Corrado Govoni

IN BREVE Corrado Govoni | LA VITA | Corrado Govoni nasce nel 1884 a Tamara, in provincia di Ferrara, da un agiata famiglia di agricoltori. Decide giovanissimo di viaggiare per l Italia, frequentando diversi ambienti letterari e pubblicando le sue prime raccolte poetiche: soggiorna prima a Firenze, poi in Liguria e a Venezia, e infine a Milano, dove entra in contatto con gli ambienti futuristi; nel frattempo, però, dilapida il patrimonio ereditato dai genitori. «Per correre dietro agli illusori ingannevoli miraggi della poesia , scrive Govoni, «prima abbandonai le mie bellissime terre, poi mi vidi costretto, per le inesorabili avversità della fortuna, a disfarmene per un piatto di lenticchie . Govoni nasce in provincia di Ferrara. Viaggia per l Italia e a Milano entra in contatto con i Futuristi. Aderisce al fascismo. Nel 1944 viene ucciso uno dei suoi tre figli, partigiano antifascista. Un esistenza tra indigenza e tragedie Allontanatosi dall avanguardia di Marinetti, nel primo dopoguerra si trasferisce a Roma, continuando un instancabile attività letteraria, sempre però alle prese con gravi problemi economici, acuiti dalla difficoltà di trovare un impiego stabile. Nel 1944 una tragedia familiare sconvolge la sua esistenza: il figlio Aladino, partigiano antifascista diversamente da lui, che invece aveva aderito al fascismo , viene trucidato dai tedeschi alle Fosse Ardeatine. Assunto come impiegato al ministero degli Interni, Govoni, pur continuando a scrivere e a pubblicare, vive gli ultimi anni ai margini della scena letteraria. Muore nel 1965, quasi cieco, a Lido dei Pini, vicino ad Anzio, sul litorale laziale. | LE OPERE | Il percorso poetico parte da un Crepuscolarismo dai toni vivaci, fino ad approdare al Futurismo. Un crepuscolarismo colorato Nelle prime opere poetiche di Govoni (Le fiale, 1903; Armonia in grigio et in silenzio, 1903; Fuochi d artifizio, 1905; Gli aborti, 1907) confluiscono modi pascoliani e dannunziani: l influenza di Pascoli è ravvisabile soprattutto nell amore per la natura e per la vita agreste, quella di d Annunzio nella sensualità visiva e nel gusto per la decorazione lussureggiante. Proprio questa fanciullesca e istintiva sensibilità cromatica distingue Govoni dal grigiore crepuscolare: i suoi toni sono infatti vivificati da un accentuata volontà di appropriarsi dei colori e della vivacità del mondo, approccio che lo porta ad accostarsi all esperienza futurista. L adesione al Futurismo In particolare, nelle raccolte Poesie elettriche (1911), Rarefazioni e parole in libertà (1915) e L inaugurazione della primavera (1915), Govoni affianca al suo immaginismo un po surreale le ricerche parolibere sollecitate da Marinetti. L «immaginazione senza fili è qui adottata senza risparmio grazie all accumulo di oggetti, immagini, sogni e pensieri: un vero e proprio bazar da cui attingeranno molti poeti italiani successivi. Per questa ragione il critico Gino Tellini ha definito il poeta come un «collezionista maniaco , bisognoso «di inventariare gli oggetti, quasi per paura del vuoto, di addizionarli in interminabili filze anaforiche, non per precisarne i contorni, ma per smantellarli attraverso imprevedibili gemellaggi . Nel 1946 pubblica Aladino, raccolta poetica in memoria del figlio, dove si esprime contro i nazisti e Mussolini, ma anche contro i partigiani. Il dolore in Aladino A questa ispirazione Govoni rimane fedele in tutta la sua restante produzione poetica: importanti, tra le altre, sono le raccolte Il quaderno dei sogni e delle stelle (1924) e Canzoni a bocca chiusa (1938). Va considerata a parte, come una tragica parentesi, la raccolta Aladino (1946), scritta di getto in memoria del figlio. Si tratta di una cruda ed enfatica invettiva contro le «iene tedesche , «il mostruoso carnefice del popolo italiano Mussolini , ma anche contro i responsabili dell attentato di via Rasella, colpevoli, a giudizio del poeta, di aver scatenato la barbara rappresaglia nazista. LA CORRENTE / IL FUTURISMO / 107

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi