La poesia viene composta in due periodi tra loro distanti. La prima parte risale al 1926-1928, quando l’amico Roberto Bazlen invia a Montale una fotografia che ritrae il dettaglio delle gambe di una donna: dall’immagine nasce il fantasma irrequieto e affascinante dell’ebrea austriaca Dora, al quale nella seconda parte del testo – composta nel 1939 – si sovrappone il ricordo di altre donne conosciute dal poeta, mentre l’ambientazione passa da Ravenna alla Carinzia, su cui si allunga l’ombra del nazismo.
METRO Versi liberi, con prevalenza di endecasillabi nella prima parte, di ottonari e novenari nella seconda.