Classe di letteratura - volume 2

Non tutto ciò che è nuovo è bello: al contrario, il bello nell arte è stato già raggiunto dai classici, che lo hanno reso eterno. Per difendere il carattere nazionale dell arte, bisogna evitare che esso si corrompa, mescolandosi ad apporti estranei alla sua storia che finirebbero per snaturarne la fisionomia. La cultura italiana deve rimanere ancorata alla tradizione classica, di cui costituisce una naturale continuazione. credono alcuni italiani; ma io sto con quelli che pensano il contrario. Consideriamo prima la loro fondamentale ragione: Ci vuole novità. Ma io dico: oggetto delle scienze è il vero, delle arti il bello. Non sarà dunque pregiato3 nelle scienze il nuovo, se non in quanto sia vero, e nelle arti, se non in quanto sia bello. Le scienze hanno un progresso infinito, e possono ognidì4 trovare verità prima non sapute. Finito5 è il progresso delle arti: quando abbiano e trovato il bello, e saputo esprimerlo, in quello riposano.6 Né si creda sì angusto spazio, benché sia circoscritto.7 Se vogliamo che ci sia bello tutto ciò che ci è nuovo, perderemo ben presto la facoltà di conoscere e di sentire il bello. [ ] Già si potrebbe molto disputare se veramente sia bello tutto ciò che alcuni ammirano ne poeti inglesi e tedeschi; e se molte cose non siano false o esagerate, e però8 brutte; ma diasi9 che tutto sia bello; non per questo può riuscir bello a noi, se lo mescoliamo alle cose nostre. O bisogna cessare affatto d essere Italiani, dimenticare la nostra lingua, la nostra istoria, mutare il nostro clima e la nostra fantasia: o, ritenendo10 queste cose, conviene che la poesia e la letteratura si mantenga italiana; ma non può mantenersi tale, frammischiandovi quelle idee settentrionali, che per nulla si possono confare11 alle nostre. Questa mescolanza di cose insociabili12 produrrebbe (come troppo già produce) componimenti simili a centauri,13 che l antichità favolò generati delle nuvole.14 Non dico per questo che non possa ragionevolmente un italiano voler conoscere le poesie e le fantasie de settentrionali; come può benissimo recarsi personalmente a visitare i lor paesi: ma nego che quelle letterature (comunque verso di sé15 belle e lodevoli) possano arricchire e abbellire la nostra, poiché sono essenzialmente insociabili. [ ] Troppo è vero che agli stranieri debbano parere isterilite oggidì in Italia le lettere: ma questa povertà nasce da pigrizia di coltivare il fondo paterno;16 né per acquistar dovizia17 ci bisogna18 emigrare e gittarci19 sulle altrui possessioni;20 i cui fruiti hanno sugo21 e sapore che a noi non si confà. Studino gl Italiani ne propri classici; e ne latini e ne greci; de quali nella italiana più che in qualunque altra letteratura del mondo possono farsi begl innesti; poiché ella22 è pure un ramo di quel tronco; laddove le altre23 hanno tutt altre radici; e allora parrà a tutti fiorita e feconda. Se proseguiranno a cercare le cose oltramontane, accadrà che sempre più ci dispiacciano le nostre proprie (come tanto diverse) e cesseremo affatto dal poter fare quello di che24 i nostri maggiori furono tanto onorati: né però acquisteremo di saper fare bene e lodevolmente ciò che negli Oltramontani piace; perché a loro il dà la natura, che a noi altramente25 comanda. 3 pregiato: apprezzato. 4 ognidì: sempre, quotidianamente. 5 Finito: limitato. 6 in quello riposano: si appagano del ver- tice artistico che hanno raggiunto. 7 Né circoscritto: non bisogna ritenere che il campo del bello sia piccolo, pur essendo ben delimitato. 8 però: perciò. 9 diasi: si dia, si ammetta. 10 ritenendo: conservando. 11 confare: adattare. 550 / IL PRIMO OTTOCENTO 12 insociabili: che non sono associabili, in quanto incompatibili. 13 componimenti centauri: ibridi come i centauri, figure mitologiche per metà uomini e per metà cavalli. 14 che l antichità nuvole: che per gli antichi furono generati da una nuvola. L autore fa riferimento al mito che narra l unione tra Issione e Nefele, una nube foggiata da Zeus, da cui sarebbero nati i centauri. 15 verso di sé: considerate in sé stesse. 16 fondo paterno: il terreno lasciato in ere- dità dai padri, cioè dai classici. 17 dovizia: ricchezza. 18 ci bisogna: ci è necessario. 19 gittarci: gettarci. 20 sulle altrui possessioni: sul patrimonio altrui. 21 sugo: gusto. 22 ella: la letteratura italiana. 23 le altre: le letterature straniere. 24 di che: per cui. 25 altramente: diversamente.

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento