T8 - La poesia onesta

T8

La poesia onesta

Quello che resta da fare ai poeti

Presentiamo ampi stralci dell’articolo scritto da Saba nel 1911, un documento molto importante per la comprensione dell’arte e della personalità dell’autore.

Ai poeti resta da fare la poesia ▶ onesta.

C’è un contrapposto,1 che se può sembrare artificioso, pure rende abbastanza bene
il mio pensiero. Il contrapposto è fra i due uomini nostri più compiutamente noti
che meglio si prestano a dare un esempio pratico di quello che intendo per onestà
5      e disonestà letteraria: è fra Alessandro Manzoni e Gabriele d’Annunzio: fra gli Inni
Sacri e i Cori dell’Adelchi, e il secondo libro delle Laudi e la Nave: fra versi mediocri
ed immortali e magnifici versi per la più parte caduchi.2 L’onestà dell’uno e la
nessuna onestà dell’altro, così verso loro stessi come verso il lettore (perché chi
ha un candido3 rispetto per l’anima propria, lo ha anche, all’infuori della stima o
10    disistima,4 per quella cui si rivolge) sono i due termini cui può benissimo ridursi
la differenza dei due valori.
A chi sa andare ogni poco5 oltre la superficie dei versi, apparisce6 in quelli
del Manzoni la costante e rara cura di non dire una parola che non corrisponda
perfettamente alla sua visione: mentre vede che l’artificio del d’Annunzio non è
15    solo formale ma anche sostanziale, egli si esagera o addirittura si finge passioni ed
ammirazioni che non sono mai state nel suo temperamento: e questo imperdonabile
peccato contro lo spirito egli lo commette al solo e ben meschino scopo di
ottenere una strofa più appariscente,7 un verso più clamoroso. Egli si ubriaca per
aumentarsi,8  l’altro è il più astemio e il più sobrio dei poeti italiani: per non travisare
20    il proprio io e non ingannare con false apparenze quello del lettore, resta se
mai al di qua dell’ispirazione.9 Questa austerità, in lui innata, era poi accresciuta
da motivi religiosi; perché certo egli credeva che Dio che gli aveva dato il genio, gli
avrebbe chiesto conto di ogni parola, direi quasi di ogni interpunzione. Ne viene
che quando ad uno dei due manca con la perfetta espressione la perfetta opera
25    d’arte, se questi è il Manzoni, non per tanto10 egli ci diventa antipatico, come uno
che erra per imperizia11 o per paura di derogare12 da quello che in buona fede ritiene
sia il giusto ed il vero; se invece è il d’Annunzio egli ci irrita e disgusta come
un individuo che spenda la sua ammirevole eloquenza meridionale per imporci
una mercanzia sospetta. […]

30    Chi non fa versi per il sincero bisogno di aiutare col ritmo l’espressione della sua
passione, ma ha intenzioni bottegaie13 o ambiziose, e pubblicare un libro è per lui
come urgere14 una decorazione o aprire un negozio, non può nemmeno immaginare
quale tenace sforzo dell’intelletto, e quale disinteressata grandezza d’animo
occorra per resistere ad ogni lenocinio,15 e mantenersi puri ed onesti di fronte a se
35    stessi: anche quando il verso menzognero è, preso singolarmente, il migliore. […]
L’onestà letteraria è prima un non sforzare mai l’ispirazione, poi non tentare, per
meschini motivi di ambizione o di successo, di farla parere più vasta e trascendente
di quanto per avventura16 essa sia: è reazione, durante il lavoro, alla pigrizia intellettuale
che impedisce allo scandaglio di toccare il fondo;17 reazione alla dolcezza di
40    lasciarsi prender la mano dal ritmo, dalla rima, da quello che volgarmente si chiama
la vena. Benché esser originali e ritrovar se stessi sieno18 termini equivalenti, chi non
riconosce in pratica che il primo è l’effetto e il secondo la causa; e parte non dal bisogno
di riconoscersi ma da uno sfrenato desiderio dell’originalità, per cui non sa rassegnarsi,
quando occorre, a dire anche quello che gli altri hanno detto; non ritroverà
45    mai la sua vera natura, non dirà mai alcunché di inaspettato. Bisogna – non mi si
prenda alla lettera – essere originali nostro malgrado. Ed infatti, quali artisti lo sono
meno che quelli in cui è visibile lo sforzo per diventarlo? Essi non riescono il più delle
volte ad essere nemmeno personali: e vanno tanto più famosi per la spudoratezza
dei furti e la vastità dei saccheggi:19 in quanto che nello stesso tempo che compiono
50    una rapina la condannano, e si affermano20 miliardari che vivono del proprio. Anche
mi apparisce dannosa la paura di ripeter se stessi: quando un sentimento è innato ed
è innato il bisogno dell’espressione, è naturale che fino che l’uomo non può uscire
dal proprio io, quel sentimento e quell’espressione si ripetano, con l’ossessione di
chi sente qualcosa che la parola e il suono e tutte le arti e tutti i mezzi esteriori non
55    possono mai rendere alla perfezione: quindi l’inappagamento dopo ogni opera e la
speranza di dir meglio la prossima volta. Sono pieni di ripetizioni il Canzoniere del
Petrarca e quello del Leopardi e la parte più sublime della Commedia “Il Paradiso”;
perché questi poeti cercavano di sfogare una loro grande passione e non di sbalordire
come dei giocolieri, che guai se ripetono due volte lo stesso numero. E se l’ispirazione
60    è sincera, e subisce quindi l’influenza del particolar momento in cui nasce, c’è
sempre, per quante volte si ripeta, qualcosa che la contraddistingue; una inaspettata
freschezza o una più grande stanchezza, uno scorcio di spettatore o di paesaggio, una
diversa stagione od ora del giorno; qualcosa che dà al verso il suo colore unico e che
solo l’occhio del profano può confondere con l’impressione antecedente. Né questa
65    onestà è possibile che in chi21 ha la religione dell’arte, e l’ama per se stessa e non per
la speranza della gloria, ma il paradiso del successo o il purgatorio dell’insuccesso, se
non lo lasciano del tutto indifferente, non menomano il suo amore e non lo fanno,
per avidità di battimani, volgere né a destra né a sinistra. […]

A questa maggiore onestà nel metodo di lavoro, deve necessariamente corrispondere
70    un più austero programma di vita. Il poeta deve tendere ad un tipo morale il
più remoto possibile da quello del letterato di professione, ed avvicinarsi invece a
quello dei ricercatori di verità esteriori o interiori, le quali, salvo forse la più alta
forma di intellettualità che occorre per investigare le seconde, sono tutt’una cosa.
[…]
 >> pagina 228 

DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

Prima di Saba, il concetto di onestà non era mai comparso nella riflessione letteraria. Le finalità della poesia erano individuate piuttosto nelle categorie del dilettevole e dell’utile, o in una combinazione delle due, come nella famosa formula del miscere utile dulci (l’unione, appunto, di utile e piacevole) coniata dal poeta latino Orazio, in base alla quale la poesia ha il compito di intrattenere, ma anche di fornire validi insegnamenti etici. Le poetiche simboliste e decadenti si distaccano da questa impostazione, puntando all’espressione di verità profonde attraverso un linguaggio prezioso e cifrato, indagando il potere evocativo della parola perseguendo (come avviene in d’Annunzio) un obiettivo di eleganza e musicalità della versificazione.
Saba ha un’idea diversa. Egli identifica, all’interno della storia letteraria italiana, due distinte tendenze: quella rappresentata dai versi mediocri ed immortali (rr. 6-7) di Manzoni, e quella recentemente incarnata da Gabriele d’Annunzio, con i suoi magnifici versi per la più parte caduchi (r. 7). Il primo è esempio di onestà, essendo sempre coerente e sincero con sé stesso, e quindi libero dalla tentazione della retorica (non dice mai una parola che non corrisponda perfettamente alla sua visione, rr. 13-14). D’Annunzio, invece, è disonesto sia sul piano dello stile sia su quello dei contenuti (il suo artificio […] non è solo formale ma anche sostanziale, rr. 14-15), giacché egli deforma la realtà e i suoi stessi sentimenti.

Saba è dunque in aperta polemica con la poesia a lui contemporanea, richiamandosi piuttosto ai padri nobili del canone letterario – Dante, Petrarca, Parini, Manzoni, Leopardi – e proponendo un deciso «ritorno alle origini». Per Saba scrivere versi significa aiutare col ritmo l’espressione della […] passione (rr. 30-31). Egli sostiene, in altri termini, un’identità tra vita e letteratura, un’immediata trasposizione della prima nella seconda. Lo scandaglio (r. 39) del poeta deve scendere nelle profondità dell’animo, senza pretendere che la poesia tratti di questioni universali. L’originalità è un valore, ma può essere raggiunta solo attraverso un rigoroso esercizio della sincerità. Non bisogna temere, quando occorra, di utilizzare parole già usate da altri (dire anche quello che gli altri hanno detto, r. 44), né tanto meno di ripetere sé stessi, anche perché lo sforzo di apparire originali suggerisce spesso soluzioni false e finisce con il produrre il risultato opposto. La poesia onesta è possibile solo per gli autori che mettono al primo posto l’arte, e non la propria ambizione (la speranza della gloria, r. 66), senza farsi influenzare dal successo o dall’insuccesso.

VERSO LE COMPETENZE

COMPRENDERE

1 Con quali argomenti Saba accoglie il modello di Manzoni e rifiuta quello di d’Annunzio?

2 Perché Saba invita i poeti a non temere di ripetersi?

ANALIZZARE

3 Analizza la metafora dello scandaglio (r. 39). Dopo aver chiarito il significato letterale del vocabolo, spiega a quale scopo l’autore lo impiega qui.

4 Evidenzia nel brano le frasi che si riferiscono all’importanza della tradizione.

INTERPRETARE

5 In che senso l’autore pensa che esser originali e ritrovar se stessi sieno termini equivalenti (r. 41)? E che cosa intende quando afferma che Bisogna […] essere originali nostro malgrado (rr. 45-46)?

SVILUPPARE IL LESSICO

6 Benché La poesia onesta sia un testo argomentativo, e non certo poetico, l’autore fa spesso ricorso a un efficace linguaggio figurato. Spiega in che cosa consiste l’uso figurato dei seguenti vocaboli:
ubriacarsi • scandaglio • vena • saccheggio • giocoliere

SCRIVERE PER...

ARGOMENTARE
7 Facendo riferimento alle idee espresse da Saba nel suo articolo, quale pensi potesse essere la sua posizione nei confronti dei Futuristi e dei Crepuscolari? Affronta l’argomento in un testo di circa 30 righe.

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi