Classe di letteratura - volume 3A

155 160 165 170 175 180 da sfamare, io ero più giovan di te, e non avevo paura; ed ho fatto il mio dovere senza brontolare; e lo faccio ancora; e prego Iddio di aiutarmi a farlo sempre sin ché ci avrò gli occhi aperti, come l ha fatto tuo padre, e tuo fratello Luca, benedet to! che non ha avuto paura di andare a fare il suo dovere.33 Tua madre l ha fatto anche lei il suo dovere povera femminuccia, nascosta fra quelle quattro mura; e tu non sai quante lagrime ha pianto, e quante ne piange ora che vuoi andartene; che la mattina tua sorella trova il lenzuolo tutto fradicio! E nondimeno sta zitta e non dice di queste cose che ti vengono in mente; e ha lavorato e si è aiutata come una povera formica anche lei; non ha fatto altro, tutta la vita, prima che le toccasse di piangere tanto, fin da quando ti dava la poppa,34 e quando non sapevi ancora abbottonarti le brache, che allora non ti era venuta in mente la tentazione di muo vere le gambe, e andartene pel mondo come uno zingaro . In conclusione Ntoni si mise a piangere come un bambino, perché in fondo quel ragazzo il cuore ce l aveva buono come il pane; ma il giorno dopo tornò da capo. La mattina si lasciava caricare svogliatamente degli arnesi, e se ne andava al mare brontolando: «Tale e quale l asino di compare Alfio! come fa giorno allungo il collo per vedere se vengono a mettermi il basto . Dopo che avevano buttato le reti, lasciava Alessi a menare il remo adagio adagio per non fare deviare la barca, e si metteva le mani sotto le ascelle, a guardare lontano, dove finiva il mare, e c erano quelle grosse città dove non si faceva altro che spassarsi e non far nulla; o pensava a quei due marinai ch erano tornati di laggiù, ed ora se n erano già andati da un pezzo; ma gli pareva che non avessero a far altro che andar girelloni pel mondo, da un osteria all altra, a spendere i denari che avevano in tasca. La sera, i suoi parenti, dopo aver messo a sesto la barca e gli attrezzi, per non vedergli quel muso lungo, lo lasciavano andare a girandolare come un cagnaccio, senza un sol do in tasca. [Scoppia un epidemia di colera, durante la quale muore Maruzza.] 185 190 195 Finalmente, quando il colèra finì, e dei denari raccolti con tanto stento ne restaro no appena la metà, tornò a dire35 che così non poteva durare a quella vita, di fare e disfare; che era meglio di tentare un colpo solo per levarsi dai guai tutti in una volta, e che là, dove era morta sua madre in mezzo a tutta quella porca miseria, non voleva più starci. «Non ti rammenti che tua madre ti ha raccomandato la Mena? , gli diceva padron Ntoni. «Che aiuto posso darci alla Mena se resto qui? ditelo voi! . Mena lo guardò cogli occhi timidi, ma dove ci si vedeva il cuore, tale e qua le come sua madre, e non osava proferir parola. Ma una volta, stringendosi allo stipite dell uscio, si fece coraggio per dirgli: «A me non me ne importa dell aiuto, purché tu non ci lasci soli. Ora che non c è più la mamma mi sento come un pesce fuori dell acqua, e non m importa più di niente. Ma mi dispiace per quell orfa nella36 che resta senza nessuno al mondo, se tu vai, come la Nunziata quando l è partito il padre . 33 Luca di andare a fare il suo dove- re: Luca è morto nella battaglia di Lissa durante il servizio militare (il suo dovere). 34 ti dava la poppa: ti allattava. 35 tornò a dire: il soggetto è Ntoni. 36 quell orfanella: Lia, che comincia a cre- scere e proprio ora avrebbe bisogno del sostegno del fratello maggiore. L AUTORE / GIOVANNI VERGA / 231

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento