Classe di letteratura - volume 2

40 45 50 55 60 65 han carca la fronte de pesti cimieri, han poste le selle sui bruni corsieri, volaron sul ponte che cupo sonò. terrotti dal pianto: hanno il capo gravato da elmi ammaccati (pesti cimieri), hanno posto le selle sui bruni cavalli (corsieri), hanno galoppato sul ponte levatoio che ha emesso un suono cupo al loro passaggio. A torme, di terra passarono in terra, cantando giulive canzoni di guerra, ma i dolci castelli pensando nel cor: per valli petrose, per balzi dirotti, vegliaron nell arme le gelide notti, membrando i fidati colloqui d amor. 43-48 A gruppi sono passati di paese in paese, cantando allegre canzoni di guerra, ma pensando in cuor loro ai dolci castelli lasciati: percorrendo valli pietrose e balze scoscese (balzi dirotti) hanno vegliato armati nelle notti gelide, ricordando (membrando) i fiduciosi colloqui d amore. Gli oscuri perigli di stanze incresciose, per greppi senz orma le corse affannose, il rigido impero, le fami dur r: si vider le lance calate sui petti, a canto agli scudi, rasente agli elmetti, udiron le frecce fischiando volar. 49-54 Hanno sopportato (dur r) gli ignoti pericoli di soste snervanti (stanze incresciose), le corse affannose attraverso dirupi senza traccia di passaggi (greppi senz orma), la disciplina ferrea (rigido impero), la fame: hanno visto le lance nemiche contro i loro petti, accanto agli scudi, rasente agli elmi hanno sentito il fischio delle frecce scagliate. E il premio sperato, promesso a quei forti, sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, d un volgo straniero por fine al dolor? Tornate alle vostre superbe ruine, all opere imbelli dell arse officine, ai solchi bagnati di servo sudor. 55-60 E il premio sperato, promesso a quei valorosi (forti) sarebbe, o illusi (delusi), di mutare le vostre sorti, di porre fine alle sofferenze di una plebe straniera? Tornate alle vostre superbe rovine, alle mansuete (imbelli) opere delle vostre riarse officine, ai campi bagnati dal sudore di schiavi. Il forte si mesce col vinto nemico, col novo signore rimane l antico; l un popolo e l altro sul collo vi sta. Dividono i servi, dividon gli armenti; si posano insieme sui campi cruenti d un volgo disperso che nome non ha. 61-66 I vincitori si mescolano al nemico vinto, il vecchio signore rimane in compagnia del nuovo; l uno e l altro popolo incombono su di voi (sul collo vi sta). Si spartiscono i servi, il bestiame (gli armenti); insieme si stanziano sui campi insanguinati (cruenti) di una plebe divisa e senza nome. 40-42 han carca cupo sonò: qui Manzoni indulge al gusto medievaleggiante diffuso nelle ballate romantiche del primo Ottocento, dove pullulano elmi, cavalli e ponti levatoi. 57 d un volgo dolor: in una redazione precedente il poeta osservava che se i Franchi avessero voluto recare beneficio agli oppressi avrebbero potuto cominciare con la «lurida plebe che abitava le loro terre. 58-60 Tornate sudor: il passo riecheggia i versi iniziali, per rimarcare l immutata condizione servile. DENTRO IL TESTO Il punto di vista del volgo disperso I contenuti tematici Come spiega nella prefazione al Conte di Carmagnola, Manzoni nelle sue tragedie riprende dai modelli classici l espediente dei cori, piegandoli però ad assumere una diversa funzione: ne fa dei «cantucci che si riserva per commentare le vicende, sostituendo la propria voce a quella dei personaggi. In questa occasione, interrotta l azione nel momento in cui i Franchi trionfano, il poeta non propone in partenza una meditazione personale, ma ripercorre gli eventi adottando il punto di vista di una terza componente rimasta sinora nell ombra, ovvero i popoli italici che assistono sbigottiti alla sconfitta dei loro signori longobardi (vv. 1-30). In armonia con lo spirito evangelico, Manzoni concentra la propria attenzione sugli umili, in opposizione alla prospettiva della tragedia classica, per la quale si dovrebbero rite- 758 / IL PRIMO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento