D6 - Giovanni Berchet, La poesia dei morti e la poesia dei

DOCUMENTO 6 La poesia dei morti e la poesia dei vivi Giovanni Berchet, Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo Giovanni Berchet nasce a Milano nel 1783. Collaboratore del Conciliatore e affiliato della Carboneria, a seguito dei moti del 1821 è costretto all esilio a Londra e poi in Belgio. Tornato in Italia nel 1845, fa parte del governo provvisorio di Milano. Dopo aver partecipato, nel 1848, alle Cinque Giornate di Milano, si rifugia a Torino, dove muo re nel 1851. Nella sua opera poetica (I profughi di Parga, 18191820; Romanze, 18221824; Fantasie, 1829) egli mette in pratica l ideale di una poesia realisticopopolare, in contrasto con la tendenza aulica e antirealistica propria della tradizione italiana. L autore Nella ricostruzione storica operata da Berchet, a partire dal tardo Medioevo i letterati italiani si sono divisi in due fronti contrapposti: coloro che hanno imitato le bellezze antiche, illudendosi di poterle riprodurre con la stessa efficacia, e coloro che hanno interrogato direttamente la natura, rispecchiando le tradizioni popolari e i diversi aspetti della civiltà cristiana. I primi i Classicisti producono una poesia ormai morta; i secondi i Romantici creano invece un arte moderna, capace di interpretare le passioni e gli eventi della contemporaneità. Secondo Berchet la poesia deve tornare a essere «imitazione della natura , cioè della realtà presente, anziché «imitazione di imitazione , ossia riproduzione pedissequa dell arte elaborata in un mondo ormai lontano e scomparso. Non esiste un principio estetico assoluto ed eterno, poiché la poesia scaturisce dall esperienza viva e dal contesto storico in cui si colloca. Attraverso una serie di esempi, l autore sostiene il carattere romantico dei grandi poeti del passato, uniti dalla comune volontà di rappresentare i sentimenti del loro tempo piuttosto che di seguire modelli precedenti. Ad onta1 degli studj e della erudizione, i poeti, che dal risorgimento delle lettere2 giù fino a dì nostri illustrarono3 l Europa e che portano il nome comune di moderni, tennero strade diverse. Alcuni, sperando di riprodurre le bellezze ammirate ne greci e ne romani, ripeterono, e più spesso imitarono modificandoli, i costumi, le opinioni, le passioni, la mitologia de popoli antichi. Altri interrogarono direttamente la natura: e la natura non dettò loro né pensieri né affetti antichi, ma sentimenti e massime moderne. Interrogarono la credenza del popolo:4 e n ebbero in risposta i misteri della religione cristiana, la storia di un Dio rigeneratore, la certezza di una vita avvenire, il timore di una eternità di pene. Interrogarono l animo umano vivente: e quello non disse loro che cose sentite da loro stessi e da loro contemporanei; cose risultanti dalle usanze ora cavalleresche, ora religiose, ora feroci,5 ma o praticate e presenti o conosciute generalmente; cose risultanti dal complesso della civiltà del secolo in cui vivevano. La poesia de primi è classica, quella de secondi è romantica. Così le chiamarono i dotti d una parte della Germania, che dinanzi agli altri riconobbero la diversità delle vie battute dai poeti moderni. Chi trovasse a ridire a questi vocaboli, può cambiarli a posta sua.6 Però io stimo di poter nominare con tutta ragione poesia de morti la prima, e poesia de vivi la seconda. Né temo d ingannarmi dicendo che Omero, Pindaro, Sofocle, Euripide ecc. ecc., al tempo loro furono in certo modo romantici, perché non cantarono le cose degli Egizi o de Caldei, ma quelle dei loro Greci; siccome7 il Milton8 non cantò le superstizioni omeriche, ma le tradizioni cristiane. 1 Ad onta: A dispetto. 2 risorgimento delle lettere: l autore indivi- dua alla fine del Medioevo una rinascita della letteratura, grazie a una spontanea manifestazione di fantasia e sentimento, che si contrappone all inautenticità retorica dei secoli precedenti. 3 illustrarono: resero illustre. 4 credenza del popolo: le credenze popolari. 5 feroci: crudeli. 6 a posta sua: a suo piacimento. 7 siccome: così come. 8 Milton: John Milton (1608-1674), poeta e filosofo inglese. Tra le sue maggiori opere Paradiso perduto (1667) e Paradiso ritrovato (1671). Berchet in un edizione delle Opere, 1863. Milano, Biblioteca Ambrosiana. /

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento