, con un sorriso, accanto a lui. Anche l uomo sorrise. Non pareva più né stanco, né arrabbiato. «Dopo , disse, «se el permeti, ghe neterò mi .16 Stettero un poco in silenzio, guardandosi. «La sè un bon ragazo , ripetè l uomo, «e anca , aggiunse, «bel. Cussì bel che sè un piazer guardarla . «Mi bel? , rise Ernesto. «Nissun me lo gà mai dito .17 «Gnanca18 sua mama? . «Ela meno de tuti. No me ricordo che la me gabi mai dado un baso,19 né fata una careza. La diseva sempre, e la disi ancora, che i fioi20 no bisogna viziarli . «E a lei ghe gavessi piasso che sua mama la basi? .21 «Sì, quando che iero putel.22 Adeso no me importa più. Ma vorio almeno che la me disessi qualche volta una bona parola . «E no la ghe la disi mai? . «No, mai , rispose Ernesto; «o assai de raro . «Che pecà , disse l uomo, «che sia cussì povero e cussì mal vestido . «Perché? , chiese Ernesto. «Perché, se no, me piasessi tanto diventar suo amico; andar qualche domenica a spasso insieme . «Gnanca mi , disse Ernesto, «son rico. El sa cossa che guadagno? . «No. Ma lei la gà i genitori che, lori, i sarà richi Quanto el guadagna? . «Trenta corone al mese. E devo darghene venti a mia mama. Sè vero che ela la me vesti (Ernesto portava degli abiti comperati fatti;23 forse sebbene non lo dicesse volentieri gli sarebbe piaciuto vestir bene, come, un tempo, certi suoi compagni di scuola); ma a mi me resta poco . «Ma intanto la fa pratica . «No me piasi far l impiegato , rispose Ernesto; «me piaseria far tuto altro .24 «Cossa, per esempio? . Il ragazzo non rispose alla domanda. «E come el spendi le diese25 corone che ghe resta? El va de le done? .26 (Queste ultime parole furono dette come se l uomo avesse temuto una risposta affermativa). 12 distirarme: stendermi. 13 nol se senta: non si siede. 14 ghe distiro: le stendo. 15 ghe tegno poco: mi interessa poco. 16 ghe neterò mi: la pulirò io. 17 Nissun dito: nessuno me l ha mai detto. 18 Gnanca: neanche. 19 che baso: che mi abbia mai dato un bacio. 20 fioi: figli. 21 ghe gavessi piasso che sua mama la basi?: le sarebbe piaciuto che sua madre la baciasse? 22 putel: ragazzo. 230 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE 23 comperati fatti: confezionati. 24 me piaseria far tuto altro: a me pia- cerebbe fare un lavoro completamente diverso. 25 diese: dieci. 26 El va de le done?: va a donne?

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi