T11 - Ti libero la fronte dai ghiaccioli

T11

Ti libero la fronte dai ghiaccioli

Le occasioni

Il termine mottetti, di ascendenza musicale, sottolinea il carattere breve e sentenzioso dei testi che costituiscono la seconda sezione delle Occasioni. Montale vi raccoglie una ventina di poesie «dedicate, anzi indirizzate per via aerea (ma solo sulle ali della fantasia) a una Clizia che viveva a circa tremila miglia di distanza». Viene dunque ripresa, ma in modalità originali, la classica situazione in cui l’io lirico si rivolge all’amata lontana, coltivandone il ricordo e vagheggiandone la presenza. Qui il poeta intende liberare la fronte del suo “angelo” dal ghiaccio che si è formato durante una fantasiosa traversata dell’Atlantico in volo sulle alte nubi: Clizia nel 1938 era rientrata in America e Montale immagina che torni da lui sotto forma di angelo dopo uno sfibrante volo attraverso i cieli.


METRO 2 quartine di endecasillabi con un libero e fitto tessuto di rime e assonanze.
Ti libero la fronte dai ghiaccioli
che raccogliesti traversando l’alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.

5      Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l’ombra nera, s’ostina in cielo un sole
freddoloso; e l’altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui.

 >> pagina 298 

T12

Non recidere, forbice, quel volto

Le occasioni

In quest’altro mottetto il poeta si appella in maniera accorata alle risorse della propria memoria affinché possa trattenere nella mente l’immagine del volto della donna amata, immagine fatalmente insidiata dalla forza erosiva del tempo.


METRO 2 quartine di 3 endecasillabi e un settenario, con un libero tessuto di rime e assonanze.
 Asset ID: 98399 ( let-altvoc-non-recidere-forbice-q190.mp3

Audiolettura

Non ▶ recidere, forbice, quel volto,
solo nella memoria che si sfolla,
non far del grande suo viso in ascolto
la mia nebbia di sempre.

5      Un freddo cala… Duro il colpo svetta.
E l’acacia ferita da sé scrolla
il guscio di cicala
nella prima belletta di Novembre.

DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

Ti libero la fronte dai ghiaccioli entra nella seconda edizione delle Occasioni, pubblicata nel 1940. Qui per la prima volta Clizia viene trasfigurata in un angelo, che sfida le tempeste della Storia per raggiungere il poeta. Insieme a lei tornano il ghiaccio, il fuoco (elementi già presenti nella Primavera hitleriana e contenuti nel cognome stesso dell’ispiratrice, Irma Brandeis: in tedesco Brand significa incendio ed Eis ghiaccio), il lampo, il sole, la fronte. Sono questi i segnali di Clizia, che puntualmente ne accompagnano la presenza, reale o spirituale: cogliere tale presenza è in ogni caso un privilegio riservato al poeta. Mentre gli altri uomini, ridotti a ombre che scantonano (v. 7), vanno ignari per la loro strada, il poeta vede la propria solitudine illuminata dall’apparizione miracolosa: un dono che non si può comunicare né condividere.
Solo nella Bufera e altro il ruolo salvifico di Clizia, divenuta icona della poesia e dei valori umanistici, potrà estendersi a tutti. Il suo profilo assumerà allora tratti alteri e abbaglianti. Per il momento, invece, a visitare il poeta, più che un angelo è un uccellino spossato e ferito. I ruoli dunque sono provvisoriamente ribaltati: è il poeta a prendersi cura del suo angelo, così vulnerabile, così bisognoso della carezza con cui inizia la poesia, annullando le distanze siderali fra i due amanti.

Non recidere, forbice, quel volto riporta in primo piano il tema della labilità della memoria. A nulla vale la preghiera iniziale rivolta alla forbice (v. 1): la forza inesorabile del tempo cancella senza pietà anche i ricordi più preziosi. Perduta la felicità, al poeta non resta neppure il conforto del pensiero, che non è più in grado di ricondurlo al viso amato, vicino a scomparire in una nebbia (v. 4) indistinta. Come l’acacia subisce il colpo di cesoia del giardiniere, così l’io non può che assistere impotente alla propria disfatta. Della cicala, dopo la sua breve estate, si perde anche il guscio vuoto, che affonda nel fango dell’autunno (vv. 7-8). Ancora una volta Montale condensa la sua desolazione in un correlativo oggettivo di sobria ma notevole efficacia.

 >> pagina 299 

Le scelte stilistiche

In entrambi i mottetti il riferimento al gelo, sottolineato dalle figure retoriche, ha un ruolo cruciale.
Nel primo, i ghiaccioli sul volto della donna si formano traversando l’alte / nebulose (vv. 2-3): un enjambement replicato nella seconda quartina, dove il sole / freddoloso (vv. 6-7) è un ossimoro che rimanda alla duplice natura di Clizia (Brand-Eis), che scalda il cuore del poeta, ma lascia indifferenti le ombre che scantonano / nel vicolo (vv. 7-8) senza percepirne la presenza.
Il secondo mottetto è giocato sull’implicita contrapposizione fra un’estate ormai trascorsa e il nebbioso autunno che cala sul poeta, così come il freddo della lama si abbatte sull’acacia. Il gioco delle corrispondenze è qui complicato dai numerosi rimandi fonici: paronomasie (recidere e forbice; acacia e cicala), rime perfette (volto : ascolto; sfolla : scrolla), imperfette (sempre : Novembre), interne (cala : cicala; svetta : belletta).

VERSO LE COMPETENZE

COMPRENDERE

1 Riassumi in un brevissimo testo narrativo la vicenda raccontata in Ti libero la fronte dai ghiaccioli.

2 Qual è la richiesta del poeta in Non recidere, forbice, quel volto?

ANALIZZARE

3 In Ti libero la fronte dai ghiaccioli Montale scrive che gli altri uomini non sanno che sei qui (v. 8).
Che cosa intende suggerire il poeta?

4 In Non recidere, forbice, quel volto Montale parla della mia nebbia di sempre (v. 4). Chiarisci il significato di questa espressione.

5 Individua e spiega il correlativo oggettivo presente in Non recidere, forbice, quel volto.

INTERPRETARE

6 In Ti libero la fronte dai ghiaccioli, quale rapporto si instaura tra la coppia poeta/donna amata e il resto dell’umanità? Esponi le tue considerazioni.

7 Quale valore assume il ricordo in Non recidere, forbice, quel volto?

SCRIVERE PER...

ARGOMENTARE
8 Sulla base dell’approfondimento proposto e delle tue conoscenze personali, non soltanto letterarie ma anche di film e canzoni ecc., scrivi un testo argomentativo di circa 30 righe su alcuni esempi significativi di donne angeliche o, al contrario, “fatali”, riflettendo sui motivi del loro fascino. In particolare, ti sembra che questo tipo di rappresentazione risponda a particolari stereotipi di genere? Se sì, quali? E con quali deformazioni nella rappresentazione della donna?

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi